Trump e Bitcoin: la criptovaluta al centro dell’economia Usa
Gli Stati Uniti possiedono 20 miliardi di dollari in Bitcoin, acquisiti tramite sequestri legati ad attività criminali. Un asset che Il presidente americano vuole valorizzare
Questo articolo è a cura di Gabriele Tramarin (@gabrielee.tramaa) dello Starting Finance club dell’Università Liuc di Castellanza
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INTRODUZIONE
Con una crescita del 550% negli ultimi due anni, Bitcoin ha superato di nuovo tutte le aspettative, riaffermandosi come l’asset finanziario preferito dai giovani. Le criptovalute, spesso viste come strumenti per attività illecite a causa della mancanza di regolamentazioni, si stanno gradualmente integrando nell’economia globale, diventando una classe di asset consolidata e riconosciuta dalle grandi potenze economiche.
In passato considerate un nemico del dollaro dall’allora presidente Donald Trump, le criptovalute sono diventate un elemento centrale della sua campagna elettorale. Le promesse rivoluzionarie di Trump potrebbero avere un impatto profondo su un’economia globale sempre più fragile.
LE PROMESSE DI TRUMP
La vittoria di Trump ha contribuito al passaggio da una politica ostile alle valute digitali ad una nazione intenta a dominare il settore. Tra le promesse di Trump vi sono agevolazioni fiscali, semplificazione delle regolamentazioni, anche grazie ad un cambio di gestione della SEC (Securities and Exchange Commission), ma soprattutto, l’idea di creare una riserva di valore nazionale in Bitcoin che potrebbe contribuire a saldare il debito americano.
Questa proposta potrebbe rappresentare una rivoluzione per il sistema economico globale, ma pone anche sfide e rischi significativi.
MICROSTRATEGY E L’ESEMPIO AZIENDALE
Un caso studio emblematico è quello di MicroStrategy (MSTR), la prima azienda a inserire pubblicamente Bitcoin nella sua riserva di valore. L’attuale CEO, Michael Saylor, è un fervente sostenitore delle criptovalute dal 2020. Ad oggi, il portafoglio dell’azienda conta 447,470 Bitcoin, pari a oltre 15 miliardi di dollari (dati aggiornati al 7 gennaio 2025).
La strategia dell’azienda si basa sul principio di contrarre prestiti a tassi di interesse inferiori rispetto alla crescita annuale media di Bitcoin, sfruttando la criptovaluta come riserva di valore. Tuttavia, mentre alcuni vedono in Saylor un visionario capace di sfidare i limiti del sistema “fiat”, altri considerano la mossa altamente rischiosa, evidenziando i pericoli legati alla volatilità dei prezzi e al carico di debito accumulato. MicroStrategy, nel bene o nel male, si è affermata come pioniera dell’adozione aziendale di Bitcoin, ispirando una nuova generazione di investitori istituzionali.
TRUMP CONTRO LA FED
Tra i piani più ambiziosi di Trump, sostenuti da una nuova generazione di repubblicani, emerge la proposta di includere Bitcoin nelle riserve strategiche del Tesoro americano, accanto a risorse come petrolio e oro. Attualmente, gli Stati Uniti possiedono oltre 20 miliardi di dollari in Bitcoin, acquisiti tramite sequestri legati ad attività criminali.
La futura amministrazione mira a incrementare queste riserve fino a un milione di Bitcoin, circa il 5% dell’offerta massima, nei prossimi cinque anni, con l’obiettivo di mantenerle per almeno vent’anni. Questa strategia potrebbe consolidare il ruolo degli Stati Uniti come leader nel settore delle criptovalute, ma comporta sfide significative.
Il principale ostacolo è rappresentato dal quadro legislativo attuale: la Federal Reserve non è autorizzata a detenere Bitcoin e qualsiasi modifica a questa normativa richiederebbe una complessa approvazione da parte del Congresso. Il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità dell’amministrazione di superare tali vincoli, bilanciando innovazione finanziaria e stabilità istituzionale.
BITCOIN COME DIGITAL GOLD
Bitcoin, dichiarato “oro digitale” dal Tesoro degli Stati Uniti, sta guadagnando un ruolo di crescente importanza non solo in America, ma anche nelle grandi potenze economiche globali. Paesi come gli Emirati Arabi Uniti e la Cina hanno già accumulato miliardi di dollari in Bitcoin, confermando le proprie posizioni in questo nuovo mercato strategico.
Questo scenario potrebbe dare vita a una vera e propria “corsa all’oro digitale”, con ogni nazione possibilmente intenzionata a garantirsi una quota dell’offerta limitata di Bitcoin. In un contesto geopolitico già caratterizzato da forti tensioni, i piani di Trump potrebbero accentuare ulteriormente la competizione globale per il controllo delle riserve di Bitcoin. Questo spingerebbe le nazioni a rivalutare le proprie strategie economiche, con potenziali ripercussioni sia sui mercati finanziari che sulle relazioni internazionali.
CONCLUSIONE
Le criptovalute stanno rapidamente emergendo come un asset strategico nel panorama finanziario globale, attirando l’attenzione di governi e aziende. Le promesse di Trump rappresentano un mix di opportunità e rischi, con la possibilità di ridefinire il ruolo degli Stati Uniti nel settore delle valute digitali.
Il futuro del mercato crypto dipenderà dalla capacità dei governi di trovare un delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e regolamentazione efficace, in un mondo sempre più interconnesso e competitivo. Le scelte che verranno fatte oggi non influenzeranno solo l’economia americana, ma avranno un impatto su un mercato globale in continua evoluzione.
FONTI
https://tg24.sky.it/economia/2024/11/24/bitcoin-effetto-trump-beneficiari?card=2
https://www.abc.net.au/news/2024-12-25/bitcoin-strategic-reserve-donald-trump/104750678
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