Fiammetta Borsellino agli studenti della provincia di Varese: “La lotta alla mafia parte dalla scuola”

La figlia del magistrato: “La scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma un laboratorio di cittadinanza dove si costruisce una società più giusta“

Generico 09 Dec 2024

«Spegnete i cellulari, prendetevi cura della vostra città, occupatevi dei vostri territori».

È un’esortazione a vivere la vita con pienezza, e fuori dalla tecnologia, quella che propone Fiammetta Borsellino, la figlia minore del giudice Paolo morto nel 1992 in una delle tante stragi di mafia di una stagione terribile affogata nel sangue di servitori dello Stato che hanno pagato con la vita un prezzo altissimo per la lotta all’illegalità. Fiammetta Borsellino era presente nel pomeriggio di martedì nel salone dell’oratorio di Cocquio Trevisago, un appuntamento che ha seguto quello analogo avvenuto a Tradate e che ha preceduto l’intervento all’auditorium di Gavirate, martedì sera.

Un incontro ricco di significato e organizzato dalla rete provinciale dei consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze, che coinvolge ben 27 istituti della provincia di Varese. Un’occasione per riflettere sui valori della cittadinanza attiva e sul ruolo della scuola nel formare giovani consapevoli e responsabili.

In apertura di incontro è stata letta dai giovanissimi la lettera scritta da Paolo Borsellino e letta alla veglia dell’amico e collega giudice Giovanni Falcone, un documento toccante che richiama le giovani generazioni a prendere posizione: collaborare con la giustizia, evitare scorciatoie e raccomandazioni, e impegnarsi nella costruzione di un futuro migliore.

Durante l’evento Fiammetta ha ricordato come suo padre avesse previsto un cambiamento per Palermo, oggi una città bellissima, ma a caro prezzo. «I problemi della criminalità organizzata non riguardano solo il Sud», ha sottolineato. «Si estendono ovunque ci sia economia, attraverso la costruzione di alleanze. È necessario dichiarare da che parte stiamo, e noi stiamo dalla parte del bene».

La figlia del magistrato ha ribadito che uomini come Falcone e Borsellino non sono morti invano, perché le loro idee vivono nelle nuove generazioni. Ha poi sottolineato il ruolo rieducativo del carcere, ricordando che “non si nasce mafiosi, si diventa”. L’obiettivo, ha detto, è sempre quello di promuovere un cambiamento, perché chiunque può riconoscere i propri errori.

Un messaggio forte è stato rivolto ai giovani: «La lotta alla mafia non si può delegare a qualcuno. La forza per dire no alla mafia ce la dà la scuola». Fiammetta li ha esortati a staccarsi dai telefoni e a dedicarsi al proprio territorio, diventando protagonisti di un cambiamento positivo.

L’incontro si è chiuso con un richiamo ai valori fondamentali: la scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma un laboratorio di cittadinanza dove si costruisce una società più giusta, capace di salvaguardare ogni singolo cittadino senza distinzione. Una lotta contro la mafia che inizia proprio dai banchi di scuola.

Un incontro riuscito, con una sala dell’oratorio parrocchiale piena di grandi e bambini, e con un paio di domande e considerazioni ad alta voce fatte da due anziane del paese che hanno ringraziato non senza commozione la figlia del magistrato per l’impegno sociale di questi anni nel portare una testimonianza di legalità, ringraziamento che va di pari passo con quanto espresso in apertura di incontro dal sindaco Danilo Centrella; presenti per il Comune anche la vice Monica Moretti, gli assessore Raffaela Pane (Scuola) Davide Passeri (Sport), Ivan Paolo Potenzoni (Giovani)

Hanno partecipato anche la dirigente scolastica dell’istituto Comprensivo di Gemonio Caterina Lucia Pipitone, e Filippo Tomasello referente della rete provinciale dei consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze (Ccrr) della provincia di Varese in collaborazione con l’ufficio Scolastico provinciale diretto da Giuseppe Carcano. Erano presenti i referenti dei Ccrr di Luino, Casciago, Comerio, Vedano Olona e Saltrio. Fra i rappresentanti istituzionali, anche il sindaco di Brezzo di Bedero Daniele Boldrini.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Dicembre 2024
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