Urla, polemiche e litigi, ma alla fine si approva il bilancio di previsione di Varese
Lo scontro sui ristorni prosegue a Varese nel consiglio sul bilancio: la maggioranza denuncia i tagli del Governo, mentre la minoranza parla di attacco istituzionale
Dopo due serate in cui si è visto davvero di tutto è stato approvato – ovviamente a maggioranza: 21 si contro 10 voti contrari – il bilancio di previsione del comune di Varese, che destinerà un importo di 98 milioni di euro a missioni che riguardano famiglia, sicurezza, welfare, manutenzioni, eventi culturali e sportivi.
«In uno scenario complesso in cui pesano le scelte del governo – hanno sottolineato il sindaco Davide Galimberti e l’assessora al Bilancio Cristina Buzzetti – con la previsione di tagli di fondi che vanno a penalizzare sempre più gli enti locali e con le tante crisi aziendali sul territorio, sarà una fase difficile. Nonostante questo, come emerge da questo bilancio approvato dal Consiglio, tutti i servizi previsti saranno garantiti e non si graveranno le famiglie e le imprese di aumenti tariffari o incrementi di imposte».
Anche per questo secondo giorno di dibattito, a scaldare gli animi è il ricordo di quei 4 milioni di ristorni dei frontalieri che non andranno più a Varese: con il centro sinistra che parla di Roma Ladrona e il centrodestra che dà degli incapaci alla Giunta. Un tema che dà l’impressione di rappresentare un’ottima occasione, per entrambe le parti, per far salire la temperatura politica più che amministrare il territorio.
L’oggetto del contendere della seconda seduta sono stati in particolare due ordini del giorno presentati dalla maggioranza, entrambi “ispirati” dalla querelle dei ristorni alla città di Varese: il primo, firmato da Matteo Capriolo, impegna l’amministrazione a “mettere in atto ogni possibile iniziativa ed attività ,compresa l’eventuale azione giudiziaria, e con anche l’eventuale coinvolgimento di altri comuni interessati della provincia di Varese e Como in particolare, interessate al mantenimento dell’attuale normativa che prevede la percentuale del 3% e sensibilizzino il legislatore regionale lombardo a seguire quanto fatto dalla Regione Piemonte, che procede all’assegnazione diretta dei ristorni a favore dei Comuni eliminando ogni rapporto percentuale tra frontalieri e popolazione residente”.
Il secondo ordine del giorno approvato, firmato da Dino De Simone è quello per cui la minoranza ha attuato una protesta preventiva: quello che prevede che “In tutti gli atti amministrativi del Comune siano chiaramente indicati gli importi delle riduzioni di risorse subite” e che “Negli uffici comunali vengano affissi cartelli informativi per spiegare ai cittadini l’impatto concreto delle scelte governative sulle finanze locali”.
Su di loro si è concentrata la gran parte del dibattito e delle scenate: e di urla in serata ne sono volate tante anche se non sempre, giustificate. Tanto da far arrabbiare la “preside” del gruppo, Luisa Oprandi, che prima che consigliere comunale è stata insegnante per tutta la sua carriera. «Ormai è il mio 13esimo anno in politica, ma mi sento di esprimere il mio disagio per il livello del dibattito consigliare. Negli anni scorsi il dibattito è stato ben diverso» ha cosi bacchettato i presenti.
Gli scontri principali sono stati tra i due giovani Stefano Angei (Lega) e Giacomo Fisco (PD), che hanno urlato più volte in aula. Ma una bella scaramuccia è avvenuta anche tra l’assessore Andrea Civati e Emanuele Monti: quest’ultimo, arrivato a seduta iniziata e dopo la conclusione dei lavori in consiglio regionale (È anche consigliere regionale), è stato un vero e proprio tornado sul consiglio tra provocazioni, puntualizzazioni, polemiche ed emendamenti scritti a mano. Con la definizione di “rondò Civati” ha fatto imbestialire l’assessore all’urbanistica, con un emendamento scritto a mano ha messo alla prova il presidente del consiglio comunale Alberto Coen Porisini, con una frase ha fatto uscire dai gangheri Giacomo Fisco. Poi si è indignato per la non ammissione del suo emendamento scritto a mano e, promettendo ricorso dal Prefetto, ha disconosciuto la validità del dibattito e se n’è andato, prima del voto.
un momento del dibattitoDa segnare il comportamento di Luca Boldetti: con aplomb inglese, è riuscito a far approvare un emendamento che rende “bipartizan” gli avvisi ai cittadini, facendo aggiungere: “nelle medesime forme e luoghi individuati ai due punti precedenti vengano altresì comunicati ai cittadini, in un’ottica di massima trasparenza dell’Ente comunale, gli incrementi o decrementi di tributi, tariffe, canoni, imposte ed altre entrate del Comune di Varese a fronte delle scelte dell’amministrazione in carica quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo: l’aumento della TARI, l’aumento dell’imposta di soggiorno, l’aumento del Canone Unico Patrimoniale, l’aumento delle tariffe dei parcheggi”. In cambio, il Polo delle Libertà e Grande Varese si sono astenuti sul voto.
BOLDETTI SI “AGGIUDICA” IL SECONDO SÌ: UNANIMITÀ PER IL SUO ORDINE DEL GIORNO SU FOTOTRAPPOLE CONTRO RIFIUTI E AUMENTO DEL DECORO URBANO
Nella caotica serata di approvazione del bilancio vanno segnalate anche degli obiettivi collaterali. È stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato da Luca Boldetti del gruppo Polo delle Libertà, che aveva l’obiettivo di contrastare l’abbandono dei rifiuti: il provvedimento, che ha ricevuto parere positivo dall’assessora all’ambiente Nicoletta San Martino prevede l’aumento delle fototrappole in città, un’intensificazione dei controlli nelle aree verdi e boschive, nonché l’installazione di nuovi cestini pubblici per il corretto smaltimento dei rifiuti. Inoltre, per promuovere il decoro urbano, saranno aggiunti ulteriori cestini dedicati con sacchetti gratuiti per la raccolta delle deiezioni canine. Si tratta della seconda approvazione in due giorni per una proposta del consigliere di minoranza: la prima aveva riguardato l’eliminazione della sosta gratis per le auto elettriche e ibride plug in.
Foto di Gruppo della maggioranza, alla fine della serataLA SEDUTA DEL 19 DICEMBRE IN STREAMING
Quello che vi abbiamo raccontato finora è stata solo una parte della seduta: che ha visto per esempio una discussione sulle nuove formule per il biglietto della funicolare, che da oggi non è più unito al biglietto del bus urbano. E ha visto un ritorno in salone Estense di uno dei protagonisti dei bilanci passati: Marco Pinti, indimenticato sciorinatore di emendamenti (ne ha presentati oltre cento, in un’occasione) salutato con affetto da rappresentanti di tutti i partiti politici: la sua entrata ha addirittura fermato per qualche minuto la seduta, a causa dei colleghi che per salutarlo hanno abbandonato le loro sedie.
Marco Pinti con l’assessore alla sicurezza CatalanoVale così la pena dare un’occhiata anche allo streaming della diretta, per vedere e sentire con i propri occhi e orecchie quello che abbiamo provato a raccontarvi.
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