Lo Pro Patria spreca le sue occasioni: contro l’Alcione ancora una sconfitta fotocopia
La Pro Patria crea ma non sfrutta le sue chance, a differenza dell'Alcione che all'intervallo chiude già i conti sul 2 a 0 capitalizzando gli unici tiri nello specchio della porta. Quinta sconfitta per i tigrotti che non vincono da sette turni

Nel sedicesimo turno di campionato la Pro Patria cede il passo all’Alcione e incappa nella quinta sconfitta stagionale, terminando per la sesta volta in campionato una partita con zero goal messi a segno, e, di contro, subendone due.
Allo stadio Breda di Sesto San Giovanni non basta il ritorno, voluto da mister Colombo, del doppio trequartista (Pitou-Curatolo) alle spalle di Toci per interrompere il digiuno di gol e di vittorie, con il risultato a punteggio pieno che in Via Ca’ Bianca manca da ormai sette turni, dalla vittoria di inizio ottobre contro il Lecco. Il rimpianto tra i tifosi bianco-blu continua inesorabilmente a crescere, perché la Pro Patria migliora sì partita dopo partita, ma lo fa troppo poco e più lentamente degli avversari, soprattutto nella zona di campo più importante di tutte, sotto porta. Molto più cinici sono appunto i rivali arancioni dell’Alcione, che di fatto già al 42′ avevano chiuso i conti di una partita vinta con il minimo sforzo offensivo, domata ai primi due tiri nello specchio della porta.
Determinane per la capitolazione dei tigrotti sono prima il colpo di testa vincente di Marconi subito al 12′ su cross di Invernizzi, e poi, a ridosso dell’intervallo, un lancio lungo che taglia la retrovia bustocca ancora una volta come già visto settimana scorsa contro la Virtus: questa sera il colpo del ko si sviluppa sull’asse Ciappellano–Palombi, con l’attaccante che concretizza al meglio l’appuntamento in area solo davanti a un Rovida costretto a toccare la palla coi guantoni soltanto per raccoglierla dal fondo della rete.
La partita proseguirà per altri 45′, duranti i quali il copione non cambia e la Pro Patria continuerà invano, come suo solito, a macinare tanta corsa e un gioco più che discreto, senza tuttavia essere in mai in grado di bucare la rete, anzi andando spesso a sbattere contro la muraglia arancione eretta al Breda da un ex, mister Giovanni Cusatis, oppure fermata dalla mira sfocata di Curatolo – sui suoi piedi nella ripresa almeno due grandi chance in area di rigore – o, peggio ancora, dall’ennesimo legno della stagione, come l’incrocio dei pali colpito da Mehic all’88’.
Il risultato al triplice fischio alla fine dei conti conferma lo stato di salute delle due squadre: l’Alcione, neopromossa, continua a mostrarsi impenetrabile grazie a una difesa pressoché perfetta – la quarta migliore del girone, valida per il quinto posto in classifica -, la Pro Patria, acciaccata da un infermeria sovraffolata (7 indisponibili), è invece incapace di uscire dal vortice della zona playout, impotente su tutti i palloni pesanti, sia quei pochi che arrivano nell’area da difendere, sia i molti sprecati negli ultimi venti metri. Un castello di sabbia costruito nell’arco di una giornata e portato via in una manciata di secondi dalla marea, o dalla pioggia.
«Il destino della partita è nelle nostre mani» aveva detto mister Colombo alla vigilia della partita, evidentemente i tigrotti sono ancora troppo “acerbi” per essere in grado di gestire il peso di questo destino.
RIVIVI LA CRONCA TESTUALE DELLA PARTITA:
ALCIONE MILANO-PRO PATRIA 2-0 (2-0)
Reti: 12′ Marconi (ALC), 42′ Palombi (ALC)
Alcione Milano (4-3-1-2): Bacchin; Chierichetti, Pirola, Ciappellano, Dimarco; Bright (34′ st Pio Loco), Bertoni (14′ st Bonaiti), Palma (27′ st Stabile); Invernizzi (34′ st Bagatti); Palombi, Marconi. A disposizione: Agazzi, Piccinocchi, Mazzola, Foglio, Lanzi, Caremoli, Samele, Pessolani, Bertolotti. Allenatore: Cusatis.
Pro Patria (3-4-2-1): Rovida; Bashi, Alcibiade, Cavalli (22′ st Terrani); Somma, Nicco (14′ st Renault), Mallamo (37′ st Palazzi), Ferri (37′ st Mehic); Curatolo (37′ st Ferrario), Pitou; Toci. A disposizione: Pratelli, Gadda, Reggiori, Miculi, Vaglica, Sassaro. Allenatore: Colombo.
Ammoniti: Cavalli (PPA), Bertoni (ALC), Ciappellano (ALC), Nicco (PPA), Pirola (ALC), Marconi (ALC)
Arbitro: Caruso di Viterbo
Collaboratori: Scardovi di Imola e Romaniello di Napoli
IV Ufficiale: Rinadi di Novi Ligure
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