Giorgio Piccaia porta a Busto Arsizio la sua sequenza di Fibonacci
“Uno spazio per l’arte” ospita dal 13 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025. "La celebre “sequenza” si ammanta, qui, di significati e rimandi, che consentono di estrarre anche l’intima dimensione spirituale"

“Uno spazio per l’arte” ospita dal 13 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025 il progetto artistico di Giorgio Piccaia dedicato alla “sequenza di Fibonacci”, una serie numerica che prende il nome dal matematico pisano Leonardo Pisano detto il Fibonacci (Pisa, 1170 circa – Pisa, 1242 circa), artefice dell’introduzione in Occidente dei numeri arabo-indiani.
La sequenza di Fibonacci è sorprendente nella sua semplicità: ogni numero è la somma dei due precedenti: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, e così via; il numero irrazionale 1,618… detto “sezione aurea” o “phi”, tende ad apparire quando avanziamo nella sequenza ed il numero viene diviso per quello precedente; tale rapporto, che è percepito dall’occhio umano come armonioso, è stato utilizzato da artisti, scultori, architetti, fin dall’antichità, come base per la creazione di capolavori.
“Una mostra a lungo attesa, pensata, ideata. Un appuntamento fissato da e nel tempo, quello con l’arte di Giorgio Piccaia che, dopo aver toccato numerose città in Italia e all’estero, porta il “suo” Fibonacci nella “sua” Busto Arsizio. La celebre “sequenza” si ammanta, qui, di significati e rimandi, che consentono di estrarre anche l’intima dimensione spirituale, così strettamente connessa con la Natura, così intrinseca al senso del periodo natalizio – festivo. Doveroso – oltre che artisticamente stimolante – il dialogo, a distanza di poche stanze, con la poetica del padre Matteo. Un omaggio all’origine, all’artista, all’uomo. Un omaggio alla sua memoria. Un impegno preso nella sua scomparsa, oggi mantenuto” afferma Manuela Maffioli, assessore a Cultura e Identità.
La mostra è curata da Melania Rocca e Carlotta Cernigliaro; il titolo “Natura Est” allude all’essenza e all’esistenza hic et nunc, ma anche al punto cardinale, quell’Oriente dal quale tutto ha inizio e tutto ha fine. Giorgio Piccaia rende omaggio alla perfezione della natura attraverso la sequenza di Fibonacci, che prende vita nelle sue pennellate: i numeri sono scritti e riscritti, sono contemporaneamente segni grafici, pittogrammi e chiave per penetrare nei segreti della natura e nella totalità dell’universo, strumento per accedere alla sua via iniziatica, che come phi è interminabile e come il sapere non finisce mai.
I numeri creano ordine dal caos. Studiare ed integrare i numeri nelle sue opere è il tentativo di Piccaia di catturare l’armonia nascosta nella natura, scriverli su tela è un atto meditativo, quasi come un mantra che, costantemente ripetuto in modo circolare, cerca di connettere l’artista con il ritmo dell’universo, partecipando all’ordine naturale.
Scrivere la sequenza di Fibonacci è volere fermare il tempo, trattenere un momento di eternità sulla tela; del resto, il tempo stesso è una convenzione nata dai numeri ed espressa dai numeri, che però trascende il segno grafico per aprirsi ad una dimensione spirituale fatta di infinito ed eternità. Infine, i numeri ci ricordano che esiste un ordine profondo ed invisibile che governa il mondo. I numeri hanno un’anima, una spiritualità che va oltre la loro funzione razionale, sono un ponte tra il mondo materiale e quello immateriale, tra la natura e l’uomo, tra il passato ed il futuro.
La ricerca di Piccaia ci offre una chiave per comprendere l’universo ed il nostro posto al suo interno.
Una sezione della mostra è un doveroso omaggio a Matteo Piccaia (S. Donà di Piave 1923 – Busto Arsizio 2021), artista che per oltre mezzo secolo ha vissuto a Busto Arsizio e padre di Giorgio. In esposizione opere di entrambi gli artisti in un dialogo che riflette le lezioni ed i continui scambi, di cui possiamo apprezzare l’esito nell’arte del figlio, che ha scelto la natura come filo conduttore per la sua ispirazione. Giorgio rende, dunque, omaggio a Matteo con una serie di lavori: olii, acrilici, carte, papiri e piccole sculture in plexiglass, oltre ad una installazione nel cortile.
Giorgio Piccaia, pittore e scultore, è nato nel 1955 a Ginevra (Svizzera) e vive e lavora in Piemonte, in provincia di Novara. Essendo figlio d’arte, fin da piccolo frequenta con il padre gli ambienti artistici ginevrini prima, e milanesi poi.
Tra il 1965 ed il 1999 trascorre gli anni formativi a Busto Arsizio, dove frequenta le scuole. L’incontro, a fine anni ’70, con John Cage e Jerzy Grotowski risulta decisivo. Lo spoglio del non essenziale e l’ascolto di sé stessi e dell’ambiente in cui viviamo, imparato dai due maestri, caratterizza ancora adesso la sua arte. Nei primi anni Ottanta, la frequentazione di Corrado Levi nella Facoltà di Architettura a Milano gli ha permesso, dopo il lavoro sul corpo con performance e happening, di giungere alla pittura e alle arti visive. Nel 2018, con l’amico monaco Gregory Sinaite del Monastero di Santa Caterina sul Sinai, riscopre Leonardo Pisano detto il Fibonacci, matematico dell’Alto Medioevo. Attualmente il suo progetto artistico è legato ai numeri della sequenza di Fibonacci e ai Myosotis, che secondo l’artista lo “riportano alla semplicità della Natura e alla riscoperta della Felicità”.
Tra il novembre 2022 e il gennaio 2023 il Comune di Pisa ha ospitato la Grande mostra diffusa “Piccaia/Fibonacci” in occasione dei festeggiamenti per gli ottocentocinquant’anni dalla nascita del matematico pisano, su invito dell’Assessore al Turismo Paolo Pesciatini.
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