La suora che salvò gli ebrei dai campi raccontata dallo psicoterapeuta varesino innamorato del teatro

Gaetano Giovi, classe 1951, ha realizzato una pièce teatrale per raccontare la storia di Maria Goglia che con un gesto eroico strappò alla furia nazista famiglie ebree dalla Shoah

Memoriale della Shoah di Milano

Una suora che durante la guerra salva ebrei e dissidenti del fascismo mettendo a rischio la propria vita. Uno psicoterapeuta varesino in pensione con la passione per il teatro che si innamora della storia e ne trae una pièce che a breve verrà messa in scena a Palazzo Estense. Sullo sfondo, il dramma della Shoah, coi suoi ultimi testimoni viventi che ricordano, nelle loro faticose testimonianze, l’immensa frase di Primo Levi: «Ricordate che questo è stato» (nella foto, il memoriale della Shoah a Milano, Binario 21). 

Storie nate come azioni personali che poi col passare del tempo trasformano il coraggio di un singolo in un’epopea. Quelle dei Marrone, dei don Folli, dei vicini di casa cunardesi dei Nissim, famiglia scampata alla Shoah grazie al silenzi di un intero paese. Ma anche storie di grande etica umana prima che spirituale che a Roma, nello stesso periodo della tragedia vissuta qui da noi ai confini della “Repubblica“, videro una suora in prima linea a mettersi in gioco. Una storia oggi raccontata da un varesino che ha fatto rivivere le gesta di Suor Maria Goglia trasformandole in un atto unico teatrale.

Gaetano Giovi, classe 1951, grande passione politica, medico di famiglia che sceglie ad un certo punto della sua carriera la strada dello psico terapeuta con un hobby che lascia il segno: il teatro in ogni sua declinazione, dalla scrittura degli atti unici all’interpretazione dei personaggi.  

Generico 27 Jan 2025

La storia la racconta in prima persona proprio Giovi che la porterà in scena il prossimo 8 febbraio a Palazzo Estense (nella foto qui sopra, una scena della rappresentazione teatrale). «Dopo l’8 settembre 1943, le truppe tedesche occupano Roma e pongono il loro quartier generale a villa Torlonia. In quel momento nel convento delle Suore Compassioniste Serve di Maria di via Torlonia, Suor Maria Goglia sostituisce come vicaria la madre superiora, assente per motivi di salute. Un semplice muro separa il giardino delle suore dal comando tedesco. Nonostante questa vicinanza, dall’8 settembre 1943 al giugno del 1944 (quando Roma viene liberata ndr) Suor Maria darà rifugio a famiglie di ebrei e militari, mettendo a rischio la sua vita e quella delle 14 consorelle che si trovano in quel convento di via Torlonia. Al di qua del muro Suor Maria e i suoi “ospiti”, al di là i tedeschi e i fascisti. Salverà un gran numero di vite fra ebrei e militari condannati a morte». «Nel 1946 riceve dalle mani del generale Bencivenga la Croce al valor militare sul campo, con una cerimonia che si svolge nel convento, riconosciuta ufficialmente con il decreto del ministero della difesa, a firma dell’onorevole Paolo Taviani, nell’aprile del 1954.

Suor Maria muore il 13 maggio 1996, giorno dedicato alla Madonna di Fatima.

Nel 1997 inizia l’iter da parte dei parenti per farla riconoscere come Giusta tra le Nazioni dallo Yad Vashem di Gerusalemme, che ha sede presso il museo della Memoria». Nel 2022 venne pubblicato un libro di padre Panella dal titolo “Elmetto e soggolo“ che parla di suor Maria e dell’iter per cercare, fino a quel momento senza esito, il giusto riconoscimento per suor Maria Goglia. Govi ascolta la presentazione del libro da parte della Professoressa Pina De Maria, varesina di adozione, che studiò a Roma nel convento diretto da Suor Maria ed ebbe modo di conoscerla personalmente.

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«Colpito dal personaggio, decisi di scrivere un atto unico per celebrare questa nobile figura che ho portato in prima l’ 8 dicembre dello stesso anno al Teatro di S. Ambrogio. Pochi giorni prima, avevamo avuto la notizia, piacevole e insperata, che suor Maria sarebbe stata proclamata giusta tra le Nazioni il 6 marzo 2024 con una cerimonia ufficiale al giardino della Memoria di Milano, dove ho avuto l’onore di partecipare su invito dei suoi parenti» (foto qui sopra, Giovi al centro, col cappello).

Da questa storia nasce la rappresentazione teatrale “Al di qua del muro” che in 10 scene, rappresenta alcuni episodi che illustrano quanto avvenne in quel convento di via Torlonia, per volere di Suor Maria, fra l’8 Settembre 1943 e il 4 giugno 1944, «vuol essere un modesto omaggio a tutti coloro che, religiosi o civili, anche a rischio della propria vita, hanno salvato la vita a migliaia di persone, non facendo alcuna distinzione “né di religione né di stirpe”, applicando solo il principio dell’amore e della carità». 

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Gennaio 2025
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