Niccolò, da Casorate Sempione a Gijón in Spagna: un viaggio di crescita e nuove opportunità
Un incontro casuale e l'amore per una persona speciale lo hanno spinto a trasferirsi a Gijón, nel nord della Spagna, dove ha iniziato una nuova avventura
Niccolò Luoni, originario di Casorate Sempione, ha intrapreso un viaggio che lo ha portato dalla sua terra natale alla Spagna, tra opportunità lavorative, crescita personale e nuove sfide.
Oggi è un “varesino all’estero” ma la sua avventura inizia nel novembre 2019 con l’entusiasmo di essere stato selezionato per un programma Erasmus presso la ESSCA School of Management di Angers, in Francia, ma le restrizioni legate alla pandemia hanno cancellato bruscamente i suoi piani. Tuttavia, quel sogno non si è mai affievolito e ha continuato a crescere dentro di lui, alimentato dalla convinzione che mancasse qualcosa nella sua esperienza accademica e professionale.
Dopo aver conseguito una laurea magistrale in Economia e Management, Niccolò ha intrapreso una carriera nelle Risorse Umane, lavorando in importanti aziende come Deloitte e Sanofi, dove il suo interesse per le esperienze internazionali e multiculturali è stato sempre più forte.
La Spagna, con la sua lingua e cultura affascinanti, ha iniziato a prendere forma nella sua mente come un’opportunità concreta. Un incontro casuale e l’amore per una persona speciale lo hanno spinto a trasferirsi a Gijón, nel nord della Spagna, dove ha iniziato una nuova avventura lavorativa con Corteva Agriscience. Oggi, dopo sette mesi, Niccolò si trova a vivere un’esperienza che gli ha permesso non solo di crescere professionalmente, ma anche di riscoprire lati di sé che non pensava di conoscere.
Ecco il suo racconto:
Novembre 2019: “La tua richiesta di ammissione al programa Erasmus presso la ESSCA School of Management di Angers è stata accolta”. Un venerdì di metá novembre mi sveglio con questa mail dall’International Office della mia universitá. “Abbiamo passato il tuo nominativo e contatti all’ufficio di Angers, verrai contattato a breve per iniziare le relative pratiche”.
Passerò il primo semestre del mio secondo anno magistrale nella Valle della Loira. Sono così felice. Maggio 2020: “a causa delle vigenti restrizioni nazionali e internazionali in risposta all’attuale crisi pandemica, la ESSCA ha deciso di sospendere tutti i programmi di scambio”. Dopo due mesi chiuso in casa e la magra soddisfazione di poter uscire per vedere congiunti e finalmente tornare a fare sport all’aria aperta, una nuova mazzata. Lo immaginavo, ci avevano giá avvisato, le probabilitá che cancellassero tutto erano molto alte.
Sospiro, maledicendomi un po’ per non aver partecipato all’Erasmus in triennale, preferendo altri progetti. Ho la convinzione che da quella mancata occasione un’idea si sia impiantata nella mia testa, crescendo anno dopo anno. E come insegna Nolan in Inception, non esiste nulla di pù resistente. Mi sento incompleto, sento la mancanza di un tassello all’interno del puzzle della mia crescita accademica e personale. Non si trata solo di un’esperienza all’estero, no, perchè nel 2013 vengo selezionato da Intercultura per partecipare al loro programma estivo in Giappone e all’etá di 17 anni, a cavallo tra la terza e la quarta superiore di Liceo Scientifico, mi ritrovo in mano passaporto e un biglietto Fiumicino – Nagoya (e due debiti in chimica e matematica da superare al mio ritorno).
