Il Switzerland literary prize a “Sciarada” di Annalina Molteni e Orlando del Don

L'autrice varesina e lo psicanalista svizzero hanno scritto a quattro mani per Morellini Editore un avvincente trhiller psicologico tratto da una storia vera

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La produzione di Annalina Molteni prosegue imperterrita lungo i meandri della creazione, questa volta in collaborazione con la visione psichiatrica di Orlando Del Don, nel varo di “Sciarada” (Morellini), romanzo nato dalla scoperta di una storia vera, reperita negli archivi di un manicomio.
(nella foto da sinistra: Annalina Molteni e Orlando Del Don)

La sua premiazione, nell’ambito del Premio Letterario Internazionale Switzerland Literary Prize, organizzato dall’Associazione culturale Pegasus Cattolica, ha visto riconosciuta la capacità espressiva in una trama enigmatica dove è la frammistione degli eventi che trascinano il protagonista – Oliver McQueeen –, uno psichiatra irlandese solitario e introverso, attraverso alcuni Paesi europei, dall’Italia alla Svizzera, fino all’Irlanda, a determinare il decollo della vicenda: il ricevere un plico dove sono indicate, da una mano misteriosa, la sequenza delle lettere da aprire e logicamente leggere.

UNA DIAGNOSI A DISTANZA

Il pretesto è la richiesta di una diagnosi a distanza, motivo che costringe Oliver a compiere il suo viaggio interiore personale, a ripercorrere le fasi salienti della sua esistenza, in un contesto nel quale gradualmente si svelano i misteri che lo avviluppano, creando un clima di continua attesa, atta a incrementare la tensione.
La vicenda si evolve come un vero e proprio thriller, nel quale risulta imprevedibile dove vadano gli avvenimenti, dove zigzaga Wild Ollie – il soprannome dello psichiatra irlandese -, con la sua residenza Paradise Lost, ricuperata dopo molto tempo con l’intento non solo di ripristinarla, ma – forse, nulla è certo, nulla è definito a priori – di ripercorrere il passato emergente e rifiutato, perché foriero di sofferenza.

DONNE PROTAGONISTE

Ma i veri protagonisti sono le figure delle donne che s’intersecano nel mistero, Dora e Lea, che appaiono e scompaiono anche come nomi, nella donna dell’undicesimo piano la cui raccolta di libri e memorie era destinata al mercatino dell’usato o alla discarica e le stagnole d’argento che incartavano i cioccolatini erano le carte più belle per creare a Natale stagni e fiumi, accompagnate da nonna Fodla, rappresentazione della verità, protesa a solcare il mare della concretezza, avendo la visione del suo sconfinamento nella follia.

LA SCRITTRICE E LO PSICHIATRA

Come in ogni thriller, anche in questa complessa analisi psicologica dei personaggi, posta in atto dagli autori, la Molteni nella costruzione del romanzo, il Del Don con i suoi approfondimenti psichiatrici, nulla è prevedibile aprioristicamente, lo svelare passo a passo l’intreccio delle storie costituisce un’arte di elevato livello, nella quale ogni sfumatura è essenziale, con l’intento di accompagnare, se non di stupire, il lettore nel dedalo del labirinto psicologico che condiziona i comportamenti, immergendolo in un viaggio oltre i confini dell’immaginazione e della realtà.

ANDARE OLTRE L’ALTROVE

Il sottotitolo “L’uomo che volle andare oltre l’altrove” è parimenti emblematico, non vuole aprire un orizzonte più chiaro, ma contribuisce a infittire l’ombra delle nebbie e delle tenebre incombenti: era questo l’intendimento degli autori oppure era la volontà di rendere tutto esplicito solo alla fine del percorso? Chissà, forse occorre davvero andarselo a leggere Sciarada, con attenzione, fino all’ultima pagina, magari anche oltre.

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Pubblicato il 12 Gennaio 2025
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