Giorgia da Varese alla Giordania: “Lavoro su sviluppo e diritti umani in Medio Oriente e provo a parlare di speranza”
Oggi Giorgia è una varesina all'estero e lavora per AVSI, seguendo lo sviluppo strategico e la programmazione nei paesi dell'area MENA (Medio Oriente e Nord Africa), dove ha un ruolo cruciale nell'affrontare situazioni di emergenza e promuovere la pace e i diritti umani
Giorgia, originaria di Varese, ha sempre nutrito una grande passione per i viaggi e la scoperta di nuove culture. Dopo aver studiato arabo e relazioni internazionali all’Università Cattolica di Milano, ha iniziato il suo percorso professionale all’estero, con esperienze formative negli Stati Uniti, Tunisia, Bolivia e Barcellona.
Le sue esperienze di volontariato in Bolivia e il lavoro al Consolato Generale d’Italia a Barcellona l’hanno avvicinata sempre di più al mondo delle relazioni internazionali e della cooperazione. Dopo un periodo di intensi apprendimenti a Ginevra, la sua strada l’ha portata infine in Giordania, dove ha trovato il suo “nido”.
Oggi Giorgia lavora per AVSI, seguendo lo sviluppo strategico e la programmazione nei paesi dell’area MENA (Medio Oriente e Nord Africa), dove ha un ruolo cruciale nell’affrontare situazioni di emergenza e promuovere la pace e i diritti umani.
Nonostante le difficoltà e le sfide del suo lavoro, è entusiasta di poter contribuire al cambiamento in una delle regioni più affascinanti e complesse del mondo. La sua esperienza in Giordania le ha permesso di apprezzare il valore della resilienza, una dote che ha imparato dai suoi colleghi locali e che continua a nutrire nel suo lavoro quotidiano.
Ecco il suo racconto:
Sono nata a Varese 30 anni fa, in una grande e meravigliosa famiglia che mi ha insegnato a sognare in grande. Mi sono sempre piaciuti gli aeroporti, l’idea di viaggiare e conoscere nuove culture…e quindi ecco la mia storia:
Dopo gli studi dell’obbligo, mi sono iscritta all’Università Cattolica di Milano dove, un po’ per sfida e un po’ per curiosità, ho studiato arabo e relazioni internazionali. Durante l’Università ho fatto due esperienze molto important per la mia crescita personale e professionale: 6 mesi negli USA, in Texas e 3 mesi in Tunisia. Da lì ho deciso che non mi sarei mai più fermata e avrei cercato opportunità all’estero. Ho anche realizzato che i miei valori e le mie propensioni, mi portavano molto più vicina a quel mondo arabo, che tanto fa paura; e molto più lontano alla GREAT AMERICA che, invece, we dream of- visto il momento storico, non vorrei esprimermi troppo. Inoltre, iniziavo finalmente a farmi delle domande sul mondo, e queste domande mi portavano sempre più vicine al mondo del sociale. E così, ho dapprima scritto una tesi sulla “disabilità nel mondo arabo” e poi mi sono iscritta a Cooperazione allo Sviluppo Internazionale a Milano, dove ho capito che finalmente avevo una strada da intraprendere.
Durante la specializzazione ho fatto un’esperienza di volontariato in Bolivia, dove ho supportato il VIS (ONG italiana) in un progetto sui diritti degli adolescenti e l’empowerment dei minori. E’ stata un’esperienza che mi ha davvero cambiato la vita e mi ha fatto capire qual’è il vero valore delle cose, oltre che apprezzare la natura al suo stato più incontaminato. Non posso dimenticare la volta in cui finalmente “riuscimmo a riveder le stelle” a 4000mt, circondati dal sale de Uyuni (deserto di sale). Non sono riuscita, quindi, a lasciare la Bolivia tanto facilmente e, infatti, ci sono tornata poco dopo per scrivere la mia tesi sul diritto all’educazione in Bolivia (di cui un piccolo estratto è stato pubblicato qui).
