Iniziano i lavori di restauro degli affreschi nella chiesa di Santa Maria foris portas al Parco Archeologico di Castelseprio
L’intervento consentirà una mappatura completa dello stato di conservazione degli affreschi, una spolveratura e una pulitura a secco. Il sito resterà comunque aperto ai visitatori
Sono iniziati i lavori di monitoraggio e manutenzione del ciclo di affreschi nell’abside della chiesa di Santa Maria foris portas nel Parco Archeologico di Castelseprio.
L’attività è eseguita dal restauratore Luigi Parma di Milano e durerà fino alla prossima primavera. Il sito resterà comunque aperto ai visitatori che potranno assistere ai lavori – programmati in maniera da recare il minor disturbo possibile – durante gli orari di apertura della chiesa.
L’attività è sostenuta da Intesa Sanpaolo nell’ambito di Restituzioni, il programma biennale di restauri di opere d’arte appartenenti al patrimonio culturale italiano.
L’intervento consentirà una mappatura completa dello stato di conservazione degli affreschi, una spolveratura e una pulitura a secco, agendo con iniezioni di malta idraulica naturale laddove si rilevassero distacchi dell’intonaco.
“L’intervento – afferma il Direttore del Parco Archeologico Stefano Aiello – si iscrive nell’ampio programma di attività di tutela, studio e ricerca intrapreso dal Parco di Castelseprio per conto della Direzione regionale Musei nazionali Lombardia. Ci tengo a ringraziare la generosità di Intesa Sanpaolo per il sostegno dato all’intervento e il suo inserimento nel progetto Restituzioni. Ringrazio inoltre la nostra precedente direttrice Emanuela Daffra e il nostro attuale direttore Rosario Maria Anzalone per l’impegno profuso nell’avviare questo progetto. Ringrazio infine anche la direttrice dei lavori Flora Berizzi che seguirà da vicino l’intevento”.
Il ciclo di affreschi è di rilevante importanza per lo studio dell’arte pittorica medievale lombarda. Sono rappresentate scene dell’infanzia di Cristo con episodi tratti dai Vangeli apocrifi anche piuttosto rari. Il racconto si dipana su due registri sovrapposti, conservati solo in parte.
La narrazione inizia, in alto a sinistra, con l’Annunciazione e prosegue con la Visitazione e con la Prova delle Acque Amare, quando secondo le fonti Maria sorseggiò una bevanda misteriosa per attestare pubblicamente la sua verginità. L’autore – forse originario di Costantinopoli dato che i nomi dei personaggi sono riportati in caratteri greci – è ad oggi ignoto e il suo modo di dipingere, dotato di forti legami con la pittura classica, risulta originale e con pochissimi paragoni. Data questa assenza di riferimenti, non c’è attualmente accordo tra gli studiosi sulla data di esecuzione di questa impresa artistica. Tre sono le principali ipotesi: l’età tardo antica (VI secolo), quando a seguito della guerra greco-gotica la penisola fu conquistata dai bizantini; l’età Longobarda (VII secolo) quando, per contrastare l’eresia ariana che negava la natura divina di Cristo, si ribadirono le miracolose storie legate al suo concepimento; e il IX secolo, nel contesto della contrapposizione tra Chiesa orientale e papato sul culto rivolto alle immagini sacre.
L’ultimo importante intervento di restauro sul ciclo di affreschi, scoperto nel 1944 dallo storico e archeologo lombardo Gian Piero Bognetti, risale ai primi anni Novanta e fu eseguito dalla nota restauratrice lombarda Pinin Brambilla.
Scheda tecnica dell’intervento:
L’intervento tecnico avrà carattere conservativo e manutentivo, tenendo presente che il precedente restauro – ancora molto valido e storicizzato – sarà preservato. Si procederà con un’attenta osservazione degli affreschi accompagnata da una documentazione fotografica preliminare con riprese a luce diffusa e in luce radente per verificare la complanarità dell’intonaco e la presenza di eventuali sollevamenti e decoesioni della materia pittorica. Tramite battitura sarà verificato lo stato di adesione dell’intonaco alle murature con la stesura di una mappatura di ogni scena, redatta digitalmente in formato editabile con relative legende, dove verranno segnalate eventuali zone di distacco, problemi di adesione o di coesione dell’intonachino con l’arriccio e tra l’arriccio e supporto murario.
Si interverrà con una leggera spolveratura con pennellesse morbide allo scopo di rimuovere il materiale lipofilo superficiale senza intervenire sulle aree con decoesione ed eventuali sollevamenti della materia pittorica. Successivamente si procederà con una pulitura a secco mediante spugne Wishab per rimuovere la stratificazione lipofila più tenace. Quindi si procederà con il consolidamento profondo delle zone di intonaco decoeso dal supporto murario con iniezioni di malta idraulica naturale tipo Ledan.
Le eventuali zone di decoesione tra intonachino e arriccio verranno risolte con iniezioni di resina acrilica Primal. Le incongruenze materiche riscontrate sul supporto murario nelle zone inferiori saranno rimosse meccanicamente con micro-scalpelli. La successiva stesura materica sarà effettuata con malta a base di calce Lafarge e sabbia selezionata di granulometria e cromatismo simile all’intonaco. Eventuali decoesioni e sollevamenti di materia pittorica saranno risolte localmente mediante l’impiego di nanotecnologie.
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