La fine del Pci e la fine di Aldo Moro. Lamberto Lombardi ha presentato al Cuac di Gallarate il suo libro

Il segretario regionale del Pci ha presentato il volume "La congiura del 25 Aprile" che affronta l'omicidio di Aldo Moro attraverso una rilettura dei fatti politici e storici avvenuti prima e dopo la sua morte

partito comunista italiano gallarate lamberto lombardi

Il segretario regionale del Partito Comunista Italiano Lamberto Lombardi è stato ospite ieri sera, giovedì, del Cuac di via Torino a Gallarate per la presentazione del suo libro “La congiura del 25 aprile”, un volume di 71 pagine nel quale ripercorre la storia della Repubblica con una domanda di fondo: «È stata vera democrazia quella nata dal 25 Aprile?».

Introdotto dal segretario cittadino Giuseppe Maffioli, Lombardi ha presentato il libro che è una disamina storico-politica di quanto avvenuto nel nostro Paese dal dopoguerra fino all’omicidio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse.

Parla di un Paese che è stato teatro di una vera e propria sperimentazione volta – secondo l’autore – a trovare il modo di mantenere una importante fetta della società lontana da qualsiasi aspirazione di potere. Stiamo parlando della classe operaia, del proletariato di antica memoria, della classe lavoratrice laica che trovava nel PCI la risposta alle proprie legittime richieste.

Per Lombardi questa operazione si è svolta con modalità diverse: dai goffi tentativi di golpe (Piano Solo, Golpe Borghese), la strategia della tensione fatta di bombe (da Brescia alla stazione di Bologna) che prepara il terreno della paura e l’occasione perfetta che si rivela una potente arma psicologica che chiude il cerchio: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro.

Lombardi mette in fila i fatti: «La ricostruzione più filante di tutta la vicenda Moro è che ci fu la volontà di farlo morire per mettere fine all’esperienza del compromesso storico. Ce lo dice il negoziatore mandato dagli Usa a seguire il gabinetto di crisi, Steve Pieczenik, nel suo libro in cui spiega tutta quella vicenda e in cui dice che aveva capito che far morire l’allora presidente della Democrazia Cristiana era l’unico modo per creare i presupposti necessari a chiudere la stagione dell’accordo tra la sinistra della Dc e il Pci».

Lombardi poi prosegue nella sua analisi spiegando come ci fosse un’unità di intenti tra la P2 di Licio Gelli, col suo piano di rinascita democratica, e gli Stati Uniti perchè si portasse avanti l’anticomunismo come minimo comune denominatore di tutte le vicende politiche che sono seguite: «Certamente ci furono dei fatti storici incontrovertibili che diedero dei grandi scossoni al partito ma per tutti gli anni ’80, grazie al pentapartito (Pli, Psdi, Psi, Pri, Dc), il comunismo italiano venne messo ai margini».

Dunque il tradimento del 25 Aprile era compiuto «perchè – sostiene Lombardi – di tutti i partiti usciti dalla Resistenza quello Comunista fu l’unico a non aver mai potuto governare il Paese, azzoppando di fatto la democrazia che i comunisti, con immane fatica, avevano assecondato e condiviso a partire dall’assemblea costituente».

Dietro questo disegno, come sempre, per Lombardi «ci sono gli Usa che, avendo capito che in Italia il modello di golpe in stile Cile o Grecia non avrebbe potuto funzionare, hanno messo in atto una strategia del tutto innovativa usando (?) i brigatisti rossi come veicolo per arrivare allo stesso risultato. Se i brigatisti fossero consapevoli non lo sappiamo, anche perchè quelli rimasti da allora hanno fatto cadere un velo di silenzio sull’omicidio Moro».

Cosa sarebbe successo se avesse avuta salva la vita? «Intanto non avrebbe permesso a quel gruppo armato di godere di quella aura di eroi che ancora oggi, spesso, si sente riecheggiare negli ambienti della sinistra radicale. E poi sarebbe successo quello che anche la figlia di Aldo Moro ha detto varie volte: avrebbe portato al voto il compromesso storico con il Pci di Berlinguer e spaccato in due la Dc, con tutte le conseguenze del caso».

La serata si è conclusa con l’invito dello storico militante Pippo Pitarresi a partecipare alla manifestazione che si terrrà a Varese il 29 novembre in adesione allo sciopero generale indetto dai sindacati contro la manovra finanziaria del Governo.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Novembre 2024
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