Ferrara su Beko: “Dopo la missione in Turchia, Urso dimentica le promesse. Il futuro di Cassinetta resta incerto”
Il deputato varesino del M5S: "È inaccettabile che il Governo continui a spacciare per successi quello che è, nei fatti, un piano che lascia un intero territorio in balia delle decisioni della multinazionale"

«Non possiamo considerare una vittoria l’annuncio di 136 milioni di euro di investimenti se il prezzo resta la perdita di 350 posti di lavoro a Cassinetta di Biandronno. È inaccettabile che il Governo continui a spacciare per successi quello che è, nei fatti, un piano che lascia un intero territorio in balia delle decisioni della multinazionale», dichiara Antonio Ferrara, deputato varesino del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Attività Produttive, commentando l’esito dell’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) sulla vertenza Beko.
136 milioni di investimenti, ma i tagli rimangono
L’azienda ha confermato 136 milioni di euro di investimenti per lo stabilimento di Cassinetta di Biandronno, ma anche la permanenza di 350 esuberi nella fabbrica di frigoriferi. Una riduzione rispetto ai 541 inizialmente previsti, ma che Ferrara giudica ancora “inaccettabile per un territorio già fragile sul piano occupazionale.”
Il dettaglio degli investimenti per Cassinetta:
• 31,5 milioni di euro nella fabbrica di frigoriferi
• 75 milioni di euro nella fabbrica di forni
• 21 milioni di euro nella fabbrica di microonde
• 8,5 milioni di euro per l’installazione di pannelli solari
«È evidente che gli investimenti previsti servono più a riequilibrare i conti aziendali che a garantire il pieno rilancio produttivo. Con il passaggio ai turni diurni unici, le possibilità di assorbire i lavoratori in esubero si riducono drasticamente», sottolinea Ferrara.
La missione in Turchia e le promesse dimenticate
Ferrara punta il dito contro la recente missione del Ministro Adolfo Urso in Turchia, dove avrebbe dovuto rafforzare le tutele occupazionali per gli stabilimenti italiani. «Il viaggio ad Istanbul è stato descritto come una missione strategica per difendere i nostri siti produttivi. Eppure, al ritorno, le promesse di salvaguardia dei posti di lavoro si sono dissolte come neve al sole».
Durante la missione, Urso ha incontrato i vertici della multinazionale turca per discutere del futuro degli stabilimenti italiani, compreso quello di Cassinetta, ma «non ha imposto alcuna condizione vincolante. Ha preferito tornare a mani vuote piuttosto che alzare la voce in difesa dei lavoratori» denuncia Ferrara.
«Il Golden Power, che doveva essere lo scudo per i nostri siti produttivi, è stato trasformato in un semplice strumento di facciata. Il Governo aveva l’occasione per bloccare o rinegoziare le decisioni aziendali più penalizzanti, ma ha scelto di non farlo», aggiunge.
“Non bastano i numeri: serve una visione per il rilancio”
Ferrara avverte che la crisi di Cassinetta non può essere risolta con investimenti “spot” o tagli mascherati da ristrutturazioni. «136 milioni di euro possono sembrare tanti, ma senza un vero piano di rilancio industriale e senza il rispetto delle promesse fatte ai lavoratori, questi soldi rischiano di essere solo una toppa su una falla ben più grande».
«Il nostro territorio merita un piano industriale serio, che vada oltre i numeri e si concentri sulle persone. Cassinetta non deve essere ridotta a un semplice nodo logistico: deve continuare a essere un presidio produttivo strategico per l’Italia» prosegue Ferrara.
“Il Governo tuteli Cassinetta o sarà corresponsabile dei licenziamenti”
Il deputato M5S invita il Governo a rimettere al centro la tutela dei posti di lavoro: «Non possiamo accettare che centinaia di famiglie vengano lasciate indietro. Se il Governo continuerà a rimanere passivo, sarà corresponsabile della crisi occupazionale che rischia di travolgere Cassinetta e l’intera provincia di Varese».
Ferrara chiude con un appello alle istituzioni locali e nazionali: «Il nostro territorio ha bisogno di stabilità, investimenti veri e una visione chiara per il futuro. Serve un piano di reindustrializzazione che metta i lavoratori al centro e non li tratti come semplici numeri da tagliare».
Prossimi incontri: Il negoziato proseguirà presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy il 27 febbraio, il 14 marzo e il 18 marzo.
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