Nuova scuola in via Curtatone, “è mancato il processo partecipativo previsto”
Il Comitato Salviamo gli alberi si è mosso con un'istanza a Comune e Regione, su due elementi che ostacolerebbero l'uso dei fondi europei, anche rispetto alla sostenibilità. "Al posto del percorso partecipativo il Comune dice di aver messo annunci sui totem"
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L’uso di un bosco (abbattuto) e la mancanza di un percorso partecipativo (previsto) sono due elementi incompatibili con quanto previsto per l’uso dei fondi europei e che, dunque, pongono domande sui fondi destinati al progetto della scuola unica (già) in costruzione tra Cajello e Cascinetta, in via Curtatone.
Ne è convinto il Comitato Salviamo gli alberi di Gallarate, che si è mosso con una «istanza legale a Regione Lombardia e al Comune a settembre, sottoscritta da 117 cittadini» per sollevare la questione.
«Un’istanza fondata su due punti» dice Laura Pastorelli, del Comitato. «Dopo un accurato studio legale, segnala due omissioni rispetto ai fondi europei: la prima omissione riguarda la mancata segnalazione del fatto che il polo sarebbe sorto su area boscata. Nei documenti presentati per il progetto mai quell’area è indicata come bosco, è grave rispetto a sostenibilità ambientale». Cioè: è un elemento che rende meno sostenibile il progetto e che non sarebbe stato valutato correttamente.
«Il secondo aspetto è la mancata convocazione dei tavoli partecipativi: dovevano svolgersi nel 2022 e non si sono ancora svolti». E anche questo, sosteneva il Comitato, era un aspetto centrale nell’uso di fondi europei.
«Il 12 novembre ci è arrivata una risposta, che riteniamo superficiale, dall’ente Comune, che spiegava di aver coinvolto la popolazione attraverso i totem: questi sarebbe il percorso partecipativo secondo il Comune» aggiunge Olivia Pastorelli.
«I tavoli sono stati previsti solo nel novembre scorso, con la Determina 38/2024, mentre sarebbero dovuti partire prima della trasformazione del bosco» dettaglia Lucia, altra attivista del Comitato.
«Riteniamo che queste siano inadempienze reali e gravi» dicono ancora dal Comitato. «Da Regione ’è stato detto che non c0è intenzione di aprire procedimenti a seguito della nostra istanza. Regione dice di aver preso atto dell’esistenza di questo bosco urbano e del procedimento di trasformazione presso il Parco del Ticino».
Per il Comitato «Regione Lombardia ha la responsabilità di vigilare sui Fondi Europei e nel caso revocare l’erogazione, noi andremo avanti a chiedere risposte su questi aspetti che non tornano» e che secondo il Comitato metterebbero a rischio l’uso delle risorse UE.
Alla conferenza stampa di presentazione di questi nuovi atti sul discusso progetto si è associata anche Europa Verde, con intervento di Alessandro Pennati, co-portavoce insieme alla gallaratese Camilla Colombo.
Qui di seguito il testo completo del comunicato di Europa Verde sulla questione.
Grow29, simbolo di un’occasione perduta
Partiamo dalla premessa che Grow29 avrebbe potuto rappresentare un’ottima occasione per spendere soldi pubblici per il bene della collettività: non solo ristrutturazione dell’edilizia popolare esistente in due quartieri che presentano difficoltà sociali reali, ma anche e soprattutto la possibilità di trasformare l’edilizia pubblica di 4 scuole nel volano per il rilancio dei due quartieri partendo dall’analisi delle criticità, come l’assenza di verde pubblico e dalle esigenze della popolazione.
Si sarebbe potuto fare tante cose se l’obiettivo non fosse stato tanto quello di spendere soldi pubblici, ma riflettere assieme ai cittadini e alle cittadine dei due quartieri, alle associazioni e ai comitati, comeimpiegare queste risorse.Eppure il coinvolgimento pubblico e i processi partecipati erano una delle condizioni fondamentali per l’assegnazione dei fondi: focus group, indagini sulla popolazione, forum e incontri aperti con la cittadinanza per capire cosa servisse davvero ai due quartieri. Invece leggiamo che “i processi partecipati” avverranno sì, ma nei prossimi mesi, quando ormai le decisioni più importanti sono state prese, non solo venendo meno alle condizioni di partecipazione necessarie per ottenere i fondi, ma trasformando un processo decisionale aperto e costruttivo, in un’operazione di propaganda di progettazioni e decisioni già prese. Questo non è solo un modo per prendere in giro la cittadinanza, estromettendola dal processo decisionale, ma appare come una violazione degli accordi presi con l’Unione Europea, di cui Regione Lombardia avrebbe dovuto essere garante.
Dulcis in fundo, in questa operazione, emerge un altro fatto strano: il comune di Gallarate quando comunicò a Regione Lombardia quale sarebbe stata l’area che intendeva trasformare, si limitò a inserire le coordinate geografiche, omettendo che il territorio di via Curtatone era boschivo. E in effetti credo che tutti considererebbero insensato chiedere fondi per la rigenerazione urbana prevedendo, in un territorio fortemente cementificato, di abbattere l’ultimo bosco rimasto.
In conclusione, ho letto di una scuola moderna e funzionale, ma funzionale per cosa? Per pesare meno sul bilancio pubblico? Ma a spese di chi? Certamente dei cittadini e delle cittadine residenti, orfani dell’ultimo bosco urbano rimasto a cavallo dei due quartieri, unica barriera contro l’inquinamento e unico servizio ecosistemico in grado di mitigare il calore estivo e garantire la permeabilità del suolo. Per non parlare dei bambini, che saranno costretti a passare buona parte delle proprie giornate in una scuola incastonata tra ferrovia e autostrada, tra inquinamento acustico e miasmi autostradali, nell’impossibilità di trascorrere più tempo all’aria aperta, poiché evidentemente, per questa amministrazione, è troppo complicato tenere in considerazione il complesso di vantaggi, direttamente o indirettamente quantificabili, della qualità della vita della popolazione locale facendosi attrarre da risparmi tutti da dimostrare. Se un amministratore desidera davvero il bene della propria cittadinanza non può limitarsi a calcoli aritmetici ma guardare al benessere che questi calcoli minacciano.
Alessandro Pennati e Camilla Colombo
(Co-portavoce provinciali Europa Vede – Verdi Varese)
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