“I buttafuori della discoteca di Cassano Magnago hanno spaccato la faccia a mio fratello”
Il fatto denunciato ai carabinieri della compagnia di Busto Arsizio. La famiglia: “Siamo sconvolti, ma vogliamo fare emergere la verità”
Sedici anni, lasciato per strada fuori da una discoteca nel cuore della notte con faccia sanguinante e denti spaccati. È quanto finito nella denuncia contro ignoti presentata ai carabinieri lo scorso 23 dicembre, e che ripercorre quanto avvenuto la sera prima. Il 22 dicembre, verso le 23.30 il giovane si presenta all’esterno della discoteca in compagnia di un’amica e chiede di entrare.
La ricostruzione è quella della denuncia presentata ai carabinieri della Stazione di Varese. «Giunti davanti l’ingresso venivo fermato dal bodyguard, il quale, riferendo ai presenti che ero visibilmente ubriaco, si rifiutava di farmi entrare. Considerato che pensavo di non essere ubriaco come diceva, insistevo più volte per entrare. Notando la mia insistenza, il suddetto bodyguard perdeva il controllo e, scavalcando la transenna che ci separava, mi aggrediva fisicamente. Nel corso dell’aggressione mi sferrava dei pugni in faccia facendomi cadere a terra. Successivamente mi trascinava fino al parcheggio adiacente l’ingresso e, dopo avermi dato un forte calcio in bocca, mi lasciava per terra sanguinante e privo di sensi».
Il ragazzo si risveglia in ospedale. Di fianco a lui trova il padre, non è grave e viene dimesso nella mattinata del 23 con «abrasioni multiple al volto, al ginocchio e un dente scheggiato». Il ragazzo in sede di denuncia ha descritto l’ìuomo che lo ha aggredito: circa 45 anni, alto 180 cm circa, di corporatura robusta, con barba lunga e grigia, indossava un cappello con visiera di colore scuro e un paio di occhiali da sole. La vicenda è stata resa nota solo ora, spiega la sorella maggiore del ragazzo, maggiorenne, quando è stato consultato un legale di famigliola alla fine delle festività natalizie.
«Abbiamo raccolto testimonianze di testimoni oculari che confermano la violenza subita da mio fratello. Le condizioni in cui lo abbiamo trovato erano agghiaccianti: aveva il volto sfregiato, sangue ovunque, i denti spaccati. «Come famiglia siamo sconvolti, ma soprattutto determinati a far emergere la verità. Questo episodio non riguarda solo mio fratello: è il simbolo di una cultura della violenza che purtroppo affligge molti giovani e famiglie. Credo che raccontare questa storia possa contribuire a fare giustizia, non solo per noi ma per tanti altri ragazzi che subiscono abusi in silenzio».
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