Effetto domino nell’automotive: la Meta System di Mornago a rischio chiusura
È il primo presidio per i lavoratori di Mornago: in gioco ci sono 133 posti di lavoro in provincia di Varese. La crisi tedesca e la delocalizzazione colpiscono un'eccellenza italiana
Prima Beko Europe, poi Mv Agusta e ora Meta System. Un tris di aziende metalmeccaniche importanti colpite da una crisi profonda che ne mette a repentaglio la stessa esistenza.
L’ultima in ordine di tempo è la Meta System spa, azienda di Mornago della filiera dell’automotive che dà lavoro a 133 persone a cui se ne aggiungono altre 450 impiegate nel quartier generale di Reggio Emilia, dove fu fondata nel 1973. Nella sede principale emiliana, i lavoratori stanno facendo uno sciopero e un presidio a oltranza. (Fonte, Reggionline)
L’azienda fino al 2015 era di proprietà al 51% della società cinese Deren Shenzhen Electronics. Nel 2019 c’è stato l’ingresso di un nuovo socio, la Sichuan Gloport Investment Group, sempre di origine cinese. La proprietà dell’azienda attualmente è suddivisa tra quattro azionisti: Deren Shenzen Electronics al 35,09%, Sichuan Gloport Investment al 34,5%, CMAF al 17.83% e China Alliance al 12.58%.
UNA SITUAZIONE DRAMMATICA
La Meta System è specializzata nella ricerca, sviluppo e produzione di elettronica applicata ai sistemi di sicurezza avanzati per i mercati auto, moto ed energia. Per la prima volta nella storia di questa azienda, i lavoratori lunedì 16 dicembre saranno in presidio davanti ai cancelli della fabbrica, dopo aver aderito allo sciopero dei metalmeccanici di mercoledì 11 dicembre.
«Abbiamo fatto assemblee sui tre turni con i lavoratori – dice Annalisa Nobile, rsu della Fiom Cgil – spiegando la situazione drammatica in cui versa l’azienda. I lavoratori sono abbastanza scioccati perché a Mornago non siamo abituati a pensare a questo livello di drammaticità. Abbiamo attraversato le tempeste delle crisi globalizzate ma non siamo mai arrivati a questo punto. Oggi si parla di chiusura».
EFFETTO DOMINO NELL’AUTOMOTIVE
Sul banco degli imputati la crisi dell’automotive, in particolare il momento difficile che l’intero comparto sta attraversando in Germania. Nel presentare il bilancio di fine anno, Riccardo Rosa presidente dei Ucimu-Sistemi per produrre, l’associazione datoriale che rappresenta i costruttori di macchine utensili in Italia, con riferimento alla chiusura di aziende nell’automotive, ha parlato di «effetto domino che porterebbe un grave problema sociale per la gran parte dei paesi dell’area (Unione Europea, ndr) a partire proprio dall’Italia».
LA PREOCCUPAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI
C’è molta preoccupazione anche tra gli amministratori locali per quanto sta accadendo alle aziende del territorio. Durante lo sciopero dei metalmeccanici di mercoledì 11 dicembre, sindaco e vicesindaco di Varese hanno appeso uno striscione sul balcone principale di Palazzo Estense con la scritta “Uniti per Cassinetta“, riferito alla crisi della Beko. All’ultimo incontro al Mimit, tra le parti sociali e la multinazionale turca, era presente anche il sindaco di Biandronno Massimo Porotti che ha fatto un intervento.
Lunedì 16 dicembre, al presidio di Meta System ci sarà il sindaco di Mornago Davide Tamborini. «È stato un fulmine a ciel sereno – spiega il sindaco – perché stiamo parlando di un’azienda di un certo spessore, sia in termini di ricerca che di sviluppo, che sta attraversando un momento di criticità davvero profonda. Come sempre a farne le spese sono i lavoratori che sono il valore aggiunto e grazie al loro lavoro hanno portato il marchio Meta System a essere leader nell’automotive. Oggi pagano in prima persona la scelta di spostare verso altri stabilimenti fuori dall’Italia la produzione».
L’amministrazione comunale di Mornago si dice pronta per attivarsi fin da subito, attraverso tutti i canali istituzionali, affinché si possa portare ai tavoli regionali, nazionali ed europei la situazione di Meta System.
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