Ventuno anni fa a Golasecca Mariangela Pezzotta veniva uccisa dalle Bestie di Satana
Il ricordo del padre Silvio in un breve post che riavvolge il nastro di uno dei più gravi fatti di cronaca degli ultimi decenni in provincia di Varese
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Un padre che sopravvive alla figlia ha sempre qualcosa da insegnare. E Silvio Pezzotta ha sempre avuto qualcosa di sensato da proporre a chi, in questi anni, leggeva le interviste che ricostruivano la tragedia occorsa a sua figlia Mariangela, massacrata dalle Bestie di Satana a Golasecca, incipit di una delle storie di cronaca nera più dure e inquietanti dell’ultimo ventennio, certamente la più cupa che ha riguardato la provincia di Varese dopo la pagina voltata dal secolo.
«Il tempo non cancella il ricordo indelebile della Tua presenza. ciao Mary», scrive il signor Pezzotta.
E non è mero esercizio di retorica poter affermate che tanti, fra i varesini che vent’anni fa erano entrati nell’età della ragione, hanno ben impresso, tuttora, quell’immagine; quella foto di una ragazza dal volto pulito e fragile finita in una compagnia sbagliata, al centro di meccanismi feroci e folli che non esitarono a condannarla a morte perché sapeva cosa quel gruppo di invasati di droghe e satanismo aveva fatto ad altre due vittime, Fabio Tollis e Chiara Marino, fatti sparire nei boschi di Somma Lombardo, sepolti sotto le radici dei castagni: la buca già pronta, la candeggina versata sopra, con l’illusione di togliere le tracce.
Dunque Mariangela punita nel più atroce dei modi, tirata nello “chalet degli orrori”, colpita da un’arma da fuoco, finita a badilate, posticciamente seppellita in un orto col disegno di far sparire la sua auto per gettarla in una canale così da occultare le prove di quella presenza. Fu un incidente stradale, quel 24 gennaio del 2004, a far scoprire ai carabinieri questa vicenda a cui va sommata la quarta vittima del gruppo, Andrea Bontade, che venne portato al suicidio nel 1998, lo stesso anno in cui vennero assassinati (il 17 di gennaio nei boschi di “Mezzana”) anche Fabio Tollis e Chiara Marino.
No, non l’abbiamo dimenticata, questa storia. Non l’abbiamo dimenticata e non la dimenticheremo mai. Perché il tempo non cancella i ricordi indelebili. Per tutti.
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