All’IPC Einaudi di Varese si va a scuola di Emozioni

In breve, il progetto nasce con l’obiettivo di supportare gli studenti dal punto di vista psicologico edemotivo, attraverso un modulo strutturato in 10 ore, che si sono svolte in parte a scuola e in parte nei locali dell’oratorio di Capolago

Generico 06 Jan 2025

L’istituto IPC Einaudi di Varese per la prima volta ha offerto l’opportunità agli studenti di una classe di 2^ di affrontare il tema delle emozioni, con particolare riferimento alle relazioni in classe. Il progetto “La Caverna di Platone”, realizzato con i fondi PNRR Azioni di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica (D.M. 170/2022), è un progetto di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica che prende il nome dal mito della caverna di Platone, in virtù di quel processo di liberazione da ombre e mistificazioni che accompagnano il successo formativo legato all’apprendimento.

In breve, il progetto nasce con l’obiettivo di supportare gli studenti dal punto di vista psicologico edemotivo, attraverso un modulo strutturato in 10 ore, che si sono svolte in parte a scuola e in parte nei locali dell’oratorio di Capolago.

La Dirigente Samantha Emanuele, unitamente alle Professoresse Margherita Tartarini e Maria Rosaria Maggio, hanno scelto di allargare la proposta formativa alle cosiddette “life skills”, ovvero quelle competenze e atteggiamenti che vanno al di là delle tradizionali discipline scolastiche, essenziali per la vita quotidiana di tutti e fondamentali nelle relazioni con gli altri. L’educatore Pier Luigi Ricci, affiancato dagli assistenti Roberta Sartore e Alberto Barco, formati dal noto psicologo Amedeo Maffei, hanno condotto gli studenti alla scoperta delle proprie emozioni e alla condivisione delle stesse nelle attività di gruppo.

Le tematiche proposte ai ragazzi hanno spaziato su argomenti come l’affettività, la gestione dello stress, le life skills, la cura di sé, gli stili di vita salutari, il miglioramento del clima relazionale in classe e nel gruppo dei pari, i desideri, gli orientamenti futuri e le scelte di vita. Nel primo incontro sono stati proprio i ragazzi a scegliere il tema più sentito, ovvero l’espressione delle proprie emozioni all’interno della classe, tema sviluppato negli incontri successivi con momenti di riflessione, confronto e strumenti esperienziali.

Questi incontri formativi rappresentano un punto di partenza per intraprendere esperienze individuali ed affrontare i momenti di difficoltà, migliorando la percezione delle proprie potenzialità. Come è noto, l’adolescenza rappresenta un periodo dell’età evolutiva durante il quale i ragazzi attraversano numerosi cambiamenti nel corpo e nella mente, acquisiscono nuovi ruoli e responsabilità; periodo caratterizzato dalla ricerca della propria identità. Un intervento formativo in questa fase complessa, spesso caratterizzata anche da difficoltà comunicative in ambito familiare, offre un sostegno per affrontare questi cambiamenti con maggiore consapevolezza e fiducia in sé stessi.

Il mondo giovanile oggi appare pervaso da un grande senso di smarrimento e di rinuncia. Il numero dei ragazzi che dice di stare male è sensibilmente aumentato. L’idea di incontrarsi e di partecipare alla vita di gruppo sembra in crisi, amplificando la paura della solitudine.

Naturalmente non per tutti la situazione è la stessa, ma ciò che colpisce di più è il fatto che tanti ragazzi ne soffrano, anche se in modo diverso. È come se questi sintomi fossero d’improvviso diventati più forti e più evidenti. Il 49,4% dei giovani soffre di ansia e depressione a causa della recente emergenza sanitaria e il 62,1% ha cambiato la propria visione del futuro. Sono solo alcuni dei dati emersi dal Rapporto «Generazione Post Pandemia», elaborato a giugno 2022 in collaborazione con Censis, Consiglio nazionale dei giovani e Agenzia nazionale dei Giovani.

La ricerca condotta nell’ambito del progetto «Mi Vedete?» 1 indica che il 71% dei giovani intervistati afferma di provare un disagio, mentre solo il 31% dei genitori si accorge dei problemi del figlio. Il 100% dei docenti invece denuncia questa situazione. Tra i problemi, secondo lo State of Children in European Union del 2024 ci sono l’uso di sostanze (54%), i disturbi alimentari (38%), del sonno (63%) e il bullismo (38%).

D’altra parte l’adolescenza è una fase di «passaggio» e per questo motivo spesso si pensa che il modo migliore per affrontare le difficoltà sia “aspettare che passino”. In realtà questo periodo non passa così in fretta, anzi si sviluppa in un percorso medio lungo, che per molti sembra non finire mai, soprattutto quando non si possiedono gli strumenti per trovare vie d’uscita.

Spesso i giovani non chiedono aiuto e all’inizio lo rifiutano, ma se si trovano di fronte interlocutori significativi poi spesso tendono la mano. E questo è accaduto proprio con i ragazzi della 2^, che hanno scoperto come spesso tutti noi, quasi come automi, ripetiamo abitudini che le nostre esperienze ci hanno cucito sulla pelle, rendendo difficile ogni comportamento che cambia la nostra comunicazione verso gli altri.

Ma poi chi sono gli altri? Sono esseri con una mente traboccante di passioni, consce e inconsce, che percorrono strade diverse, con mondi emozionali quasi completamente nascosti al nostro sguardo. Sono semplicemente persone non sincronizzate con noi. Quando costruisci un puzzle, ti accorgi di avere migliaia di pezzi molto simili, ma mai uguali, ed è solo se riesci a cogliere queste piccole differenze che li puoi unire, dando loro un significato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Gennaio 2025
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