Francesco Tomasella e il processo per violenza sessuale, la ex in aula: “Quella notte pensavo mi uccidesse”

L’uomo, candidato sindaco e attivista d'area no vax è accusato anche di atti persecutori. Il lungo racconto in aula della ex, dietro ad un paravento: “Era ossessivo e violento. Si era convertito alla religione”

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Nervoso, mai fermo, indispettito dalle parole della ex che per due ore ha raccontato, dietro ad un paravento, la storia di un rapporto tormentato dalle ossessioni di quello che un tempo era il suo compagno, paturnie diventate secondo le imputazioni veri e propri atti persecutori, oltre alla pesante accusa di violenza sessuale.

Lui è Francesco Tomasella, in carcere su ordine della magistratura e in regime di custodia cautelare: è personaggio pubblico, noto per aver corso alle amministrative di Varese (dove non è riuscito ad entrare in consiglio comunale) e per aver ricoperto il ruolo di punta della protesta d’area “no vax“ ai tempi della pandemia, e prima ancora degli attivisti contro la dittatura sanitaria, tradotto: il lockdown stabilito dal Governo e dettato dalla necessità di contenere la pandemia.

Lei è una donna di mezza età, la parte offesa, vittima in questo procedimento che essa stessa ha fatto partire denunciando quanto a suo dire avrebbe subito dall’imputato.

Tomasella è innocente fino a prova contraria nonostante il lunghissimo esame della parte offesa che ha prestato giuramento in aula e che ha risposto alle domande della pm Maria Claudia Contini sotto lo sguardo del presidente del collegio Cesare Tacconi.

Un interrogatorio dove omettiamo particolari che possano rendere riconoscibile la parte offesa che può tradursi, condensato ai minimi termini e senza scadere in particolari morbosi, in un rapporto a dir poco tumultuoso fra i due costituito da alti e bassi ma sempre caratterizzato da una volontà di controllo assoluto sulla donna, sulle sue frequentazioni e con fare indagatore rivolto addirittura alle precedenti relazioni della compagna. Domande indiscrete continue, richiesta di verifica di messaggi sul telefono. Poi insoddisfazione delle risposte ricevute sublimata in uno schema crescente, un’iperbole fatta di parole irrispettose, poi offese, poi violenza verbale (e in alcuni casi minacce verso i parenti strettissimi della donna), fisica, e infine sessuale, almeno in tre occasioni raccontate ai giudici.

La donna si è costituita parte civile assistita in aula dall’avvocato Chiara di Giovanni, mentre l’avvocato dell’imputato è Ester Cantina che in più di un’occasione ha dovuto tenere a bada il suo assistito ad un certo punto redarguito dal presidente del Collegio per i visibili segni di intemperanza verso le risposte della teste. Un’escussione lunga si diceva che parte dalle prime frequentazioni fra i due risalenti al 2020, rapporti ondivaghi dove non mancavano sberle e parole, fino al primo episodio nel febbraio 2021: i fidanzati non vivono in una casa comune ma si vedono di volta in volta nelle proprie abitazioni.

«Una sera, eravamo a casa sua, partendo sempre da domande circa mie supposte frequentazioni di altri uomini, mi prese il cellulare e si chiuse in bagno per diverse ore per uscire nel cuore della notte che era una furia: insulti, botte e alla fine la pretesa di un rapporto sessuale che mi ha fatto subire con la forza. Ero bloccata, atterrita, non potevo oppormi. Ho pensato: “Questa notte mi ammazza”, e non vedevo l’ora che arrivasse mattina, per potermene andare», ha raccontato la donna. Così per almeno altri due episodi analoghi. Fino a ingenerare una sensazione di paura nei riguardi di quell’uomo che spinse addirittura a farle una proposta di matrimonio “romantica“ nella cornice fuoriporta consistente nel viaggio a Parigi, con tanto di anello da presentare al cospetto della compagna.

«Ma io avevo alle spalle un matrimonio, ero separata. Era l’aprile 2022 e lui si era avvicinato alla religione, diceva di aver conosciuto Dio, e che avrei dovuto in qualche modo purificarmi, prima di sposarmi di nuovo».

Il racconto si spinge fino all’estate 2023 quando il racconto di quella relazione – fino ad allora contraddistinta da continui alti e bassi fatti di strappi violenti e ricuciture – si ferma a causa di esigenze tecniche processuali. La rimanente escussione della donna a fronte delle domande della pm e il contro interrogatorio di parte civile e difesa continuerà con le medesime modalità il prossimo 4 marzo.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Febbraio 2025
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