Trump vince negli USA: politici varesini divisi tra entusiasmo e timori per l’Europa
In uno scenario politico internazionale sempre più polarizzato, l’ampio consenso raccolto da Trump riflette una richiesta di cambiamento radicale che ha trovato eco anche tra i leader locali
La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane contro Kamala Harris ha suscitato diverse reazioni tra i principali esponenti politici della provincia di Varese. In uno scenario politico internazionale sempre più polarizzato, l’ampio consenso raccolto da Trump riflette una richiesta di cambiamento radicale che ha trovato eco anche tra i leader locali, a partire da coloro che vedono nella sua politica un modello di fermezza e identità. Di contro, i rappresentanti del centrosinistra esprimono preoccupazione per una vittoria che pone interrogativi sui messaggi e le strategie dei progressisti.
Andrea Pellicini, segretario provinciale e deputato di Fratelli d’Italia, sottolinea come il risultato elettorale negli Stati Uniti rappresenti una svolta che, secondo lui, evidenzia le difficoltà dei progressisti a rispondere alle esigenze dei cittadini: “La vittoria amplissima di Trump e dei Repubblicani dimostra come ormai i cosiddetti progressisti non siano più in grado di offrire messaggi convincenti ai propri elettori, i quali chiedono sempre più sicurezza e lotta seria all’immigrazione clandestina”, ha dichiarato Pellicini, interpretando il voto americano come un segnale di distacco verso i temi tradizionalmente promossi dai movimenti progressisti.
Della stessa opinione è Andrea Cassani, segretario provinciale della Lega, che non ha nascosto il suo appoggio alla linea politica di Trump, lodandone le azioni svolte durante la precedente presidenza. “Ero certo che Trump avrebbe vinto, nonostante i sedicenti esperti in Italia e negli Stati Uniti lo davano già per spacciato,” afferma Cassani. “Ha vinto un uomo che nei 4 anni di presidenza ha fatto tanto per rilanciare gli Stati Uniti, che vuole ridare un’identità forte agli USA dopo l’oblìo woke-democratico, introducendo dazi che avvantaggeranno di sicuro l’economia americana e dando uno stop energico all’immigrazione. Praticamente tutto il contrario di quanto sta facendo l’Europa.” Secondo Cassani, il successo di Trump è il segnale di un cambio di direzione chiaro e deciso, che potrebbe anche ispirare nuove politiche in Europa.
Di diverso tenore è la reazione di Samuele Astuti, consigliere regionale del Partito Democratico, che vede nella vittoria di Trump un monito per i progressisti, ma anche uno spunto per riflettere sul loro modo di interagire con l’elettorato. “È stato un brusco risveglio, purtroppo non completamente inaspettato. Ma comunque sia brusco, soprattutto per l’entità della vittoria di Trump,” commenta Astuti, aggiungendo che “una delle cose che sembra emergere è che i democratici in America come anche in Europa fanno sempre più fatica a parlare alle persone che vivono maggiormente la situazione di difficoltà.” Astuti pone l’accento sulla necessità di una visione più ampia e di un messaggio in grado di raggiungere i ceti più colpiti dalle sfide attuali. “Si apre ora una stagione nuova dove servirà una capacità e una visione radicalmente diverse da parte dell’Unione Europea,” conclude il consigliere, suggerendo che il risultato americano potrebbe offrire spunti di riflessione per l’agenda politica europea.
Giuseppe Licata, consigliere regionale di Italia Viva, riflette su come questa vittoria metta in discussione il progetto europeo: “La democrazia ed il volere del popolo vanno sempre rispettati ed oggi bisogna riconoscere la vittoria netta di Donald Trump. Non mi piace dare giudizi a priori, ma non la ritengo un’ottima notizia per l’Europa e l’Italia. La sua elezione rappresenta l’avanzata del populismo e di una visione sovranista che cozza contro la realtà di un mondo globalizzato e sempre più interconnesso. Spero però potrà rappresentare anche una scossa per l’Europa, che deve compattarsi intorno a valori ed interessi comuni. Non possiamo più permetterci di frammentarci in anacronistici nazionalismi e lasciare campo libero ad altre superpotenze. Che sia un monito anche per la politica italiana, c’è bisogno più che mai di un fronte del buon senso, della buona amministrazione e della buona Politica, da contrapporre agli estremismi da social e alle sterili battaglie ideologiche”.
Anche Maria Chiara Gadda, deputata varesina di Italia Viva, esprime la propria riflessione, sottolineando la necessità di una leadership più vicina alle esigenze del popolo: “Se i democratici delle potenze occidentali non ritrovano identità scendendo dal piedistallo e iniziando a comprendere che esistono nelle persone sofferenze profonde, il voto continuerà ad andare sempre di più verso posizioni estreme che fanno da megafono alle paure di fasce sempre più ampie di popolazione senza speranza che scivolano ai margini della società. Il voto così netto per Trump, anche nel voto popolare, ne è evidenza.” Gadda conclude il suo commento su Facebook augurando “buon lavoro al 47° presidente eletto degli Stati Uniti. E che l’Europa esca dal torpore e si dia una sveglia.”
Simone Longhini, segretario provinciale di Forza Italia, spiega: “La vittoria del partito repubblicano e di Donald Trump, a cui vanno gli auguri di buon lavoro da parte di Forza Italia, è evidentemente segnata da un allargamento della base elettorale e dal supporto di diversi segmenti della società americana. È stata una grande prova di democrazia, che si è svolta senza criticità o problemi di ordine pubblico. Il nostro paese, a tradizione filoatlantica, proseguirà la sua storica collaborazione con gli Stati Uniti. È chiaro che con questa vittoria per l’Europa si apriranno nuove sfide che dovranno portare ad acquisire una maggiore soggettività politica e autonomia a partire dalla difesa comune”
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