L’Asst Valle Olona si prepara all’influenza: pronto soccorso, case e ospedale di comunità per curare i pazienti
Il direttore sanitario Schieppati spiega la rete di cura e accoglienza. Nelle case di comunità il medico di continuità assistenziale gestisce i casi meno gravi. Per le emergenze possibile attivare 160 letti in più
Cresce ma lentamente l’incidenza delle sindromi influenzali in Italia. Nella settimana dall’11 al 17 novembre, riportata nell’ultimo bollettino RespirVirNet, l’incidenza era di 7 casi ogni mille assistiti. Era leggermente più alta in Lombardia: i 242 medici sentinella che rappresentano oltre 326.000 assistiti, hanno segnalato un tasso dell’8,9 per mille, con il maggior coinvolgimento dei bimbi sotto i 5 anni, uno ogni 5, mentre la fascia 5-14 ha un’incidenza del 7,7 per mille, quella tra 15 e 64 anni dell’8,8 mentre gli over65 sono quelli meno colpiti: il 5,5 per mille.
Il virus influenzale circola poco
A circolare, però, sono pochi virus influenzali: su 1.038 campioni clinici, ricevuti dai diversi laboratori afferenti alla rete RespiVirNet, 17 (1,6%) sono risultati positivi al virus influenzale mentre 29 (2,8%) sono risultati positivi per SARS-CoV-2, 15 (1,4%) per RSV e i rimanenti 273 sono risultati positivi per altri virus respiratori.
In Regione Lombardia è iniziato il monitoraggio
In Regione Lombardia si effettuano riunioni settimanali alla presenza dei rappresentanti di tutte le aziende ospedaliere: l’obiettivo è quello di farsi trovare pronti ad affrontare il picco pandemico.
Tra i partecipanti c’è il dottor Stefano Schieppati, direttore sanitario dell’Asst Valle Olona che spiega come gli ospedali di Busto Arsizio, Gallarate, Saronno e Somma Lombardo si stanno preparando.
Come si preparano al picco influenzale i pronto soccorso dell’Asst Valle Olona
«In questo momento, possiamo dire che la situazione è sotto controllo e non ci sono segnali di un aumento del picco influenzale a breve – spiega il direttore sanitario ( foto sotto) – Per quanto riguarda questa azienda ospedaliera, noi abbiamo messo a punto il programma in base ad alcuni target sull’occupazione dei letti. Queste informazioni sono in rete con le altre strutture lombarde così da garantire massima collaborazione e flessibilità nella gestione delle criticità che si potranno presentare. Nel PS di Busto Arsizio abbiamo attivato la nuova OBI, l’Osservazione Breve Intensiva, con 5 camere e 11 posti letto totali. Sono riservati ai pazienti che necessitano di essere tenuti in stretta osservazione in Pronto Soccorso, in un’area riservata ma continuamente monitorata dal personale in servizio. Sono spazi dove i congiunti possono essere presenti.
Nel momento in cui si entrerà in una fase di emergenza, poi, potenzieremo i percorsi “Fast Track” per la presa in carico diretta del paziente da parte degli specialisti richiesti».
Il Pronto soccorso di Busto è il più affollato in quello di Gallarate c’è un cantiere
L’ospedale di Busto Arsizio, con i suoi 170 accessi medi al giorno, è tra i più affollati anche se il PS di Gallarate sta vivendo un periodo delicato legato ai lavori di ristrutturazione in corso. Un mese fa i sindacati confederali avevano lanciato un allarme per l’ipotesi di esternalizzazione del servizio, data la carenza di personale con due soli medici dedicati, allarme rientrato dopo le rassicurazione della direttrice di Asst Daniela Bianchi: « Spiace sentire queste voci preoccupate per un ospedale su cui, invece, stiamo investendo. Abbiamo concluso già diversi concorsi per trovare i nuovi direttori e altri concorsi verranno espletati prossimamente, come quello di radiologia. È vero che in questo momento c’è un cantiere aperto, ma serve per migliorare il reparto, ampliarlo e aumentarne il comfort».
È possibile però che sia necessario dirottare i pazienti verso altri ospedali
Siamo sempre in contatto con AREU per segnalare le diverse criticità e la temporanea indisponibilità ad accogliere nuovi pazienti. Nella gran parte dei casi, però, si tratta di autopresentazione e, in questi casi, si accoglie sempre. Noi lavoriamo perché tutti i PS siano autonomi e capaci di rispondere alla domanda di assistenza
Come vi preparate a gestire il picco influenzale e il congestionamento dei pronto soccorso?
Se capiterà, entrerà in funzione il piano d’emergenza che ci permette di aprire tra i 150 e i 160 letti in più. Di fatto non è un aggravio di lavoro per il personale in servizio, ma di una diversa gestione dei pazienti che vengono dimessi più velocemente dato che sono ricoveri in emergenza e non programmati. Le dimissioni avvengono con un terapia da proseguire nell’ospedale di comunità o in casa di comunità con la gestione a domicilio da parte del personale sanitario della terapia.
Oggi l’emergenza è legata soprattutto ai grandi anziani, pluripatologici che arrivano con quadri clinici gravi il cui recupero è lento e impegnativo
Questo è vero. Abbiamo molti grandi anziani con una rete sociale non in grado di accogliere il paziente dimesso. E qui entrano in gioco l’ospedale di comunità e le case di comunità con la rete di assistenza domiciliare fatta di infermieri, OSS, assistenti sociali.
Qual è il bilancio dell’ospedale di comunità che avete a Somma Lombardo?
Decisamente positivo. Abbiamo dieci letti con una saturazione del 100% , letti che dal prossimo anno raddoppieranno. L’esperienza di questi mesi ci ha permesso di affinare i percorsi e di migliorare i modelli di cura e di dimissione protetta al domicilio.
Per le dimissioni protette occorrono case della comunità funzionanti e non scatole vuote
Le nostre strutture sono 8 e alcune sono aperte 7 giorni su 7. In tutte ci sono gli ambulatori infermieristici che effettuano le terapie. Poi c’è il medico della continuità assistenziale: dal prossimo 2 dicembre sarà presente anche nella Casa di Cassano Magnago. A lui ci si può rivolgere per una diagnosi delle sindromi respiratorie, per esempio, senza andare in ospedale. Il servizio è presente dalle ore 20 alle ore 8, nelle giornate di sabato, domenica e festivi infrasettimanali, 24 ore su 24 e nei giorni prefestivi infrasettimanali anche dalle ore 14 alle ore 20
Queste case della comunità diventano alternative al pronto soccorso? Come si accede?
Il medico presente può auscultare con il fonendoscopio e capire, per esempio, se c’è una polmonite. Non ha la strumentazione diagnostica di base ma è in grado di fare la diagnosi e, nel caso, indirizzare al pronto soccorso per situazioni critiche. Si accede chiamano il numeno 116117: l’operatore indirizzerà il richiedente alla struttura sanitaria più indicata. Questa integrazione ospedale territorio, se conosciuta e utilizzata bene, potrà ridurre accessi e lunghe attese in PS.
Cosa vi aspettate dall’ondata epidemica influenzale?
Ancora non possiamo dirlo. Di solito il picco si raggiunge nel periodo natalizio o subito, dopo quando la socialità aumenta. Se sarà un’epidemia contenuta, il sistema a rete reggerà bene ma se ci sarà un inverno eccezionale allora dobbiamo prepararci ad affrontare alcune crisi del sistema.
Lo scorso anno si toccò il record dei contagi degli ultimi dodici anni. Al momento la circolazione virale è bassa.
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