MV Agusta, il bivio: ora deve camminare con le sue gambe
Dopo il disimpegno di Ktm, la storica casa motociclistica varesina deve affrontare nuovi scenari tra autofinanziamento, contratti di solidarietà e incognite sulla governance futura
«Ora MV Agusta deve camminare con le proprie gambe». La battuta di Agostino Casati, rsu Fim Cisl dei Laghi della storica casa motociclistica varesina, sintetizza perfettamente la decisione presa da Ktm, socio di maggioranza. La proprietà austriaca, nell’incontro con i sindacati in Confindustria Varese, ha ritenuto MV Agusta un asset non strategico.
Un dietrofront che fa riflettere, considerando che solo nove mesi fa Ktm, con due anni di anticipo sul percorso di acquisizione previsto, aveva rastrellato la maggioranza delle quote di MV Agusta, salendo dal 25,1% al 50,1%, lasciando il 49,9% al russo Sardarov. Ora ha deciso di sfilarsi, dopo aver tratteggiato le magnifiche sorti di quel matrimonio nel corso della presentazione della nuova proprietà austriaca.
A chi, in quell’occasione, ricordava a Luca Martin, nuovo direttore operativo e vice amministratore delegato di MV Agusta, la triste e beffarda esperienza vissuta con Ktm nella vicenda dello stabilimento Husqvarna di Biandronno, lo stesso Martin rispondeva: «Dietro questa operazione ci sono tre pilastri: trasparenza, coraggio e buon senso».
Alla luce di questo epilogo, è naturale chiedersi dove siano finiti il buon senso e il coraggio. Sulla trasparenza ci sono ancora 90 giorni per pronunciarsi, cioè il tempo del concordato. Per rimettere le cose a posto non bastano dichiarazioni ad effetto come quelle dello stesso Martin che, paragonando MV Agusta alla Ferrari, pensa di mettere a tacere ogni polemica su quest’operazione. Certo, è consolante sapere che le moto MV Agusta si faranno ancora a Varese, come le Ferrari continueranno a essere prodotte a Maranello. Il problema è sapere a quali condizioni si proseguirà, considerando che Ktm era entrata come socio di maggioranza per sopperire alle evidenti debolezze della casa motociclistica varesina sul piano commerciale.
moto imballata pronta per essere spedita in Austria«Il prezzo da pagare ha un nome, anzi più nomi – spiega Casati – logistica, marketing, magazzino e vendite ovvero gli asset che rientreranno alla casa madre». In un contesto di crisi del settore e in un mercato globalizzato, Ktm non riesce più a sostenere quei costi che avrebbero dovuto rendere efficiente anche la parte commerciale dI MV Agusta. Quindi, la priorità ora è vendere le tremila moto che ha in magazzino. Un altro aspetto importante riguarda il 49,9% di MV Agusta, nelle mani della famiglia Sardarov. Se i russi stanno alla finestra a guardare, dopo il tempo del concordato avranno un peso non indifferente nelle decisioni da prendere.
Per la futura governance vanno considerati anche nuovi potenziali interlocutori, a cominciare dagli indiani, che in questa partita potrebbero dire la loro. Al momento, l’unica cosa certa è il nuovo scenario che dovrà autofinanziarsi e, per farlo, sarà aperto un contratto di solidarietà all’80%. Nel frattempo, la preoccupazione dei lavoratori cresce e, secondo Casati, è più che giustificata: «Ktm ha ritirato i 500 mila euro messi sul piatto per le buone uscite, un indizio che fa presumere un non ritorno degli austriaci sui loro passi. Il pagamento delle tredicesime, a 16 giorni dalle festività natalizie, è slittato forse al 23 dicembre».
https://www.varesenews.it/2024/12/mv-agusta-continuera-ma-senza-senza-ktm-contratto-di-solidarieta-all80/2110809/
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