Tassa sulla salute e ristorni ai Comuni, l’associazione Frontalieri: “Un doppio colpo per lavoratori e territori di confine”
I due emendamenti alla Finanziaria 2024 continuano a fare discutere: anche l'Associazione Frontalieri Ticino lancia l'allarme
I due emendamenti alla Finanziaria 2024, in discussione in questi giorni, rischiano di colpire duramente i frontalieri e le comunità di confine. A confermarlo, oltre agli amministratori e i politici coinvolti che hanno già fatto sentire i loro appelli, c’è anche l’allarme lanciato dall’Associazione Frontalieri Ticino, che in una nota esprime preoccupazione per la nuova “Tassa sulla Salute” specie se rivolta ai vecchi frontalieri e per la revisione dei criteri di erogazione dei ristorni ai Comuni italiani di confine.
TASSA SULLA SALUTE: “UN APPROCCIO PUNITIVO”
La questione della Tassa sulla Salute è stata duramente criticata da Mattia Cavallini, rappresentante dell’Associazione Frontalieri Ticino: «L’emendamento proposto suggerisce che il Governo intenda applicare la norma senza avere dati precisi sulle persone coinvolte – ha spiegato Cavallini – Sarà quindi richiesto ai vecchi frontalieri di autodenunciarsi, certificando il proprio status reddituale. In caso di mancata dichiarazione, le sanzioni previste saranno pari al doppio dell’importo dovuto».
Secondo Cavallini, questa misura rappresenta un “accanimento inaccettabile” nei confronti dei lavoratori frontalieri che già contribuiscono in modo significativo al benessere economico dei territori di confine. L’Associazione perciò propone soluzioni alternative che potrebbero rispondere meglio alle esigenze del settore, come la detraibilità delle spese sanitarie anche per i vecchi frontalieri e l’esenzione totale per chi sottoscrive un piano sanitario integrativo mutualistico o assicurativo, sia in Italia che in Svizzera. «La mancanza di confronto con chi vive realmente il territorio e conosce davvero le problematiche del frontalierato – ha commentato Cavallini – Porta purtroppo a decisioni scoordinate e discutibili, prive di visione e prospettiva».
RISTORNI AI COMUNI: “MENO RISORSE PER I TERRITORI”
Sul fronte dei ristorni, il Presidente dell’Associazione, Massimiliano Baioni, denuncia un possibile dietrofront preoccupante: la nuova proposta prevede infatti un aumento della soglia minima di frontalieri necessaria ai comuni per accedere ai ristorni, facendo tornare dal 3% al 4% la soglia minima di lavoratori oltreconfine rispetto alla popolazione residente. Questo cambiamento ridurrebbe il numero di Comuni beneficiari, privando realtà già in difficoltà di risorse essenziali della possibilità d ifinanziare servizi destinati a tutti i cittadini. «Un impatto gravissimo che potrebbe colpire persino il capoluogo di provincia, Varese – Sottolinea Baioni – Questa decisione rischia di aggravare ulteriormente le già delicate condizioni economiche e sociali dei nostri territori di confine».
Per questo, l’Associazione Frontalieri Ticino lancia un appello alla politica: «Chiediamo un netto cambio di rotta nelle politiche sul frontalierato – scrive la nota – È fondamentale istituire tavoli di confronto permanenti, ascoltando le proposte di chi si occupa quotidianamente di queste tematiche. Solo così si potranno evitare scelte che danneggiano lavoratori, cittadini e intere comunità».
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