Anche in Italia è possibile donare il proprio corpo alla scienza: l’ospedale di Varese registra il primo caso

L'Italia ha sempre dovuto comperare all'estero parti anatomiche per permettere ai suoi medici di fare pratica. Il 31 dicembre all'ospedale di Varese una donna di 80 anni ha cominciato una nuova era

medicina legale - dr alonzo

Donare il proprio corpo inerte alla scienza e ai medici perchè migliorino la tecnica e aumentino la precisione.
In Italia, il campo delle disposizioni anticipate dopo la morte è in lento divenire. Dopo le DAT, le disposizioni anticipate di trattamento, che indicano cosa fare e come intervenire sul paziente gravemente ammalato che ha dato disposizioni, si comincia a parlare anche di donazione del proprio corpo alla scienza.

La legge è recente, del 2020, e innova profondamente una disposizione che risaliva al 1933 con cui si disponeva l’utilizzo solo di corpi non richiesti da parenti e di cui nessuno si accollasse le spese funerarie: in altre parole solo di mendicanti e derelitti.

Nel 2020, dopo che nel 2013 il comitato bioetico aveva bocciato la normativa di 80 anni prima,  è stata riconosciuta la possibilità di esprimere anticipatamente il proprio consenso all’uso post mortem del proprio corpo aprendo così a nuove potenzialità.

Il dottor Massimo Alonzo, direttore della Medicina Legale dell’Asst Sette Laghi ( foto sotto) , spiega il valore di questo cambio che è innanzitutto culturale e sociale: « I chirurghi adoperano parti del corpo per fare esperienza. È una modalità formativa che permette di acquisire manualità, affinare la tecnica, senza correre rischi. Si fa così per gli inerenti del cranio, o della mano, o in generale dell’ortopedia. Ma si possono anche studiare i tessuti, approfondire, ricerche che piccoli campioni, prelevati con la biopsia, non riescono a garantire».

medicina legale - dr alonzo

L’Italia, indietro in questo campo, acquista all’estero le parti anatomiche necessarie alla formazione e allo studio: « Nel luglio scorso è stato approvato uno dei decreti attuativi della legge che istituisce la banca dati per raccogliere le disposizioni. Attualmente non è ancora a regime, ma la raccolta dei consensi è già operativa attraverso le DAT da depositare nei comuni di residenza. È stata costituita, inoltre, la rete di 8 centri hub su tutto il territorio nazionale che raccolgono i corpi donati alla scienza. In Lombardia sono due».

processo donazione corpo

Ed è propio a uno di questi due centri che il dottor Alonzo ha telefonato il pomeriggio del 31 dicembre per segnalare una donazione: una donna, di 80 anni molto malata, aveva espresso la volontà di lasciare agli studiosi il proprio corpo esanime. Era stata la sua tutrice, la figlia, a segnalare ai medici del PS, dove era arrivata in gravi condizioni, la scelta della madre contenuta nelle DAT, regolarmente depositate in Comune. I medici sono entrati nel portale del Ministero della Salute per verificare quanto dichiarato e hanno visto che la donna aveva dato disposizioni anche del suo corpo. Così è partito, per la prima volta nel nostro ospedale, l’iter. Io sono stato coinvolto per attivarmi presso il centro hub di riferimento che ha raccolto la segnalazione e dopo qualche giorno ha disposto il trasferimento».

Il corpo della donna ora è a disposizione di medici e ricercatori per i prossimi 12 mesi, dopodiché tornerà nelle disposizioni della famiglia che procederà alla tumulazione.

« Anche in questa era dove la tecnologia ha fatto passi da gigante e l’intelligenza artificiale sta entrando nella pratica quotidiana – commenta il dottor Alonzo – io credo che la pratica diretta sul corpo umano sia la miglior formazione che si possa dare a medico sia studente o professionista. Nei secoli abbiamo evidenze che i maggiori risultati si sono raggiunti grazie a queste esercitazioni. I medici italiani dispongono di parti anatomiche acquistate dall’estero ma, molto spesso, devono trascorrere gran parte della propria formazione in centri all’estero dove questa formazione viene svolta tradizionalmente. Senza disposizioni precise e un canale chiaro e conosciuto, è impossibile in Italia progettare percorsi formativi certi».

La nuova legge, anche se ancora da definire e completare, apre a nuovi scenari dove scientemente le persone possono decidere di donare il proprio corpo, così come già oggi scelgono di donare gli organi per salvare altre vite: « Mettere a disposizione il corpo alla scienza e ai medici aiuta a formare medici più preparati e, quindi, è un aiuto alla collettività ».

Per avere maggiori informazioni sulle modalità di disposizione anticipata è possibile scrivere a segreteria.medicinalegale@asst-settelaghi.it.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 14 Gennaio 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.