Giuseppe Cederna: “Lo sguardo di Carlo Meazza racconta l’umanità della montagna”
L'attore e il fotografo questa sera insieme a Varese per presentare la nuova edizione del libro “Monte Rosa”, un omaggio alla natura e alla memoria che unisce uomo e paesaggio

Il fotoreporter Carlo Meazza e l’attore Giuseppe Cederna sono in automobile, da Milano si stanno dirigendo verso Varese dove questa sera (lunedì 2 dicembre Sala Montanari inizio ore 21) presenteranno il nuovo libro fotografico di Meazza “Monte Rosa” (Pubblinova Edizioni Negri). Si tratta di una riedizione, a 32 anni da quella originale datata 1992, un’operazione che sancisce il legame fortissimo che Meazza ha con la montagna e i paesaggi della sua vita.
«Conosco Carlo da tempo – dice Cederna – e questo libro è un pezzo di vita importante perché mette insieme lo sguardo, la memoria, un intero luogo geografico che è Varese e tutto ciò che ha intorno, appunto, le montagne».
Carlo Meazza a Varese è molto amato come fotografo e come persona. Che cosa la colpisce dell’uomo e cosa del fotografo?
«Dell’uomo mi colpisce l’umiltà del suo animo. La sua fotografia mi piace perché non è mai solo estetica ma è sempre legata all’umano. Parliamo di un’umanità profonda che i suoi occhi sanno sondare. Questo è un libro sull’umanità, sull’uomo che guarda la natura e il mondo. È la prima lezione che ne ho tratto dopo averlo letto».
Quanto è importante la fotografia di Meazza per ricordarci che la natura è immanente rispetto all’umanità?
«È vero la natura c’è e ci siamo noi che non sempre ricordiamo l’esistenza di questo rapporto. Le foto di Carlo ci riportano a questa consapevolezza non solo perché c’è la bella montagna e la bella luce. Nei suoi scatti c’è molto di più. Ci sono lui e la sua storia, il suo sguardo umile e profondo sul mondo, quello vero».
Che sentimento suscita in lei questo sguardo?
«Il suo modo di guardare la natura, pieno di umiltà, si traduce in una forma di rispetto verso la terra che ci accoglie, ma non solo. Carlo riesce a generare molteplici sentimenti che rispecchiano tutti gli aspetti dell’esistenza umana: il tempo che passa, la memoria, le stagioni della vita e gli incontri con gli altri e le infinite storie che ne scaturiscono. Questa sera vi racconteremo tutto questo».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Castegnatese ora Insu su Riunione dal Prefetto sul viadotto Vedano di Pedemontana, bocche cucite ma facce preoccupate
Felice su Il sindaco di Daverio difende il Trail delle Terre di Mezzo: "Chi rovina i boschi sono gli spacciatori"
lenny54 su Matteo Bianchi eletto Vice-Presidente del Comitato europeo delle regioni in Europa
luigiudici su Fotovoltaico, le società energetiche si arricchiscono alle nostre spalle
gokusayan123 su A Varese e provincia i furti preoccupano i residenti: “Sono entrati in casa a rubarmi con le tute da imbianchino”
BarbaraFede su «Nello sgombero dei senza tetto a Malpensa, i veri fragili sono i cacciatori e non i cacciati»
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.