Non ci sono abbastanza prove. Assolto l’agente di Polizia Locale di Busto Arsizio accusato di truffa
Respinta la richiesta di condanna a due anni nei confronti del giovane vigile accusato di aver simulato un'aggressione da parte di due persone mentre controllava la regolarità delle auto in sosta
È stato assolto in base al secondo comma dell’art. 530 del codice di procedura penale l’agente di Polizia Locale di Busto Arsizio finito a processo con l’accusa di aver simulato un’aggressione da parte di alcuni automobilisti che stava multando perchè le loro auto erano in sosta vietata. La vicenda, avvenuta a febbraio di quest’anno, scatenò l’ira dei sindacati.
L’accusa aveva chiesto la condanna a due anni per il giovane agente, sostenendo che la simulazione fosse avvenuta con l’intento di portare l’attenzione sul fatto che gli venissero impartiti ordini di servizio che non erano tra quelli che avrebbe dovuto svolgere e che per di più fosse stato mandato da solo a svolgere una mansione per la quale non era stato adeguatamente preparato. Secondo la difesa, invece, l’agente era da assolvere.
Da quanto ricostruito grazie ai video delle telecamere, posizionate proprio attorno al punto in cui si sarebbe verificata la presunta aggressione, era emerso che il ghisa si sarebbe procurato escoriazioni e segni in modo del tutto autonoma con l’intento di simulare il pestaggio da parte di mai identificati automobilisti arrabbiati.
Per questo venne aperto un fascicolo con le ipotesi di truffa, falso, simulazione di reato e procurato allarme. Nulla di tutto questo ha retto in aula e alla fine il giudice ha deciso di assolvere l’agente in quanto manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile.
L’avvocato Riccardo Piga, difensore del Comune di Busto Arsizio che si era costituito parte civile, aveva chiesto 3500 euro per danni patrimoniali e 7500 per danno d’immagine. Tra quindici giorni verranno depositate le motivazioni da parte del giudice Cristina Ceffa.
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