Scontri a Trieste, la Questura: “Pronti a identificare tutti gli ultras coinvolti”
Al vaglio le immagini delle telecamere interne ed esterne al palasport: «Lavoriamo su 20-25 persone e siamo fiduciosi di individuare tutti. È stata un'azione pianificata»
«Siamo al lavoro con il massimo sforzo perché il nostro obiettivo è identificare tutte le persone che hanno preso parte agli incidenti e – le assicuro – siamo molto fiduciosi di riuscirci». Il giorno dopo gli scontri avvenuti all’esterno del palasport di Trieste, le indagini sono in corso: lo spiega un funzionario della Questura del capoluogo giuliano, sentito telefonicamente da VareseNews.
Per il momento – siamo a metà pomeriggio di lunedì – non sono stati emessi provvedimenti di fermo a carico dei protagonisti degli incidenti ma a Trieste contano di scoprire le identità degli ultras coinvolti. «Nella giornata di oggi stiamo visionando le immagini a nostra disposizione: sia quelle della videosorveglianza presenti al palazzo dello sport, sia delle telecamere posizionate nelle vicinanze comprese quelle dell’adiacente stadio “Nereo Rocco”».
Nel mirino degli inquirenti ci sono, in tutto, tra le 20 e le 25 persone partendo ovviamente da quei tifosi che hanno seguito la partita di basket tra Trieste e Openjobmetis dal settore ospiti. Salvo uscire dal palasport in largo anticipo (chi stava assistendo al match aveva pensato a una protesta verso la pessima prestazione della squadra di Mandole) per poi ricomparire – spiegano gli inquirenti – diverso tempo dopo all’ingresso principale del palasport che, tra l’altro, si trova di fronte a una strada molto trafficata, la via Flavia.
Del gruppo fanno presumibilmente parte esponenti di due tifoserie come è emerso fin da subito: tra gli striscioni esposti c’erano quello degli “Arditi” di Varese e quelli “Vecchia Guardia” e “Tanto Torniamo” di Udine. Frange ultras che sono da tempo in ottimi rapporti (alcuni legami risalgono alle precedenti sigle della Curva Nord biancorossa, prima ancora della comparsa degli Arditi): anche lo scorso anno a Desio, in occasione della partita tra Cantù e Udine di Serie A2, i supporters varesini affiancarono quelli friulani.
«La dinamica, per come è stata ricostruita, lascia pensare a un’azione pianificata» concludono dalla Questura triestina. Un’azione inattesa visto che tra le squadre alabardate e quelle varesine non risultano “frizioni” in tempi recenti né nel calcio né nel basket. Intanto la società giuliana, per bocca del gm Michael Arcieri (ex dirigente della Pallacanestro Varese), ha condannato l’accaduto: «Non è ammissibile che un momento di gioia e di sport si trasformi in violenza. Per noi la priorità è che il PalaTrieste continui ad essere un luogo sicuro per le famiglie e tutti i tifosi. Abbiamo massima fiducia nelle Forze dell’Ordine affinché i responsabili di questo atto vigliacco, che moralmente tocca tutto il Club, siano assicurati alla giustizia. Rigettiamo la violenza in ogni sua forma. La nostra cultura e il nostro sport non la possono accettare». Da Varese, per il momento, si attendono prese di posizione.
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