Sabato in Duomo l’ordinazione di otto nuovi diaconi, tra loro Emiliano Gioffredi di Legnano
Con gli otto che saranno ordinati sabato 9 novembre saliranno a 166 i diaconi permanenti ambrosiani. Di questi, 21 sono i celibi, 140 gli sposati, 5 i vedovi. Diretta della celebrazione sui canali della Diocesi di Milano
Sabato 9 novembre, alle 17.30, l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ordinerà in Duomo otto nuovi diaconi permanenti, accompagnati dalle loro mogli. Ad intraprendere questa importante scelta – il diaconato è il primo dei tre gradi del sacramento dell’Ordine – è la trentesima classe di candidati da quando il cardinal Martini, nel 1987, reintrodusse il diaconato permanente in Diocesi.
Si tratta di un gruppo variegato per età, esperienze di vita e professioni. Il più giovane è il 38enne Edgar Viviano Patiño Saldana, equadoregno di origine, in Italia da 22 anni e residente a Monza, sposato con un figlio, magazziniere, mentre il più anziano è Pier Giorgio Panzeri, 61 anni, anch’egli di Monza, ora pensionato ma con un passato da dirigente nella Polizia di Stato, sposato con una figlia.
Tre i quarantenni: Vincenzo Petrucci, nato nel 1981, coniugato, originario di Erba, docente di musica; del 1977 sono Emiliano Gioffredi, sposato con quattro figli, insegnante di religione, proveniente da Legnano, e Danilo Michele La Barbera, coniugato con tre figli, impiegato all’Università Bicocca, residente a Renate (MB). Infine, tre i cinquantenni: Matteo Distaso, classe 1974, sposato con due figli, di professione agente rappresentante, da Inzago (Mi); Simone Piero Luigi Cattaneo, 53 anni, coniugato, impiegato bancario, di Milano; e il coetaneo Raffaele Chiara, amministratore in una gioielleria, di Cisliano (Mi).
Con gli otto di sabato saliranno a 166 i diaconi permanenti ambrosiani. Il più anziano ha 89 anni mentre il più giovane è proprio Edgar Viviano Patiño Saldana. Di questi, 21 sono i celibi, 140 gli sposati, 5 i vedovi. I loro incarichi pastorali nelle comunità spaziano dal supporto in parrocchia alla pastorale della salute e della carità, fino a servizi in ambito carcerario e scolastico.
I candidati a diventare diaconi permanenti, come da tradizione, hanno scelto un motto e un’immagine che accompagneranno il loro ministero. «Dove sono io, là sarà anche il mio servitore» è la frase, tratta dal Vangelo di Giovanni, che vuole sottolineare il desiderio di mettersi al servizio di Gesù e della Chiesa. L’immagine scelta è un dipinto dell’artista Martina Viganò.
Da quest’anno anche i candidati al diaconato permanente, come è tradizione per i futuri preti (i cosiddetti diaconi “transeunti”), hanno un inno, dal titolo “Se uno serve me”, composto da mons. Gianluigi Rusconi, già maestro direttore della Cappella Musicale del Duomo di Milano e già preside del Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra.
Ad accompagnare questa classe di candidati nell’ultimo tratto di cammino, è stato don Filippo Dotti, da un anno rettore per la Formazione al diaconato permanente, che spiega: «La Chiesa è fatta di tanti ministeri, non solo di preti e laici, e il diaconato rappresenta una ricchezza in più. La Chiesa di oggi si fortifica con varie vocazioni, che tra loro si aiutano, non si sostituiscono. La vocazione diaconale è in crescita, ma non dappertutto conosciuta. Tanti uomini si avvicinano al diaconato tramite passaparola di amici, ma è importante che circoli la notizia della possibilità di questo cammino di santità che arricchisce intere famiglie, oltre alle comunità in cui il diacono è inserito».
La celebrazione di sabato sarà trasmessa in diretta streaming su www.chiesadimilano.it e sul canale YouTube della Diocesi di Milano.
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