È duro scontro sul servizio di logistica e trasporto di beni e medicinali negli ospedali della Sette Laghi
Presidio fuori dal monoblocco delle sigle di categoria di Cgil Cisl e Uil al fianco dei 40 lavoratori che devono passare sotto un nuovo gestore appaltante. L'incontro tra le parti ha acuito le tensioni
Si inasprisce lo scontro sindacale a tutela dei 40 addetti alla logistica e al trasporto di strumentazioni sanitarie e farmaci dell’Asst Sette Laghi.
L’incontro, che si è svolto oggi all’ospedale di Varese tra i rappresentanti sindacali di Cgil Filcams, Cisl Fisascat e Uiltrasporti l’azienda ospedaliera e la ditta subentrante nell’appalto del servizio esternalizzato, si è concluso con un ultimatum e la minaccia di sciopero e di azioni legali.
Fuori dal monoblocco in via Guicciardini si svolgeva contemporaneamente il presidio indetto dalle tre sigle sindacali con una rappresentanza dei lavoratori su cui incombe il nuovo ultimatum: «se, entro il 28 febbraio, non accetteranno la proposta contrattuale della ditta subentrante verranno licenziati – racconta Livio Muratori della Cgil Filcams che ha partecipato all’incontro insieme a Cristian Mazzini della CislFisascat e a Massimo Legramadi della Uil Trasporti – si sono presentati al tavolo con un atteggiamento molto aggressivo. La Sette Laghi ha chiesto una sospensione per poter avere un confronto diretto con l’azienda. Questo incontro ci sarà lunedì: se non otterremo risposte adeguate, avvieremo subito la procedura per l’indizione dello sciopero e andremo all’Ispettorato del Lavoro prima e dal Prefetto poi perchè si corre il rischio di interruzione di pubblico servizio».
La situazione assume contorni preoccupanti visto che l’appalto prevede la gestione completa, dallo stoccaggio alla distribuzione, dei materiali necessari al lavoro in corsia ma anche dei farmaci, come quelli salva vita di cui i diversi reparti hanno bisogno costantemente.
La ditta uscente, che aveva vinto inizialmente l’appalto, si era resa conto che i costi erano superiori a quanto concordato e che il personale per gestire era insufficiente. Il rapporto tra le parti si era inasprito finendo davanti a un giudice dove si è giunti alla risoluzione del contratto. Secondo i lavoratori l’azienda uscente avrebbe fatto i salti mortali, in questi mesi, per assicurare il servizio minimo. Dal primo febbraio ci sarà il nuovo gestore.
Nel futuro dei 40 addetti c’è ora la proposta di un rinnovo ma a condizioni nettamente peggiorative, una riduzione delle ore e dei relativi compensi: « Ma questo è un subentro non è un nuovo contratto e il personale va mantenuto alle stesso condizioni» afferma Murtori che promette, insieme agli altri sindacati conferedarli, battaglia per tutelare professionalità ma anche un servizio che non può andare male.
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