Cani, gatti e un coniglio. Nella chiesa di Sant’Antonio a Olgiate Olona si rinnova la tradizione
Si è svolto davanti alla chiesetta del '500 il tradizionale rito della benedizione degli animali in occasione della festa dedicata al Santo
La bella chiesetta del ‘500, dedicata a Sant’Antonio Abate, ha ospitato anche quest’anno, in occasione della festa dedicata al santo, la messa e la benedizione degli animali.
Per gli olgiatesi la chiesa poggiata sulla costa che si affaccia sulla Valle Olona è un luogo che da sempre riveste una grande importanza e anche quest’anno molti cittadini hanno portato il loro animale di compagnia (cani, gatti, conigli) per la benedizione impartita da don Giulio.
Grazie al lavoro svolto dall’associazione degli Amici di Sant’Antonio, degli Alpini, della Pro Loco e dell’associazione Don Pino Ballabio ogni anno viene messo in piedi un programma che si sviluppa su tre giorni e prevede momenti musicali e momenti di preghiera. La Protezione Civile non ha fatto mancare il proprio sostegno gestendo il flusso di persone e auto arrivati sul posto.
Quest’oggi, venerdì, la giornata è iniziata con la santa messa delle 10, la benedizione del pane, il bacio della reliquia e la distribuzione del sale. Alle 15, invece, i vespri e la benedizione degli animali che verrà ripetuta anche sabato 18 gennaio alle 15,30.
La festa continuerà alla sera con il concerto degli Ars Cantus sempre nella chiesetta di via Brennero. Domenica 19 gennaio, invece, si festeggerà San Sebastiano (patrono della Polizia Locale) con messa alle 10 e concerto del Duo di Fisarmoniche Città di Varese al teatrino di Villa Gonzaga.
Alla benedizione di oggi erano presenti anche due bancarelle, una organizzata da Alpini e Pro Loco con castagne arrosto e vin brulè (per raccogliere fondi per il restauro) e l’altra gestita da Pier Domenico Toscani da Sant’Angelo Lodigiano che ogni anno non fa mancare la sua presenza con le trecce di castagne cotte al forno, funghi e salami: «È una tradizione di famiglia che portiamo avanti da 75 anni. La mia è la quarta generazione». La bancarella di Pier Domenico, che il 2 febbraio sarà anche alla fiera di San Giulio a Castellanza, è l’ultima rimasta in occasione di Sant’Antonio: «Quando qui ci veniva mio nonno era pieno di venditori anche lungo la strada. Si vendevano cibi poveri».
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