Pedoja saluta Martinenghi: “In bocca al lupo Tete. A un futuro di grandi successi per entrambi”
Con il trasferimento dell’oro olimpico di Parigi a Verona si interromperà anche il rapporto con lo storico allenatore che lo ha guidato fino al punto più alto del mondo sportivo
Tra poche settimane, con l’inizio del 2025, Nicolò Martinenghi lascerà la provincia di Varese per iniziare una nuova avventura a Verona (qui la notizia). Per l’oro olimpico di Parigi un cambiamento radicale, per stile di vita ma anche di allenamento. Nella città di Romeo e Giulietta, infatti, Tete non sarà più seguito dal suo storico allenatore Marco Pedoja, ma da Matteo Giunta, già allenatore – prima di diventarne anche marito – di Federica Pellegrini.
Una scelta, quella di Martinenghi, che nel Varesotto ha fatto parlare, anche perché il territorio non ha saputo rispondere prontamente alle esigenze di un campione olimpico, con le piscine da 50 metri quasi introvabili. Non sarebbe però corretto analizzare questa scelta solo in base alle strutture e forse per focalizzare al meglio la situazione bisogna tornare indietro di qualche mese, ripercorrendo le parole di Pedoja alla vigilia delle olimpiadi (qui l’intervista completa): «A settembre dell’anno scorso (2023, ndr) abbiamo fatto una riunione e sembrava un po’ scarico, però i risultati ottenuti prima agli Europei a dicembre e poi ai Mondiali a Doha a febbraio lo hanno rinfrancato». Analizzando bene questa dichiarazione si può capire che la voglia di Martinenghi di provare altre strade non è arrivata improvvisa, ma probabilmente covava già da diverso tempo.
Ad ogni modo, da gennaio, con la partenza del campione di Azzate andrà rompendosi anche un connubio tutto varesino con l’allenatore Pedoja, colui che lo ha guidato da quando era un ragazzino nella piscina di Brebbia fino al primo posto delle Olimpiadi, quello sognato da ogni giovane atleta.
«Da una parte – spiega Pedoja con un sorriso – lascio Martinenghi al punto più alto possibile perché meglio dell’oro olimpico non si può ottenere; al massimo potrà ripetersi. Fino a gennaio continuerò ad allenarlo come sempre fatto poi, quando andrà a Verona, anche io dovrò capire cosa fare. Ho la possibilità di allenare ancora oppure potrei interessarmi alla gestione di impianti sportivi. Vedremo».
Il saluto a “Tete” lo ha riservato a un post sui social, ripercorrendo il lungo viaggio fatto insieme e augurandogli un “In bocca al lupo” per il futuro.
Nicolò, anzi Tete, ti ricordi 13 anni fa?! Eravamo piccoli, giovani, speranzosi, carichi di passione e curiosità verso il nostro mondo del nuoto.
Iniziammo il nostro percorso in una piscina di provincia, a Brebbia, era casa per noi e non abbiamo mai voluto niente di più di quella corsia 7 illuminata dal sole che passava dalle vetrate.
Un percorso che solo a ripensarci oggi era un sogno talmente grande da raggiungere che era più facile mollarlo invece che inseguirlo.
Abbiamo vinto tutto, non lo voglio elencare, voglio solo dirti che abbiamo fatto la storia del nuoto italiano e che questa cosa resterà per sempre nella storia e nelle nostre memorie.
Ci siamo conosciuti nel tempo, in un rapporto sano. Abbiamo lavorato per migliorarci e siamo sempre stati leggeri e determinati con la voglia di dimostrare il nostro valore a tutti.
Ora le nostre strade si separano consensualmente, con la speranza di futuri grandi successi per entrambi, perché io so quello che vali e so che venderai sempre cara la pelle quando avrai una corsia davanti a te.
In bocca al lupo Tete,
ti voglio bene
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