Giancarlo Giorgetti è il “ministro delle finanze dell’anno” secondo The Banker

A dirlo la prestigiosa rivista mensile internazionale, fondata nel 1926 e pubblicata dal Financial Times Group. Tra le motivazioni, "Giorgetti ha guadagnato rispetto per i suoi sforzi volti a ridurre il crescente deficit italiano e sostenere gli investimenti pubblici"

Giancarlo Giorgetti generiche

Giancarlo Giorgetti è stato nominato Ministro delle Finanze dell’Anno nella sezione “Global” e “Europe” da The Banker, prestigiosa rivista mensile internazionale, fondata nel 1926 e pubblicata dal Financial Times Group.  La pubblicazione, specializzata in temi legati al settore bancario, finanziario e agli investimenti globali, è nota per le sue analisi dettagliate su mercati, politiche economiche e istituzioni finanziarie.  In questo contesto, The Banker assegna riconoscimenti di prestigio, come la classifica delle “Top 1000 World Banks”e il premio “Finance Minister of the Year” appena assegnato al ministro italiano nativo di Cazzago Brabbia.

Nella sua lunga motivazione, The Banker spiega che Giorgetti: «Ha guadagnato rispetto per i suoi sforzi volti a ridurre il crescente deficit italiano e sostenere gli investimenti pubblici, con un piano a lungo termine per ridurre il rapporto debito/PIL del Paese».

La motivazione si spiega inoltre che: «Essere ministro delle finanze in Italia è un compito ingrato. I problemi economici che affliggono il Paese sono numerosi: crescita lenta, bassa produttività, alta evasione fiscale e uno dei più grandi debiti pubblici al mondo. Queste sfide spiegano perché molti governi italiani, negli ultimi vent’anni, abbiano scelto prevalentemente ministri delle finanze tecnocratici.  Giorgetti, nominato nel 2022, è un’eccezione significativa. È un veterano della politica, considerato un moderato e relativamente pro-europeo all’interno della Lega, il partito che fa parte della coalizione di governo di destra italiana».

L’articolo sottolinea anche che: «Pur non essendo la prima scelta della premier Giorgia Meloni, Giorgetti si è presto affermato come una voce pragmatica in un governo criticato per il frequente uso di retorica e politiche populiste. Le sue rinomate capacità di negoziazione hanno giocato un ruolo cruciale nella sua funzione di ministro delle finanze, grazie alla sua lunga carriera politica».

«Prima di diventare ministro – continua infatti la nota – Giorgetti ha trascorso quasi trent’anni in parlamento, lavorando spesso dietro le quinte per negoziare a nome di altri, incluso il leader della Lega Matteo Salvini. Tra i suoi incarichi più rilevanti, ha presieduto la commissione bilancio della Camera dei Deputati dal 2001 al 2013, un’esperienza che gli ha permesso di affinare la sua capacità di mediazione con i gruppi politici e di gestire la complessa legge di bilancio italiana».

The Banker poi entra nel merito delle scelte che gli hanno valso il premio: «Nel 2023, Giorgetti ha fissato obiettivi ambiziosi per contenere il deficit crescente e mantenere gli investimenti pubblici, con l’obiettivo di ridurre il debito massiccio del Paese a partire dal 2027. Tra le misure proposte, un aumento delle imposte sulle imprese che operano in settori avvantaggiati da condizioni favorevoli. Tuttavia, una proposta di tassa straordinaria sulle banche è stata ridimensionata dopo aver causato un crollo del mercato azionario. “Stiamo approvando un bilancio che richiederà sacrifici da parte di tutti”, ha dichiarato Giorgetti in un’intervista a Bloomberg a ottobre, mentre il bilancio era in fase di finalizzazione. Gran parte del miglioramento dei conti pubblici deriva da maggiori entrate fiscali. Tuttavia, Giorgetti ha anche introdotto misure di contenimento della spesa, chiedendo ai vari ministeri risparmi complessivi per 4 miliardi di euro».

The Banker ricorda anche il suo lavoro nella privatizzazione della banca Monte dei Paschi di Siena e della compagnia aerea nazionale Ita Airways, oltre che la vendita della quota di minoranza, da parte della compagnia petrolifera di stato Eni, della sua divisione biofuel al fondo KKR per quasi 3 miliardi di euro.

La rivista sottolinea infine come «La Commissione Europea ha lodato il lavoro di Giorgetti, definendo la legge di bilancio italiana per il 2025 conforme alle raccomandazioni e alle regole dell’UE, giudicando il piano di rimborso del debito “credibile” e “sostenibile”» aggiungendo che «Il via libera dell’UE è stato una vittoria significativa per Giorgetti e il governo italiano, considerando che pochi Paesi hanno rispettato gli impegni e le regole del blocco. La Commissione ha infatti criticato diversi Stati, tra cui Germania e Paesi Bassi, per un eccesso di spesa».

Inoltre: «Le entrate fiscali nel 2023 sono state superiori alle aspettative, permettendo al governo di fissare il deficit per il 2024 al 3,8% del PIL, rispetto al 4,3% stimato ad aprile. Tuttavia, l’UE ha sottoposto l’Italia alla procedura per “deficit eccessivo” dopo che il deficit del 2023 ha raggiunto il 7,2% del PIL. Le previsioni indicano che il deficit scenderà sotto la soglia del 3% stabilita dall’UE entro il 2026. Il debito nazionale è previsto in aumento al 137,8% del PIL nel 2026, rispetto al 135,8% del 2024, con un lieve calo nel 2027. Tuttavia, l’Italia ha ridotto il proprio debito di quasi 20 punti percentuali di PIL rispetto al picco del 2020, risultando tra i pochi Paesi dell’Eurozona ad aver riportato il rapporto debito/PIL ai livelli pre-pandemia».

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Pubblicato il 04 Gennaio 2025
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