Conseguo la Laurea Magistrale in Economia e Management con un’ottima votazione (lo stesso non si può sulla mia Maturitá Scientifica e sulla Laurea Triennale, chissà se davvero quella mail dalla Francia mi abbia fatto scattare qualcosa) e dopo le prime esperienze di stage e tirocinio svolte durante i cinque anni di Universitá, entro nel mondo del lavoro dalla parte di chi il lavoro dovrebbe facilitarlo e renderlo disponible agli altri (sì, lavoro nelle Risorse Umane). Una prima esperienza in consulenza in Deloitte, turbolenta, poi la chiamata da un’azienda familiare di Gallarate per un posto strategico (e a tempo indeterminato) e infine Sanofi. L’ambiente multiculturale e la possibilitá di poter applicare a posizioni estere tramite uno specifico instituto francese risvegliano vecchi albori, che a loro volta illuminano quella idea che era sempre rimasta lì, silenziosa, in evoluzione: “prendi e vai, scopri lati di te che ancora non conosci”.
Mi iscrivo ad un corso intensivo annuale di francese, lingua che avevo studiato alle medie e ripreso un po’ durante l’Universitá. Sono parecchio arrugginito ma mi ci metto a fondo, pratico, ascolto. Essendo Sanofi un’azienda francese e avendo lá i principali uffici e, di conesguenza, le migliori opportunitá, la scelta mi sembra piú che logica. Esploro i primi annunci, timidamente, ma nulla che mi convinca. Alcune volte capita che un semplice incontro possa stravolgere tutto in maniera inaspettata e del tutto aleatoria. O forse no. Una serie di sguardi prolungati in un bar di Milano, sorrisi spontanei che rivelano un reciproco interesse e un “hola!” per rompere il ghiaccio. “Casco male, non posso impressionarla con le mie skills in francese” è il mio primo pensiero.
A impressionarmi è invece lei con il suo quasi perfetto italiano. Ci conosciamo, passano i giorni, qualche gita fuori porta e in poco tempo diventa una persona importante, molto importante. Così importante che, una volta conclusosi il suo progetto di lavoro in Italia e di ritorno a Santander, decidiamo di continuare a vederci. Il mio primo viaggio a Santander è semplicemente magico: il nord della Spagna si presenta con un clima decisamente non comune rispetto al resto del Paese, ma montagne ed Oceano Atlantico (Mar Cantabrico, ad essere precisi) danno vita a paesaggi semplicemente mozzafiato. Il cibo è squisito e la qualitá della vita sembra molto alta. Paesi Baschi, Cantabria, Asturie: ho l’occasione di conoscere e avvicinarmi a questi posti che solo avevo sentito nominare.
Oltre alle lezioni di francese ora aggiungo qualche ora di spagnolo, da autodidatta. Trovo un canale youtube, salvo podcast, guardo puntate di qualche vecchia serie TV in spagnolo con sottotitoli. E ovviamente pratico, con una motivazione in piú. L’idea continua ad evolversi e ora la convinzione si fa piú forte ogni volta che metto piede in Spagna mi impegno, cerco di attrarre l’opportunitá immaginando di viverla per davvero. E l’opportunitá arriva. Corteva Agriscience, multinazionale americana dedita alla produzione di sementi per il mondo agricolo e di prodotti biologici per la protezione dei sementi stessi, è alla ricerca di un HR Specialist South Europe.
“La figura sará il principale punto di riferimento per tutte le policy HR all’interno del cluster Sud Europa. Richiesta la conoscenza professionale avanzata dell’inglese, spagnolo e, molto valorizzata la conoscenza altesì dell’italiano,portogheseo greco. Luogo di lavoro: Asturias, Northern Spain” Uno, due, tre colloqui. Racconto il mio percorso accademico e le mie esperienze professionali, i miei obiettivi lavorativi e questa voglia di buttarmi in una nuova aventura. Lo faccio in inglese, poi in francese (alla fine le lezioni sono servite) e in uno spagnolo che non pensavo di essere in grado di parlare. Arriva l’offerta.
Qualche giorno con la testa per aria, la mente cerca di metabolizzare e razionalizzare con scarso successo il tutto. L’istinto infine prevale e accetta. Accetta di lasciare Casorate Sempione, gli amici di sempre, i compagni di squadra dell’Arnate Calcio e la famiglia per trasferirsi a Gijón.