Non stanca del contesto ispanofono, dopo l’esperienza in Bolivia ho vinto il concorso MAECI-CRUI e sono stata selezionata per lavorare qualche mese al Consolato Generale d’Italia a Barcellona. Come tanti italiani a Barcellona, mi sono trovata a casa e mi sono innamorata di Barna, città di mare, dinamica e passionale.
Dopo la laurea, il destino mi ha portato a Ginevra per due anni per conoscere la realtà delle Nazioni Unite e della diplomazia. Ginevra è stato un periodo intenso, come intenso è il freddo e il grigio dell città. Dal punto di vista professionale, è stato per me il mio trampolino di lancio e soprattutto mi ha permesso di capire cosa voglio e cosa NON sono disposta ad accettare nella mia professione. Di Ginevra ho nel cuore tanti amici con cui ci siamo aiutati a sopravvivere alla città.
Nel 2021 tra COVID e malessere sociale, sono finalmente ripartita per atterrare in Giordania, da dove non me ne sono più andata. La Giordania è il mio nido, e come tale vacillo tra il voler volare via e rintanarmici per sempre. E’ un paese meraviglioso: fatto di una storia antica e affascinante, dune di sabbia e cammelli, un mare di sale, palazzi futuristici e cibo dai sapori medio orientali. E poi ci sono le persone, che sono… persone con il sorriso, con la voglia di accogliere, che ancora credono nel valore dell’ospitalità, della famiglia, della gratitudine. Insomma, venite e vedete.
*DISCLAIMER* Spesso mi hanno chiesto com’è qui la situazione e se è un posto sicuro dove viaggiare in questo momento. Dal 7 ottobre 2023, in Giordania non è mai volata una mosca, mai successo nulla e non è stata coinvolta da quello che sta succedendo nella regione. Per ragioni politiche, è un paese che difficilmente verrà intaccato in alcun modo e quindi, sì, non ci sono problemi a viaggiare. Le compagnie low-cost hanno diminuito i voli solo per una questione di tassazione, ma non per una reale minaccia legata alla situazione attuale (se ci fosse il rischio, cancellerebbero la tratta).
Cosa ci faccio qui e perchè non me ne vado? Lavoro per AVSI, dove seguo lo sviluppo strategico e la programmazione dei paesi dell’area MENA: Libano, Giordania, Iraq, Siria, Tunisia, Libia. Il mio è il lavoro – sì perchè non siamo dei missionari, ma professionisti – più bello del mondo in una delle regioni più complicate e incantevoli della terra. Giro molto tra questi paesi e posso solo dire che per il momento voglio continuare a incontrare persone, capirne i bisogni e continuare a rispondere alle situazioni di emergenza. Questo ultimo anno è stato abbastanza difficile, e ancora più difficile è stato parlare di speranza, pace e diritti umani, però noi ci proviamo, io ci credo e faccio il possibile affinché il mio lavoro semini un qualcosa nella vita degli altri. E poi, dai miei colleghi siriani, giordani, iracheni, tunisini, libici e libanesi ho imparato che una dote meravigliosa, che noi abbiamo perso: la resilienza. La capacità di adattarsi positivamente alle situazioni di difficoltà; che non implica, però, ignorare le difficoltà, ma trovare le strategie per uscirne rafforzati… e allora tutto questo è pazzesco e ha una forza stratosferica.
L’Italia mi manca sicuramente e per tanti motivi: perchè non è semplice vivere in un contesto di questo tipo, perchè non ci sono tutte le comodità del caso, e perchè si vive con una carica emotiva/professionale importante… però, finchè il fascino di questo mondo e di queste persone mi stupirà ancora e ancora, non me ne posso andare.
In un recente articolo abbiamo scritto di come siano oltre 70mila i varesini che si sono trasferiti all’estero. Proprio come con Sofia ci piacerebbe raccontare, per quanto possibile, chi siano, di cosa si occupano e dove si trovano là fuori nel mondo. Se vivete all’estero e vi piacerebbe mettervi in contatto con noi potete compilare questo modulo, vi contatteremo al più presto. Abbiamo anche aperto un gruppo Facebook per tenerci in contatto, lo trovate qui.
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