Nel 2025 l’industria italiana del bene strumentale non recupererà il terreno perduto
Secondo Federmacchine, le previsioni per il 2025 indicano un leggero miglioramento grazie a una ripresa della domanda interna (+4,3%) e un aumento del 5% delle consegne dei costruttori italiani
Il 2024 si chiude con una nota dolente per l’industria italiana costruttrice di beni strumentali. Secondo i dati forniti dal Gruppo statistiche di Federmacchine, il fatturato complessivo del settore subirà una flessione del 7,8% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 52.207 milioni di euro. Un calo che si riflette sia sul mercato interno, dove la domanda è scesa in modo marcato, sia sull’export, rallentato dalle difficoltà geopolitiche e dal clima economico internazionale incerto.
Il peso della crisi sul 2024
Le esportazioni, pilastro del settore, vedranno una contrazione del 3,9%, fermandosi a 36.213 milioni di euro. Tra i principali mercati di destinazione, solo gli Stati Uniti mostrano una crescita (+3,8%), mentre Germania, Francia e Cina registrano cali. Sul fronte interno pesa una domanda domestica che crolla del 17,4%, scendendo a 25.239 milioni di euro.
Bruno Bettelli, presidente di Federmacchine, non nasconde la sua preoccupazione: «L’instabilità geopolitica e la debolezza della domanda interna hanno inciso profondamente sui risultati. La situazione della Germania, tradizionale traino dell’economia europea, e la crisi dell’auto aggiungono ulteriore pressione al nostro comparto».
Ripresa nel 2025, ma con cautela
Le previsioni per il 2025 indicano un leggero miglioramento: il fatturato dovrebbe salire a 53.255 milioni di euro (+2%), grazie a una ripresa della domanda interna (+4,3%) e un aumento del 5% delle consegne dei costruttori italiani. Tuttavia, l’export rimarrà sostanzialmente stabile (+0,7%), segno che le incertezze internazionali continueranno a pesare.
Bettelli sottolinea la necessità di strategie di internazionalizzazione più incisive: «La seconda edizione dello studio Ingenium, che presenteremo all’inizio del 2025, sarà fondamentale per individuare nuove opportunità di crescita sui mercati internazionali. È urgente rafforzare il nostro posizionamento globale».
Il ruolo delle politiche nazionali
Sul piano interno, il presidente di Federmacchine richiama l’attenzione sul perfezionamento di Transizione 5.0 , anche nella Legge di Bilancio in discussione: «L’innovazione dell’industria manifatturiera passa attraverso investimenti in nuovi macchinari. Speriamo che queste misure possano dare un nuovo slancio alla domanda interna».
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