Confartigianato: “Innovare o scomparire, il futuro si decide adesso”
L'intervento di Mauro Colombo: "Le aziende che non hanno ancora intrapreso la trasformazione digitale stanno perdendo terreno. Automazione, digitale e IA sono la chiave per sopravvivere"
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L’innovazione tecnologica non è più solo un vantaggio competitivo: è una necessità per la sopravvivenza.
Nel primo trimestre del 2025, il mercato italiano ha mostrato una crescente polarizzazione: le imprese che hanno investito in automazione, digitalizzazione e intelligenza artificiale stanno registrando significativi miglioramenti in produttività ed efficienza, mentre quelle che hanno esitato sono in difficoltà.
«I dati parlano chiaro: le aziende che non hanno ancora intrapreso la trasformazione digitale stanno perdendo terreno. Non è una minaccia, è una realtà che si sta già concretizzando», afferma Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Varese. «L’innovazione non è democratica: premia chi ha investito e lascia indietro chi ha rinviato il cambiamento».
Secondo l’Istat, nel 2024 solo l’8,2% delle imprese italiane con almeno dieci addetti utilizzava tecnologie di intelligenza artificiale, un aumento rispetto al 5,0% del 2023, ma ancora al di sotto della media UE del 13,5% .
Questo ritardo evidenzia una resistenza al cambiamento che potrebbe costare caro in un contesto economico sempre più competitivo.
Le previsioni economiche per il 2025 indicano una crescita del Pil italiano dello 0,8%, trainata principalmente dalla domanda interna. Tuttavia, questo incremento potrebbe non essere sufficiente a colmare il divario competitivo tra le aziende innovative e quelle restie al cambiamento.
«La pressione competitiva nel 2025 è più alta che mai. Il costo del denaro rimane alto, le materie prime sono un’incognita e le catene di fornitura sono fragili. Il fattore che sta facendo la differenza tra chi si assicura lo sviluppo e chi arranca è la capacità di adattarsi e innovare. Non basta più produrre: bisogna farlo meglio, più velocemente e con un valore aggiunto che solo la tecnologia può garantire», spiega Colombo.
Le piccole e medie imprese sono particolarmente vulnerabili. Nonostante il fatturato derivante dalle vendite online sia passato dal 4,8% al 14% negli ultimi dieci anni, molte Pmi faticano ancora ad adottare tecnologie avanzate. Questo ritardo nell’adozione digitale potrebbe compromettere la loro competitività in un mercato sempre più orientato verso l’innovazione.
«Non è più il momento di domandarsi se conviene innovare. La domanda giusta è: quanto costa non farlo? Le aziende che stanno rimandando la transizione tecnologica stanno già pagando il prezzo più alto in termini di competitività» sottolinea Colombo.
Investire in innovazione non significa solo acquisire nuove tecnologie, ma anche formare personale qualificato e aggiornare le competenze interne. Nel 2024, solo il 17,8% delle imprese italiane ha realizzato formazione informatica per i propri dipendenti, un dato inferiore alla media Ue del 22,3%. Questa carenza formativa potrebbe limitare la capacità delle aziende di sfruttare appieno le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.
Anche la supply chain è al centro della trasformazione. Le grandi aziende richiedono ai fornitori standard sempre più elevati, e solo chi ha digitalizzato la propria gestione logistica riesce a soddisfare queste esigenze. La richiesta di tracciabilità, sostenibilità e rapidità di risposta è in aumento, e chi non dispone di strumenti adeguati rischia di perdere commesse preziose.
«I prossimi mesi saranno decisivi. Chi sta ancora aspettando rischia di restare escluso dai principali canali commerciali. Il digitale sta cambiando non solo la produzione, ma anche la distribuzione e la relazione con il cliente. Chi non è presente in questo nuovo ecosistema rischia di diventare invisibile», avverte Colombo.
Il futuro delle Pmi si gioca ora. Il mercato non aspetta, e il tempo per adeguarsi è ormai agli sgoccioli. «Mai come oggi innovare significa anche avere una guida affidabile per evitare sprechi e investire nel modo giusto. Le risorse delle imprese sono limitate, e spendere male è un lusso che nessuno può permettersi. Il nostro obiettivo è aiutare gli imprenditori a fare scelte strategiche, efficaci e sostenibili per il futuro del loro business» conclude Colombo.
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