Da Vinted ai mercatini: nel 2024 un italiano su due ha acquistato “second hand”
Tra chi compra abbigliamento usato spiccano i giovanissimi della Gen-Z. Accanto ai negozi spopolano le alternative online che permettono di far incontrare domanda e offerta molto facilmente
Che cosa intendiamo quando parliamo di second hand? Si tratta di un tipo di mercato che consiste nella raccolta e nella rivendita di capi d’abbigliamento usati e fa parte di uno dei cinque modelli economici dell’economia circolare (obiettivo europeo per il 2050). Questo perché contribuisce a ridurre i rifiuti grazie al riutilizzo degli abiti, sfruttando una filiera che notoriamente produce scarti durante la produzione e dopo la vendita.
Secondo un recente studio di IPSOS, nel 2024, oltre un italiano su due ha acquistato regolarmente abbigliamento usato e, tra le generazioni, sono i più giovani, i maggiori clienti. In particolare la Gen-Z (ovvero i nati tra il 1995 e il 2010), è quella più abituata a comprare di seconda mano: del 64 per cento di persone che hanno acquistato second hand oltre un terzo è costituito da giovanissimi.
Questa nuova tendenza sdoganata, insieme alla scelta di brand sostenibili che utilizzano per i loro capi materiali naturali e riciclati, ha anche l’obiettivo di contribuire alla riduzione dei rifiuti e a migliorare la qualità dei prodotti allungandone la vita. È una alternativa che si sta diffondendo rispetto al fenomeno del fast fashion, che negli ultimi anni è riuscito ad occupare gran parte dell’industria della moda.
Giovanissimi, attenti all’ambiente e alla qualità: chi sono i nuovi clienti dell’usato in provincia
Dal fast fashon agli acquisti consapevoli
Che cosa c’è dietro un capo che acquistiamo? Da dove arriva e che materiali contiene? Sono alcune delle domande che un consumatore attento si pone di fronte a scontrini spesso eccessivamente al ribasso. Dietro ai numerosi vantaggi apparenti, il fast fashion può nascondere al suo interno altrettante problematiche che lo rendono più dannoso che conveniente: ripercussioni in ambito sia ambientale, che sociale ed economico. Altre strade però esistono e tra queste anche l’abitudine ad acquistare capi che possono avere una seconda vita.
Spesso ci capita, per ragioni diverse, di buttare vestiti ancora in buone condizioni. Non ci servono più, non ci vanno più bene, sono passati di moda ma hanno ancora un valore e per altre persone potrebbero essere un affare. Il second hand permette di dare una seconda vita a vestiti che sarebbero altrimenti buttati via e rendere il consumatore più responsabile e consapevole dell’impatto ambientale che l’industria tessile causa.
Second hand, un mercato online in crescita
La diffusione di questa tendenza è stata facilitata dalla presenza di piattaforme online come Vinted, Wallapop, Depop grazie alle quali è possibile vendere e acquistare capi d’abbigliamento con maggiore facilità. In questo momento Vinted, fondato nel 2008 da Matilda Mitkute in Lituania, è uno dei siti più utilizzati in Italia con circa 5,8 milioni di visite mensili e 4 milioni di utenti registrati. Tra il 2023 e il 2024 inoltre ha registrato un aumento del 61% delle vendite.
Comprare usato, una tendenza anche sul territorio
Anche in provincia di Varese possiamo trovare sempre più negozi di second hand, dai mercatini ai piccoli negozietti di paese. Un’ulteriore possibilità è rappresentata dai mercati gestiti da privati e da eventi organizzati da enti – associazioni o aziende – che promuovono con regolarità appuntamenti dedicati allo scambio e al baratto proprio per dare una seconda possibilità a capi ancora utilizzabili.
Image by Phạm Quang Hoàn from Pixabay
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