Il cammello di sfoglia all’Epifania: un dolce che è tradizione per Varese e dintorni

Dalla leggenda di Federico Barbarossa alla storia dei mastri pasticceri dei primi del '900: la ricetta del Cammello di sfoglia che rende unica l'Epifania a Varese

cammello sfoglia

Coltivata tra storia, leggende e arte della pasticceria, la tradizione del Cammello di sfoglia per festeggiare l’Epifania è tipicamente Varesina. O Varesotta se si considera che l’usanza è diffusa in tutta la provincia di Varese, da Nord a Sud, fino a lambire la zona dell’Alto Milanese, intorno a Gallarate, Busto e Legnano.
Ma non più in là: già a Milano trovare un cammello di sfoglia in pasticceria è impossibile e parlarne come un dolce tradizionale fa sembrare marziani. 

Le origini di questa tradizione culinaria tipicamente bosina sono avvolte nel mistero. C’è chi fa appello alla storia della pasticceria, pescando nella memoria fino a raggiungere la fine della Belle Époque e chi invece si spinge fino al dodicesimo secolo e chiama in causa niente meno che Federico Barbarossa.
Di sicuro il cammello, nel giorno dell’Epifania, fa riferimento ai Re Magi, al loro viaggio e al senso del dono.

LA LEGGENDA DEL CAMMELLO DI SFOGLIA

Una leggenda narra che Federico Barbarossa rubò almeno parte delle reliquie dei Magi dalla chiesa di Sant’Eustorgio a Milano (dove ancora sarebbero in parte conservate).
Nel loro cammino verso la Germania, dove furono poi donate all’arcivescovo di Colonia, le reliquie fecero una sosta a Varese.

Qui, i pasticceri della città vollero realizzare un dolce particolare in ricordo del passaggio, dando vita a una tradizione unica e molto sentita.

LE PRIME TRACCE DEL CAMMELLO DI SFOGLIA

Guardando alla storia della pasticceria, le origini di questo dolce tradizionale risalgono invece a circa un secolo fa. Testimonianze e tracce più datate (almeno: quelle che abbiamo fin qui raccolto) portano al Basso Varesotto o Alto Milanese che dir si voglia

In una storica pasticceria di Gallarate, aperta dal 1934, si facevano già negli anni Trenta-Quaranta.
Ma ci sono piste che arrivano anche alle vicine Somma Lombardo e Sesto Calende, dove un pasticcere – attivo come dipendente già dagli anni Venti – fece realizzare anche stampi dedicati in legno e alluminio.

Gli stampi furono costruiti grazie alle capacità di un fratello operaio dell’industria aeronautica della zona di Malpensa, che usava i due materiali, e sono ancora esistenti: una testimonianza concreta di una novità (allora) che è diventata oggi una tradizione.

LA RICETTA DEL CAMMELLO DI SFOGLIA E CREMA

Il cuore del dolce è la pasta sfoglia, da modellare – e non è banale – a forma di cammello.
Gli ingredienti alla base dell’impasto sono semplici: burro, farina e acqua per il cammello. C’è poi da aggiungere lo zucchero semolato per fare la crosta caramellata. Si cuoce a a 180°C per 20-25 minuti.

Una volta preparato l’impasto a forma di cammello, si aggiunge la farcitura: di solito è in voga la versione con la crema pasticcera, ma c’è anche chi usa panna o cioccolato.

UN DOLCE CHE FA COMUNITÀ, A CASA O IN PASTICCERIA

Le ragioni che hanno portato il cammello di sfoglia a trasformarsi in un dolce simbolo per l’intera comunità varesotta non sono chiare, come non sono chiare le sue origini. Ma il segreto di una ricetta semplice e da condividere, in versione casalinga o acquistata in pasticceria è un elemento in cui riconoscersi.

L’importante è preparae o acquistare un cammello si sfoglia entro il 6 gennaio, e condividerlo con amici e parenti per celebrare insieme la Befana. Consapevoli che si tratta di un momento speciale, un’usanza tipica del nostro territorio che si celebra una sola volta all’anno.

Grandi o piccoli, di sola semplice sfoglia o farciti, i “cammelli” si mangiano solo per l’Epifania. Preparati dalle pasticcerie locali o anche in casa: mandateci le foto dei vostri cammelli: li condivideremo su VareseNews.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Gennaio 2025
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