Castro, Putin, Trump: un uomo solo al comando

I migranti come strumenti di finalizzazione politica: tre casi a confronto. “Le tattiche politiche spesso trascendono l'ideologia, servendo leader di orientamenti profondamente diversi“

migranti

Due aerei militari statunitensi, carichi di deportati colombiani, sono stati respinti dalla Colombia. Una decisione che ha innescato uno scontro diplomatico tra il presidente colombiano Gustavo Petro e Donald Trump, il quale ha reagito imponendo tariffe doganali punitive del 50% sulle esportazioni colombiane. Ma al centro della vicenda non è tanto il gesto di Petro, quanto le modalità con cui gli Stati Uniti hanno gestito il ritorno dei migranti: manette ai polsi, catene alle caviglie, e voli su aerei militari. Petro ha dichiarato che “i migranti devono essere trattati con dignità” e ha sottolineato che
“La Colombia merita rispetto”, proponendo l’uso di voli civili e un trattamento umano per i suoi cittadini.

Le tensioni si estendono anche ad altri paesi dell’America Latina: il Brasile ha rifiutato deportazioni simili, denunciando il trattamento degradante riservato ai suoi cittadini. Tuttavia, la mossa di Petro richiama un precedente storico che evidenzia un’ironia più profonda: Donald Trump, campione del populismo di destra, sembra aver imparato una lezione strategica da uno dei più iconici leader comunisti del XX secolo, Fidel Castro.

Nel 1980, Fidel Castro permise a oltre 125.000 cubani di lasciare il paese attraverso il porto di Mariel. In apparenza, era un atto di apertura. In realtà, Castro trasformò la migrazione in un’arma politica. Insieme a cittadini comuni che cercavano una vita migliore, Castro fece salire a bordo criminali, malati mentali e altre persone considerate “indesiderabili”. Questo gesto mise in difficoltàgli Stati Uniti, costretti a gestire un’ondata di migranti in condizioni caotiche, e contemporaneamente rafforzò il controllo di Castro sul proprio paese, liberandosi di oppositori eelementi problematici. Il Mariel Boatlift dimostrò come la migrazione potesse essere utilizzata non solo come valvola di sfogo per problemi interni, ma anche come strumento di pressione geopolitica. Gli Stati Uniti si trovarono a dover affrontare una crisi umanitaria e logistica, mentre Castro consolidava il suo potere e lanciava una sfida simbolica a Washington.

Proprio come Castro trasformò la migrazione in un’arma politica, Trump ha reso la questione dei migranti un pilastro della sua agenda. La sua retorica dipinge i migranti come una minaccia allasicurezza nazionale, e l’uso di aerei militari per deportarli – in manette e catene – non è solo una pratica operativa, ma un messaggio politico. La scelta degli aerei militari richiama simbolicamente il controllo e la forza, ribaltando il significato umanitario che dovrebbe accompagnare il ritorno dei migranti nel loro paese d’origine. Per quanto le modalità possano sembrare esagerate, non è difficile immaginare che questo approccio venga giustificato sotto l’ombrello della sicurezza nazionale, in un’epoca in cui anche il rimpatrio di una giornalista può trasformarsi in una fanfara mediatica, come è accaduto recentemente con Cecilia Sala in Italia.
L’ironia è che Trump, nemico dichiarato del comunismo, sembra seguire la lezione di Castro: usare i migranti come leva per polarizzare l’opinione pubblica e rafforzare la propria narrativa politica.
Mentre Castro utilizzò la migrazione per mettere in crisi gli Stati Uniti, Trump la sfrutta pergalvanizzare la propria base elettorale, creando un clima di paura e divisione.

Ma c’è anche un altro maestro rosso per il neo-inquilino della Casa Bianca. Come Castro, Putin utilizza provocazioni strategiche (ad esempio, forniture energetiche, attacchi informatici) per testare i limiti dei suoi avversari e al contempo consolidare il sostegno interno. L’ammirazione di Trump per la “forza” percepita di Putin riflette spesso questo approccio. La tendenza di Trump a elogiare leader autoritari come il leader russo e a imitare la loro retorica evidenzia la sua disponibilità ad adottare tattiche che consolidano il potere attraverso il confronto e l’appello populista. Putin ha utilizzato le crisi di rifugiati (ad esempio, in Siria e Ucraina) per destabilizzare l’Europa e amplificare le divisioni, in modo simile all’uso del Mariel Boatlift da parte di Castro.

La rappresentazione delle crisi migratorie al confine degli Stati Uniti come minacce esistenziali da parte di Trump si allinea con questa tattica, che sfrutta questioni umanitarie per alimentare divisioni e affermare il dominio politico.

Il paradosso risiede nel fatto che Trump sembra apprendere da leader le cui ideologie sono fondamentalmente opposte alle sue. Castro era un rivoluzionario comunista; Trump è un populista capitalista. Eppure, entrambi sfruttano il caos e la migrazione per perseguire i propri obiettivi. Analogamente, mentre le ambizioni imperialiste di Putin divergono dalla dottrina “America First“ di Trump, i metodi di disinformazione, spettacolo e confronto riecheggiano nelle strategie di Trump.

Le tattiche politiche spesso trascendono l’ideologia, servendo leader di orientamenti profondamente diversi in modi sorprendentemente simili. Le strategie di Trump sono basate su tre assi. Il primo è usare la migrazione, non come un problema da risolvere, ma come un'arma politica per proiettare forza e affermare il controllo. Il secondo è la leadership attraverso il caos: Trump prospera in ambienti di crisi e confronto, utilizzandoli per mobilitare la propria base e destabilizzare gli avversari (esempio: la montante controversia con la Danimarca a proposito della Groenlandia).

Ma il vero centro della sua strategia è l’uso della comunicazione: controllare la narrazione è spesso più potente che controllare la realtà. Il manuale dei leader forti, siano essi socialisti, capitalisti o autoritari, spesso opera secondo gli stessi principi, sfruttando paura, divisione e spettacolo per consolidare il potere.

“Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l’illusione di essere sovrano”, Benito Mussolini.

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Pubblicato il 27 Gennaio 2025
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