Busto Arsizio ricorda il sacrificio d’amore di don Isidoro Meschi
A 34 anni dalla morte violenta non si spegne l'affetto verso "don Lolo". Previsti tre eventi per tramandare la sua memoria
La data del 14 febbraio, a Busto Arsizio, non è solo la ricorrenza di San Valentino. È anche la data che ricorda un testimone d’amore, il «prete felice», don Isidoro Meschi, morto il 14 febbraio del 1991.
Una figura di grande riferimento spirituale e umano: attento ai più fragili, fino al martirio cristiano, il suo nome evoca ancora oggi sentimenti di profonda gratitudine e ammirazione per il servizio pastorale svolto con dedizione e amore profondo.
Gli eventi in ricordo di don Isidoro
Per onorare la memoria di don Isidoro Meschi, sono stati organizzati diversi momenti di raccoglimento e celebrazione, aperti a tutta la comunità: sabato 8 febbraio, alle 15:30:, si terrà il momento di preghiera al Santuario di Santa Maria.
Il venerdì 14 febbraio,alle ore 20:45, ci sarà la Santa Messa celebrata da don Emanuele Silanos nella Basilica di San Giovanni.
Infine il 18 febbraio, alle 21:00, è in programma il concerto di San Valentino al Teatro Sociale – Delia Cajelli.
Chi era don Isidoro Meschi?
Don Isidoro Meschi era nato in Brianza, a Merate, nell’estate del 1945. Vocazione precoce, arrivò a Busto Arsizio all’inizio degli anni Settanta, ancora giovanissimo sacerdote.
“Don Lolo” fu insegnante, in particolare al Crespi, e anche giornalista, responsabile per l’Alto Milanese del Luce, il settimanale cattolico del Varesotto scomparso negli anni Duemila.
A Busto, come altri sacerdoti fecero, si trovò ad affrontare il problema della droga. All’inizio anni Ottanta l’eroina sta dilagando anche in provincia e don Isidoro, mettendo il suo stipendio di insegnante di religione, ristruttura una cascina di Busto trasformandola nel centro di recupero “Marco Riva”.
Si occupa di chi spesso era messo ai margini: barboni, drogati, matti, come dicevano i più allora. E proprio nei dintorni del centro “Marco Riva” viene ucciso da un ragazzo psicolabile, una delle tante persone di cui si prendeva cura.
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