Ribaltato nell’auto a Varese si salva per miracolo ma deve pagare la multa: “Era ubriaco”
Il processo per l’incidente stradale di via Tasso a Varese nell’estate 2021: patente sospesa per tre anni e 1400 euro da pagare. Ma i legali non ci stanno: “L’alcoltest falsato dai fumi della benzina”
Alla fine la sentenza per l’uomo rimasto vivo per miracolo nell’incidente di via Tasso a Varese nel 2021 ha dato il suo verdetto: il conducente è stato ritenuto colpevole di aver causato un incidente stradale da ubriaco, e gli è stata sospesa la patente per tre anni, con 6 mesi di arresto e una multa di 1.400 euro.
Un processo all’apparenza come tanti, per una grave infrazione prevista dal Codice della strada che sfocia in conseguenze penali anche gravi. Ma diventato un piccolo “caso“ tutto varesino. Come si ricorderà, la disputa legale era tesa, sui piani difensivi, a dimostrare il malfunzionamento del sistema di rilevamento di alcool nel sangue dei conducenti rispetto a particolarissime condizioni in cui tale rilevamento avvenne, cioè in presenza di una copiosa fuoriuscita di carburante dal veicolo. Un fattore che, secondo i periti della difesa, avrebbe falsato il rilevamento del macchinario, il “Drugher 71A10“ in dotazione alla polizia locale di Varese.
I FATTI
Quella notte, fra il 29 e il 30 luglio di quattro anni fa, l’uomo era in auto in direzione Capolago quando il veicolo uscì di strada, e dopo lo schianto prese fuoco: un secondo prima dell’incendio che avvolse l’auto nelle fiamme l’autista riuscì miracolosamente a salvarsi uscendo dal finestrino del lato passeggero in quanto la portiera lato guida era rimasta bloccata. All’arrivo della pattuglia della Locale, il rilevamento alcolemico, col macchinario che inizialmente dava problemi nei rilevamenti, per decretare infine la presenza nel sangue di un livello triplo di alcol rispetto a quanto consentito dalla legge (cioè 0,5 grammi per litro: l’uomo aveva oltre 1,6 g/l).
LA DISPUTA IN TRIBUNALE
Da qui il processo di fronte al giudice monocratico di Varese nel quale la difesa (avvocato Gianluca Franchi) ha inizialmente fatto conto sulle valutazioni di un perito che aveva valutato la perturbabilità dell’esito dei test alcolici in presenza di una forte fuoriuscita di carburante. Non è invece passata la richiesta di acquisizione di prove tardive da parte della difesa che voleva interrogare un secondo perito in merito alle caratteristiche tecniche del veicolo. «Un fatto che faremo certamente in appello», ha specificato il difensore, «dopo aver letto le motivazioni della decisione del giudice». All’imputato è stata sospesa la pena e concessi i benefici di legge consistenti nella non menzione nel casellario giudiziale.
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