“Beko, tutti uniti per Cassinetta”: dieci comuni del Varesotto espongono lo striscione di solidarietà

Si aggiungono alla lista Travedona- Monate, Comabbio e Somma Lombardo. Una mobilitazione senza precedenti per salvare lo stabilimento simbolo del territorio, tra storia, lavoro e futuro industriale in bilico

Beko Europe

Salgono a quota dieci i comuni del Varesotto che espongono lo striscione “Beko, tutti uniti per Cassinetta”, un’iniziativa voluta dai lavoratori dello stabilimento Beko Europe e portata avanti dalla rsu rappresentata da Chiara Cola (Uilm Uil), Tiziano Franceschetti (Fim Cisl dei laghi) e Luciano Frontera (Fiom Cgil). Una risposta all’annuncio dei licenziamenti fatto dalla multinazionale turca a pochi mesi dall’acquisto degli stabilimenti di Whirlpool Emea.
(foto, da sinistra: Franceschetti, Aldeni, Cola, Frontera, Fiombo, Massafra)

SI COMINCIA DA TRAVEDONA MONATE

Di prima mattina i rappresentanti sindacali hanno fatto tappa al comune di Travedona Monate, per poi proseguire in direzione di Varano Borghi e Somma Lombardo, per consegnare gli striscioni da esporre in municipio.
Ad accoglierli in comune a Travedona c’erano il sindaco Angelo Fiombo e il consigliere comunale Renato Aldeni. Sono circa 130 i cittadini, tra cui anche il direttore dello stabilimento Michele Zambotti, che lavorano allo stabilimento Beko di Cassinetta, polo dell’elettrodomestico da incasso.

UN PEZZO DI STORIA

«Questa non è un’azienda qualunque ma un pezzo di storia di questo territorio – ha detto il sindaco -. È un simbolo che ognuno di noi si porta dentro. Mio padre era amico di Giovanni Borghi e io sono cresciuto con questo mito, pertanto sentivo come doverosa la partecipazione a questa iniziativa».

È un bel tour de force anche per la rsu impegnata su più fronti: da una parte deve coordinare le iniziative di fabbrica a Cassinetta, dall’altra è parte attiva nella vertenza al Ministero delle Imprese e del Made in Italy contro la multinazionale turca Beko. «La solidarietà nei confronti dei lavoratori di Cassinetta c’è sempre stata – sottolinea Chiara Cola -. Ricordo nel 2005 la partecipazione massiccia dei sindaci a una nostra assemblea. Forse questa volta è più tangibile, tutti si sentono coinvolti. Siamo stati in Provincia e in Regione perché questa è una partita del territorio e ognuno deve farsi carico delle proprie responsabilità».

beko somma
La delegazione a Somma Lombardo

UNA VERTENZA DIVERSA DALLE ALTRE

È vero: questa vertenza è diversa dalle altre perché in gioco c’è l’esistenza di uno dei siti produttivi più importanti del distretto manifatturiero della provincia di Varese. «È cambiato il mondo – aggiunge Antonio Massafra, segretario provinciale della Uil -. Il problema è che sta cambiando a una velocità a cui non siamo abituati. Si passa dalla tradizione a un nuovo paradigma in un battibaleno, mentre un tempo i cambiamenti avevano un processo molto più lungo e soprattutto più lento per trovare soluzioni adeguate e riflettere per sistemare le cose. Ma proprio in merito alla vicenda Beko credo che la partita sia ancora tutta aperta, bisogna vedere cosa accadrà nei prossimi incontri del governo. C’è un’attenzione particolare perché qui si rischia di creare un precedente molto pericoloso per tutte le altre aziende che sono in mano alle multinazionali».

LA PATRIA DELL’ELETTROMESTICO

Il sito di Cassinetta è una cartina tornasole importante per tutto il comparto degli elettrodomestici. In quella fabbrica insieme alla storia ci sono delle capacità delle maestranze e un indotto difficilmente replicabile in altri territori. «In questo momento a Cassinetta c’è molta preoccupazione – sottolinea Tiziano Franceschetti – Nel passato durante le varie crisi c’erano alcune categorie di lavoratori che si sentivano più protette. Oggi invece a cominciare dal dirigente fino all’ultimo assunto c’è una paura trasversale. È veramente una situazione difficile e complicata che potrebbe fare tendenza tra le aziende multinazionali in Italia».

IL CONTESTO NON AIUTA

In provincia di Varese sono aperte molte vertenze che riguardano imprese metalmeccaniche importanti tra cui la casa motociclistica Mv Agusta di Varese e la Meta System di Mornago. «Questo territorio che ha avuto e continua ad avere una forte vocazione industriale – spiega Luciano Frontera – sta attraversando una fase delicata. C’è una perdita di competitività e un declino crescente. È chiaro che il disimpegno di una multinazionale che ha segnato la storia del manifatturiero varesino è un ulteriore segnale. Reagire in questa fase è fondamentale ed è importante che siano coinvolti tutti gli attori sociali, politici ed economici».

UNA CRISI COSÌ NON L’AVEVO MAI VISTA

C’è chi come Renato Aldeni, oggi consigliere comunale a Travedona, che ha trascorso ben 38 anni nello stabilimento di Cassinetta, le crisi e i cambiamenti strutturali della Ignis, diventata poi Ire, Philips, Whirlpool Emea e infine Beko Europe, li ha vissuti tutti. «Questa crisi la sto vivendo dall’esterno – conclude Aldeni – ma ho la netta sensazione che sia diversa e peggiore rispetto alle altre. Credo che per andare avanti occorra una visione nuova».

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Municipi uniti per lo stabilimento Beko di Cassinetta

 

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 10 Gennaio 2025
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