La barzelletta dei primi ministri: Italia maestra di stabilità
L'intervento di Jo Getti
Ore 21. Un’ipotetica telefonata tra i leader europei. Sulla linea, il Primo Ministro britannico (che ormai cambia con le stagioni), il nuovo Premier francese appena insediato dopo mesi di stallo, il Cancelliere tedesco preoccupato per la tenuta della sua coalizione, e – sorprendentemente rilassato – l’italiano.
“Ragazzi, sapete questa?” esordisce l’italiano, con un tono da vecchio amicone. “Un francese, un tedesco e un inglese si trovano al bar. Il francese ordina un cocktail, ma non arriva mai perché non c’è un governo che approvi il budget. Il tedesco paga per tutti, ma scopre che nessuno lo rimborsa perché il Parlamento è in crisi. L’inglese ride di loro, ma poi si accorge che il barista è lui: è cambiato tre volte da stamattina e nessuno lo riconosce più!”.
Gli altri tre rimangono in silenzio. “E tu, caro amico italiano?” chiede il britannico, forzando una risata nervosa. “Io?” risponde l’italiano. “Abbiamo avuto lo stesso governo per due anni consecutivi. È noioso, ma almeno il barista ci serve.” La Francia della grandeur è alla deriva e si aggrappa a Notre Dame restaurata. Liberté? Sì, ma solo perì bloccare autostrade. Fraternité? Solo durante i cori ultras. E un governo stabile? Più probabile trovare un accordo sul prezzo del camembert.
La Germania, un tempo il motore impeccabile d’Europa, arranca come una vecchia auto diesel senza catalizzatore. Il Cancelliere si aggira per Berlino con un progetto nebuloso, cercando di rimettere insieme una coalizione che perde pezzi come un puzzle in una discoteca. Era il faro di stabilità, ora è un LED intermittente.
Il Regno Unito, patria di navigatori, ha perso la bussola con la Brexit. Si ritrova con un equipaggio che cambia capitano ogni trimestre e una nave che imbarca più acqua del Titanic in avaria.
E poi c’è l’Italia, che ha trasformato l’instabilità in un’arte nazionale. Dopo decenni di governi lampo e coalizioni improbabili, gli italiani sono vaccinati al caos. Come la torre di Pisa che pende senza mai cadere, l’Italia ondeggia elegante nella sua imprevedibilità.
“Un po’ di vino, una buona pasta, e chi se ne importa dei governi,” scherza il Premier italiano prima di chiudere la telefonata. Poi aggiunge, con un sorriso malizioso: “Vi faccio mandare una bottiglia di prosecco dai miei boys. Non risolverà i vostri problemi, ma almeno vi farà brindare al prossimo cambio di governo.”
Mentre gli altri leader rimuginano, l’Italia, la nuova maestra dell’equilibrismo, brinda. Perché, in fondo, l’unica vera stabilità è sapere che, qualunque cosa accada, il prosecco non manca mai.
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