“Al cinema con mio figlio autistico e il suo cane di assistenza: un piccolo segnale di normalità”
Il racconto di un pomeriggio a vedere il film della Disney superando diffidenze e perplessità, grazie alla normativa che dal 2023 consente ai cani addestrati di stare al fianco del padrone
Un pomeriggio di “quasi normalità” per Leo e il suo cane Aaron. A raccontarlo è Cristina, madre di un ragazzino con disturbo dello spettro autistico, che è andato al cinema a vedere l’ultimo lavoro della Disney “Mufasa”: « da quando nella vita di Leo è arrivato Aaron, cane di assistenza appositamente addestrato, possiamo fare molte più attività. Con il cane al suo fianco, capace di influire sugli stati emotivi e le reazioni del suo padroncino, possiamo ora fare passeggiate, stare in ambienti affollati, andare per negozi e musei».
Dal 2023 la norma che garantisce l’accesso dei cani di assistenza e di allerta medica
Alla vigilia della befana, Cristina, con il marito, ha comperato i biglietti al cinema di Gavirate per assistere allo spettacolo. Una volta arrivati, hanno mostrato le certificazioni del cane e, soprattutto, la normativa del febbraio 2023 che garantisce l’accesso dei cani di assistenza e di allerta medica in tutti gli ambienti, al seguito del padrone: « Dopo qualche perplessità, abbiamo ottenuto l’autorizzazione ad entrare nella sala, ben consapevoli che, alle prime avvisaglie di insofferenza di Aaron o di “partecipazione” al film, avremmo dovuto uscire. Il nostro Labrador ama guardare i documentari del National Geografic e spesso si lascia andare a reazioni spassose. Ma il film della Disney, pur realizzato alla perfezione, non lo ha coinvolto lasciandolo concentrato nel compito per cui è addestrato alla perfezione».
Il cane addestrato a supportare il padrone nei momenti di difficoltà emotiva e sensoriale
L’esperienza vissuta da mamma Cristina e Leo, con il supporto di Aaron , è un altro piccolo tassello di una vita normale in una società inclusiva: «La presenza di Aaron, addestrato e certificato per supportare Leonardo nei momenti di difficoltà emotiva e sensoriale, ha fatto una grande differenza, permettendo a tutta la nostra famiglia di riunirsi in un luogo che riteniamo magico come il cinema. Purtroppo, l’ammissione dei cani di assistenza è spesso poco conosciuta in Italia nonostante l’esistenza di una normativa, ribadita ulteriormente prima di Natale dalla Ministra Locatelli che ha inserito il riconoscimento e l’accesso dei cani di assistenza nei luoghi pubblici nella legge di bilancio 2025. Magari avrà intenzione anche di riconoscere risorse economiche ad hoc per i cani di assistenza ».
Il pomeriggio al cinema è durato finché Leo ha seguito la storia di Mufasa, 40 minuti goduti appieno che hanno permesso a mamma Cristina di segnare un nuovo piccolo traguardo: « È fondamentale che tutti, indipendentemente dalla propria condizione, abbiano accesso a esperienze come questa. Fino ad oggi, per noi era difficile accedere a spazi di vita comunitaria come il cinema, ma con questo passo, speriamo che molti altri cinema possano seguire l’esempio del Multisala di Gavirate».
C’è ancora disattenzione verso il diritto all’inclusione
L’eccezionalità dell’evento fa emergere una realtà molto più complessa e arretrata rispetto al testo della legge: « Nonostante siano cani addestrati allo scopo, c’è ancora una certa disattenzione ai diritti di queste persone con disabilità accompagnati dai cani. Forse c’è scarsa conoscenza ed episodi come quello del cinema sono importanti per aggiungere tasselli al mosaico dell’inclusione».
Un cane di assistenza non è un semplice cane di famiglia
Avere un cane di assistenza è un impegno importante per una famiglia: « Sono normati ma, al momento, non è previsto alcun riconoscimento per il loro servizio: nè per l’addestramento, né per il mantenimento. È un animale che sa cosa deve fare ma, come tutti, ha bisogno anche di tempi liberi, di gratificazioni, continuo addestramento perchè non diventi un semplice “animale di famiglia”. È una situazione complessa che grava tutto su di noi, Con Aaron, però, abbiamo fatto tanti passi avanti: ora, data l’età di nostro figlio, stiamo progettando di portarlo a vedere un concerto di musica o uno spettacolo teatrale. Piccoli passi verso un modello di società più inclusivo e accessibile a tutti. Perchè l’accessibilità non è solo una barriera fisica, lo è più spesso mentale e culturale».
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