Giovanni Borghi si rivolta nella tomba: il messaggio della Befana e il futuro incerto di Cassinetta
Il passato non può essere riscritto, ma può ispirare un presente più giusto. La speranza è che questa comunità, che ha costruito tanto, non debba assistere alla fine di un’epoca senza lottare per il suo futuro
Stanotte ho sognato la Befana, e il suo messaggio era inequivocabile: “Giovanni Borghi si rivolta nella tomba, andate a vedere quello che ho fatto.” Mi sono svegliato con un nodo in gola, come se il passato avesse trovato un modo per bussare alla porta del presente. Così, spinto dalla curiosità e da un senso di responsabilità, mi sono addentrato nelle catacombe dell’Istituto Luce e ho trovato frammenti di una storia che parla di un’Italia diversa, dove il lavoro aveva dignità, il progresso era condiviso e la comunità aziendale si nutriva di valori solidi.
Che cosa regala ai suoi dipendenti? “Beh, a Natale il solito panettone che è un gesto milanese visto che io sono milanese. E normalmente quasi a tutti i dipendenti si da quella busta con la promozione e l’aumento di stipendio per l’anno nuovo”. I suoi dipendenti che cosa regalano a lei? “Quest’anno i miei collaboratori dopo molti sacrifici e molti studi mi hanno voluto regalare un nuovo frigorifero che avrà nel campo nazionale e internazionale un grande sviluppo tecnico che forse neanche noi pensavamo”.
20 dicembre 1963; dal minuto 2 e 36 secondi: https://www.youtube.com/watch?v=ps0og401Rk8&t=156s
Giovanni Borghi attua nelle fabbriche una sua democrazia progressiva. Alla vigilia delle ferie estive ha regalato ad altrettanti dipendenti 50 automobili. I premiati sono dirigenti e capiservizio, quasi tutti però quando sono stati assunti erano operai. “Il 90% sono ex-operai, partiti dalle parti dove si fanno le attrezzature meccaniche. Quindi un buon meccanico, uno che sa veramente cos’è la squadra, cos’è il calibro, cosa sono i palmer, può diventare un buon capo operaio”. Borghi è industriale e sportivo e premia i migliori.
26 luglio 1963 https://www.youtube.com/watch?v=40MsAwSIU40&t=7s
“Siamo venuti nel meridione, non certamente per divertirci anche se il sole è bello a Napoli ma siamo venuti per mettere un’industria veramente efficace tanto più che vediamo non solo la necessità industriale ma anche una necessità nazionale. Poter dare lavoro a questo meridione secondo noi che siamo venuti dal 1949 quaggiù era necessario e molti ci dovrebbero pensare ancora” 27 novembre 1964: https://www.youtube.com/watch?v=0OUt4AjHIB0&t=2s
Vanno ad offrire un collegio al Papa. Il cavaliere del lavoro Giovanni Borghi ha costruito un convitto presso Varese per 500 ragazzi e ragazze e lo ha intitolato a Paolo VI. Oggi il Pontefice riceve in Vaticano i dirigenti, gli impiegati e le maestranze del grande complesso industriale creato da Borghi.
12 giugno 1964: https://www.youtube.com/watch?v=NS511S9W2Bc&t=16s
Le ha fatto piacere ricevere il premio della gavetta? “Peccato che sia uno solo, io avrei preferito che fossimo in molti perché come me penso che ce ne siano tanti che meriterebbero questo premio”. Come vede la situazione attuale, è ottimista o pessimista? “Beh, se fossi pessimista non continuerei a fare quello che sto facendo, sono ottimista. L’unica cosa che mi auguro è che i signori del governo, i nostri dirigenti, sia finanziari sia economici, ci facciano vedere quel lumicino che noi da bambini gli dicevamo el lumin del ciapin”.
15 maggio 1964 https://www.youtube.com/watch?v=Ew9sg1Dv0sg&t=77s
Oggi, lo stabilimento di Cassinetta di Biandronno vive momenti di grande incertezza, con l’annunciata chiusura di vari reparti produttivi che getta un’ombra sul futuro di centinaia di famiglie. Eppure, proprio in questi frangenti, le parole e i gesti di Giovanni Borghi ci ricordano cosa significhi davvero fare impresa: non solo numeri e bilanci, ma un legame profondo con le persone e il territorio. Il passato non può essere riscritto, ma può ispirare un presente più giusto. La speranza è che questa comunità, che ha costruito tanto, non debba assistere alla fine di un’epoca senza lottare per il suo futuro.
“Sa’l custa?”, Giovanni Borghi.
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Tra 5 anni raccoglieremo solo ceneri di questa visione di fare impresa liberista e globalista…che guarda esclusivamente le cedole azionarie e che sposta realtà produttive dall’Italia….alla Polonia…al Pakistan senza battere ciglio….l’importante che gli azionisti abbiano il rendimento della cedola deciso a tavolino. Altro che rivoltarsi nella tomba….le sue ossa staranno facendo a pugni per uscire e mettere le mani addosso a qualcuno.