Sono qui da 7 mesi. Sono entrato a capofitto in questa nuova esperienza con la voglia di mettermi in gioco e sfidarmi sotto ogni punto di vista. L’azienda presso la quale presto servizio è un vero e proprio “melting pot”: più di 20 nazionalitá che lavorano insieme, si aiutano, si supportano. Ho conosciuto ragazzi e ragazze Expats che come hanno deciso di buttarsi in una nuova esperienza, con i quali condivido spesso le stesse paure e gli stessi stati d’animo. Seguire i dipendenti della mia impresa che lavorano per le nostri sedi spagnole, italiane, portoghesi e greche mi permette di comprendere le diverse complessitá che accompagnano i Paesi Mediterranei in termini di leggi del lavoro e processi HR.
Ho la fortuna di poter partecipare attivamente a diversi progetti Global legati al mondo delle Risorse Umane con team americani e indiani, di mettere all’opera il mio know how e soprattutto condividerlo. I feedback ricevuti fino ad ora sono molto positivi e questo mi rende molto orgoglioso.
Dicevamo anche scoprire nuovi lati di se stessi, no? In palestra (un must della mia routine italiana a cui sto dando seguito anche qui) ho conosciuto un influencer che mi ha introdotto al mondo della moda, qualcosa che mai avrei immaginato potesse interessami. Un’agenzia di Oviedo ha deciso di iscrivermi come modello e, nel tempo libero, poso e sfilo per alcuni brand del luogo, tra cui un negozio di abiti da cerimonia, per il quale ho recentemente simulato un matrimonio, con conseguente colpo di cuore per mia mamma. Modelli professionisti mi hanno fatto i complimenti, dicendomi che essere italiano e nelle vicinanze di Milano aiuta.
Rimangono increduli quando dico loro che mai avevo fatto nulla del genere in Italia. Quindi eccomi qui, vivendo ora in quello che in Spagna chiamano “paraíso natural”, sorseggiando la Sidra locale, patrimonio dell’Unesco, mangiando fabadas y cachopos, provando a surfare, passeggiando per i Picos de Europa e andando a feste che celebrano le antiche gesta degli eroi del “Regno delle Asturie”, coloro che hanno dato vita allá “Reconquista”.
Le persone ti salutano per la strada: Gijón è una cittá di più di 200.000 abitanti ma con l’anima di un pueblo, di un paesino. Tutti si aiutano, tutti fanno parte della stessa comunitá. Non ci sono molti italiani (uno peró, con anche cittadinanza uruguagia, ha vissuto a Varese!), perciò tra i miei amici sono stato rinominato “el Italiano”, o piú simpaticamente “Fetuchini”. Ridiamo e scherziamo degli stereotipi, ma la veritá è che sento una connessione speciale tra noi e gli spagnoli. Seppur con lei le strade si siano divise, quell’incontro è stata una vera e propria sliding door. Probabilmente non avrei mai avuto il coraggio o la consapevolezza di voler partire, probabilmente la mia idea iniziale non sarebbe mutata fino al punto di diventare una scelta.
Costruire amicizie, legami, routine da 0 mi ha permesso di conoscere nuove parti di me, ma anche riscoprire lati che non pensavo potessero ancora caratterizzarmi. Per questo, e molto altro, non posso che ringraziare questo incontro casuale e questa persona alla quale auguro tutto il meglio. Puxa Asturias, Puxa Gijón!!
P.S: ora ho un C1 di spagnolo, colleghi e amici sono sorpresi da come parlo bene. Per quanto riguarda il francese, provo ad esercitarmi un po’ con i colleghi “cugini” ma con scarsi risultati. C’est la vie…
Niccolò Luoni
In un recente articolo abbiamo scritto di come siano oltre 70mila i varesini che si sono trasferiti all’estero. Proprio come con Sofia ci piacerebbe raccontare, per quanto possibile, chi siano, di cosa si occupano e dove si trovano là fuori nel mondo. Se vivete all’estero e vi piacerebbe mettervi in contatto con noi potete compilare questo modulo, vi contatteremo al più presto. Abbiamo anche aperto un gruppo Facebook per tenerci in contatto, lo trovate qui.
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