D’Amico: “Un osservatorio sull’emergenza abitativa anche a Varese”
Tra le dichiarazioni di apertura nel consiglio comunale che sta discutendo il bilancio del comune di Varese c'è stata anche quella di Maria Grazia D’Amico di Progetto Concittadino sul tema casa
Tra le dichiarazioni di apertura nel consiglio comunale che sta discutendo il bilancio del comune di Varese (Che è iniziato ieri sera e proseguirà questa sera, 19 dicembre) c’è stata anche quella di Maria Grazia D’Amico, consigliera comunale di Progetto Concittadino, che è intervenuta per riportare l’attenzione sulla questione abitativa in città: «Il mercato immobiliare degli affitti privati sta diventando un problema sempre più rilevante anche a Varese – ha infatti spiegato -Pagare 800 o 900 euro mensili per un bilocale è una cifra insostenibile, che rischia di spingere molte persone verso i comuni limitrofi, facendole rinunciare a una rete di servizi essenziali che la città offre».
Un problema che può vanificare una delle buone notizie degli ultimi anni: «Dopo anni di calo demografico, Varese sta finalmente registrando un incremento della popolazione, ma i costi abitativi rischiano di rendere vano questo segnale positivo – sottolinea D’Amico – Anche per molti lavoratori è sempre più difficile sostenere le spese d’affitto, aggravando un problema che colpisce fasce di popolazione sempre più ampie, non solo chi vive situazioni di estrema fragilità economica».
Un problema non solo abitativo: «Il problema non riguarda soltanto le abitazioni, ma anche i locali commerciali – ha spiegato infatti la consigliera – Gli affitti sempre più alti stanno costringendo molti piccoli negozianti a chiudere o a spostarsi altrove, lasciando spazio quasi esclusivamente alle grandi catene. Questo fenomeno impoverisce il tessuto commerciale e rende la città indistinguibile da molte altre».
Per affrontare la questione in modo strutturale: «Occorre una riflessione condivisa tra abitanti e commercianti, che potrebbero costruire un’alleanza per mettere in discussione un sistema di rendite immobiliari che penalizza tutti. Questo approccio richiederebbe un maggiore coordinamento tra le parti sociali e le istituzioni locali per promuovere politiche che tutelino sia il diritto all’abitare sia la vitalità del tessuto commerciale».
PROBLEMA CASA, COSA FA GOVERNO E COMUNE
Un altro tema cruciale, secondo D’Amico, riguarda l’edilizia residenziale pubblica: «Che in Lombardia continua a essere gravemente carente. Nel quartiere di San Fermo, ad esempio, molti alloggi popolari sono vuoti o murati, e la manutenzione è pressoché assente. La riqualificazione di questi alloggi, in numero considerevole di competenza regionale, necessita di interventi urgenti per restituire questi spazi alla collettività».
Sul fronte nazionale: «La legge di bilancio 2025 del governo Meloni torna a finanziare, ma solo in parte, il fondo per contrastare la morosità incolpevole, ma non prevede risorse per il sostegno agli affitti: una scelta preoccupante in un momento in cui l’inflazione e l’aumento dei canoni stanno ampliando la fascia di persone vulnerabili. Non si tratta solo di lavoratori di aziende in crisi: la “zona grigia” della vulnerabilità abitativa coinvolge famiglie e individui che, senza eventi dirompenti nella loro vita, si trovano progressivamente impoveriti».
A livello locale: «Il Comune di Varese ha avviato il Servizio Abitativo Transitorio per chi vive situazioni di precarietà, ma gli alloggi disponibili sono ancora insufficienti rispetto alla domanda, così come inadeguata alla richiesta è la disponibilità di alloggi popolari inseriti nei Servizi Abitativi Pubblici. Lo scorso anno la graduatoria definitiva di competenza di Aler per l’assegnazione di un alloggio popolare comprendeva più di 300 domande, a fronte di poco più di 20 alloggi disponibili per l’assegnazione».
“CREIAMO UN OSSERVATORIO CITTADINO”
«Per affrontare il problema in modo strutturale, sarebbe utile creare un Osservatorio cittadino sull’Abitare che coinvolga l’amministrazione, i sindacati degli inquilini e il terzo settore – È la proposta di D’Amico – Questo strumento potrebbe servire per analizzare i bisogni e monitorare l’evoluzione del mercato abitativo a Varese. Tuttavia, è fondamentale che l’Osservatorio si inserisca in un quadro di politiche più ampie, coordinate con un Piano Casa Nazionale, che deve prevedere risorse adeguate e una strategia chiara. A livello regionale, occorre inoltre un impegno concreto per rilanciare l’edilizia residenziale pubblica e ampliare i progetti di social housing a partire dalla ristrutturazione degli immobili esistenti e dal reperimento di nuovi alloggi».
UN’ALLEANZA MUNICIPALISTA
Secondo la consigliera «Un’importante iniziativa in questa direzione è stata lanciata da un’Alleanza Municipalista, che propone un Piano Casa Nazionale e ha creato una piattaforma dedicata che i Comuni italiani possono utilizzare per leggere le proposte e aderire».
D’amico ha elencato anche le cinque proposte dell’Alleanza Municipalista al Governo e al Parlamento:
1. Legge quadro sull’Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale: per garantire uniformità nei diritti di accesso e permanenza nell’edilizia pubblica e per riconoscere il diritto alla casa tra i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS). La proposta include il rifinanziamento del programma per il recupero degli immobili ERP e la creazione di Housing Associations per produrre e gestire edilizia sociale.
2. Assegnazione gratuita ai Comuni di immobili inutilizzati: per consentire ai Comuni di acquisire gratuitamente immobili statali inutilizzati da destinare a politiche per l’abitare e all’edilizia studentesca, accompagnati da un fondo per la loro messa in sicurezza.
3. Rifinanziamento del Fondo Nazionale Locazione e del Fondo Morosità Incolpevole: occorre garantire continuità a questi strumenti di supporto per le famiglie in difficoltà economica.
4. Legge nazionale di regolamentazione delle piattaforme turistiche: per regolamentare gli affitti brevi e contenere gli effetti negativi sul mercato abitativo.
5. Misura nazionale per l’emergenza abitativa e le persone senza dimora: occorre riconoscere strutturalmente la condizione di emergenza abitativa e di senzatetto come fragilità da affrontare con risorse e interventi dedicati.
La mobilitazione collettiva e coordinata è essenziale per imporre nell’agenda politica l’emergenza abitativa e ribadire che la casa non è un bene di lusso ma un diritto fondamentale. Varese, come ogni altra città italiana, deve diventare un luogo in cui vivere sia possibile per tutte e per tutti”.
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