Nuove piante, superstrade e dedicazioni: la polemica sulla Giornata dell’Albero a Samarate

L'associazione Amici della bilboioteca ha piantato tre alberi in ricordo di Stefania Pivetta, Giulia Maja ed Erica Mosca, una frase del presidente Pellizzaro ha acceso la polemica. "Mi spiace se ho offeso, non era mia intenzione. Oggi si chiude un ciclo"

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A Samarate da alcuni giorni si discute del “caso” della Giornata dell’Albero, celebrata settimana scorsa. Con il presidente degli Amici della biblioteca, Alfonso Pellizzaro, che finisce nel mirino, lascia l’incarico e dice: «Si chiude un ciclo»

Cosa è successo?
Tutto è legato all’evento di piantumazione di tre nuove querce, ideato da Amici della Biblioteca in collaborazione con l’amministrazione comunale.
Come avvenuto per la panchina rossa a Cassano Magnago, due querce sono state dedicate alla memoria di Stefania Pivetta e Giulia Maja, uccise nella strage della famiglia, la terza invece a Erica Mosca, farmacista scomparsa in un incidente in montagna nel gennaio 2021.

Introducendo l’iniziativa e prima di ribadire l’intenzione di continuare i progetti, Alfonso Pellizzaro ha detto che la Giornata dell’Albero «quest’anno cade in un periodo tutt’altro che felice per il nostro territorio, che purtroppo dovrà sacrificare parte del patrimonio boschivo sull’altare delle grandi opere necessarie alla collettività», con riferimento al progetto della nuova superstrada 341 che attraverserà da Nord a Sud il territorio samaratese, proprio quello oggetto di interventi e progetti legati all’ambiente promossi dall’associazione Amici della biblioteca.

Quel riferimento all’opera che insisterà sui boschi e i campi ricompresi nel Parco del Ticino non è piaciuta però al centrodestra samaratese, in particolare a Rossella Caligiuri, che ha contestato una strumentalizzazione dei nomi di Pivetta e Maja: «Trovo inappropriato utilizzare una tragedia familiare così dolorosa come strumentalizzazione politica contro opere pubbliche approvate e discusse su più livelli istituzionali». Ex presidente del consiglio comunale, Caligiuri ha detto che il dibattito sulle infrastrutture «è legittimo, e anzi necessario, ma deve restare nei limiti di un confronto civile e rispettoso», cosa che non veniva ravvisata nella frase pronunciata da Pellizzaro, che – indirettamente –  viene accusato di «manipolazione della memoria delle vittime».

Accusa pesante, di fronte a una dedicazione e a un riferimento al tema ambientale. Accusa che ha lasciato il segno in Pellizzaro: «Mi spiace moltissimo se la famiglia si è offesa, non era certo l’intenzione e mi scuserò. Ho fatto le cose con coerenza, se non piace prenderò atto». Per questo aveva già deciso di non riproporsi alla guida degli Amici della biblioteca: «Si chiude un ciclo, non so poi se e come si aprirà un altro. Abbiamo coinvolto qualche migliaio di bambini, fatto progetti, ci siamo presi cura dell’ambiente» dice. La decisione di non continuare, comunque, è precedente, assicura: «È stata una mia scelta personale, presa un anno fa», dice con amarezza.

In passato c’erano stati screzi tra il centrodestra samaratese e Pellizzaro, che aveva anche rifiutato di ritirare la benemerenza consegnata alla vigilia delle elezioni.
L’interessato dice che l’atteggiamento dell’allora amministrazione era cambiato «dopo la firma del Protocollo d’intesa» sul Masterplan di Malpensa, che comprendeva anche il via libera alla nuova superstrada e che era stato condiviso dai sindaci del Cuv (di centrodestra e di centrosinistra, non sono mancate le polemica che arrivano fino ad oggi).

La polemica lascerà forse strascichi. Per ora lascia anche tre alberi in più, in attesa di vedere sparire quelli lungo il tracciato della superstrada 341, su cui peraltro nessuna forza in consiglio comunale è entusiasta.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 29 Novembre 2024
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