Ghiaccio e Guerra fredda
Nel 1972 Canada e URSS diedero vita alle Summit Series, partite pensate per decretare la nazionale più forte al mondo. Ma in ballo c'erano anche due blocchi politici e due stili di vita all'opposto

(d. f.) Episodio numero 10 della seconda stagione della rubrica di Marco Giannatiempo, curata dalla redazione sportiva di V2 Media/ VareseNews e dedicata alla cultura dell’hockey su ghiaccio. In questa puntata parliamo di un momento in cui lo sport – l’hockey – ha incrociato le grandi vicende mondiali del Novecento. Canada e Urss, occidente e comunismo otto anni prima del celebre “Miracle on Ice”.
“Alla balaustra” ha cadenza quindicinale e viene pubblicata il primo e terzo (ed eventualmente quinto) lunedì pomeriggio di ogni mese. Gli otto racconti della prima stagione e quelli della seconda sono disponibili in calce all’articolo.
K129, Sinfonia n. 17 in Sol, è la seconda di tre composizioni che Wolfgang Amadeus Mozart completa nel maggio del 1772. Il giovane prodigio realizza questa incredibile opera quando è ancora sedicenne. K129 però è anche il nome di un sottomarino nucleare sovietico che quasi 200 anni dopo, nel 1968, solca i mari carico di testate atomiche nella sua terza missione. Terza e ultima per la precisione perché, nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, qualcosa va storto e del sommergibile si perdono le tracce.
I servizi segreti americani intercettano la notizia e, essendo molto interessati al contenuto del sottomarino, si riuniscono in gran segreto dando vita al “Progetto Azorian”, il cui obiettivo è quello di individuare e recuperare il relitto, per esaminare le avveniristiche testate nucleari sovietiche. All’operazione partecipa anche il miliardario Howard Hughes, che finanzia il progetto. Naturalmente, è necessario trovare una copertura e per non destare sospetti lo scopo ufficiale dell’operazione diventa quello dell’estrazione di manganese dal fondo dell’oceano. Il progetto prende il via, e la nave incaricata rintraccia la posizione del naufragio, dando inizio alle operazioni di recupero. Tutto sembra andare per il meglio ma, quando il braccio meccanico con agganciato il relitto è quasi in superficie, il sottomarino si spezza in due tronconi che sprofondano così in fondo nell’Oceano che diventa impossibile recuperarli.
Ma cosa c’entrano Mozart e un sottomarino pieno di testate nucleari con l’hockey su ghiaccio?
Mozart in effetti nulla, se non per l’assonanza tra il nome della sua sinfonia e quello del sottomarino. Il K 129, invece, c’entra eccome, perché rappresenta solo uno dei tanti episodi che ci portano dritti in uno dei periodi più geopoliticamente complessi e misteriosi della storia: la Guerra Fredda. Una guerra combattuta su molti livelli, tantissimi dei quali psicologici come le sortite del sottomarino ai limiti del confine sovietico, la ricerca verso l’avanguardia nucleare, lo spionaggio e il contro spionaggio… ma ci sono anche quelli sportivi, compreso l’hockey su ghiaccio.
Questa, infatti, è la storia della “Summit Series” del 1972, ancora oggi considerato il più grande e straordinario evento nella storia dell’hockey, momento in cui due mondi opposti si sono incontrati sul ghiaccio, dando vita a una delle rivalità più intense e contrastate mai viste nello sport.
Ma andiamo con ordine, le “Summit Series”, in russo Суперсерия СССР – Канада (Superserija SSSR – Kanada), è stato un torneo disputato su otto partite tra le nazionali dell‘Unione Sovietica e del Canada nel settembre del 1972, con una formula molto semplice, le prime quattro partite giocate in Canada, le altre quattro in Russia.
Inizialmente, il progetto nasce con un altro nome, qualcosa di simile a “Friendship Series”, ma viene immediatamente abbandonato vista la rivalità sportiva e ideologica tra i due blocchi.
Questo torneo fa accadere una cosa molto importante: per la prima volta l’Armata Rossa si trova di fronte una selezione di professionisti della NHL, il mitico Team Canada. L’obiettivo dell’evento è infatti quello di stabilire chi sia davvero il più forte. Si parte con l’ago della bilancia verso la parte sovietica, dominatrice incontrastata dello scacchiere internazionale hockeistico, ma se fino ad allora la NHL non aveva mai consentito ai giocatori professionisti di partecipare a Mondiali o Olimpiadi, adesso si fa sul serio e a giocare la “Summit Series” ci vanno quelli forti.
L’evento, naturalmente, va oltre lo sport perché sul ghiaccio assieme ai giocatori scendono due filosofie di vita opposte: comunismo contro capitalismo, collettivismo contro individualismo, disciplina ferrea contro creatività pura. Otto partite in cui il ghiaccio diventa il ring simbolico della Guerra Fredda stessa.
La prima partita delle quattro in terra canadese si gioca a Montréal il 2 settembre 1972. Tutto fa pensare che per le foglie d’acero si tratterà di una passeggiata: i nordamericani partono fortissimo, segnano due gol e dominano il gioco, ma a metà partita qualcosa si blocca, e il Canada incassa una pesante sconfitta per 7 a 3. I russi, guidati dal fenomenale portiere Vladislav Tretiak e dal geniale Valeri Kharlamov, dimostrano che dietro la Cortina di Ferro l’hockey non è solo disciplina, ma anche spettacolo. Gara2 va meglio per il Canada che vince per 4 a 1, il terzo match rimane in perfetto equilibrio con uno spettacolare 4 a 4, mentre l’ultima partita in terra canadese viene vinta ancora dai sovietici: 5 a 3 alla fine dei tempi regolamentari.
La serie si sposta quindi in Russia per le quattro gare che completeranno il torneo. Tutto questo in un’atmosfera surreale, all’interno di uno stadio con sole bandiere rosse, senza un singolo biglietto venduto ai canadesi: in questo clima i sovietici si prendono anche gara5, e per l’URSS sembra fatta. Negli spogliatoi canadesi l’atmosfera è pesantissima, a rompere il silenzio ci pensa Phil Esposito, asso dei Boston Bruins, che si inventa un discorso motivazionale di una dozzina di minuti, concludendo che non si stanno giocando semplici partite di hockey e che su quel ghiaccio si sta scrivendo la storia. La scossa ha effetto: il Canada vince le due gare successive, portando la serie in perfetto equilibrio, tre vittorie a testa e un pareggio. Tutto si decide nell’ultima gara.
È il 28 settembre 1972 e Mosca si prepara a vivere la notte più lunga della storia dell’hockey. Sugli spalti tutte le più illustri cariche sovietiche, con i loro visti scolpiti che traducono un solo messaggio: perdere contro i canadesi non è un’opzione.
La Russia parte bene, prende il comando del gioco e a metà del terzo periodo è avanti per 5 a 3; i canadesi sono stanchi, mancano pochi minuti alla fine della partita e quella macchia rossa che fa da cornice al ghiaccio pare stringersi sempre di più attorno alle sorti del Team Canada. Sembra tutto finito… quando una distrazione difensiva sovietica lascia spazio a Esposito – proprio lui, quello del discorso – che in uno contro zero segna un gol pesantissimo. La Russia subisce il contraccolpo piscologico e pochi minuti dopo dal bastone di Cournoyer parte il disco del pareggio.
Manca un minuto alla fine e altrimenti si andrà ai supplementari, ma si sa nell’hockey può accadere di tutto. Un attaccante russo si sgancia dalla propria blu, percorre tutta la pista e scaglia un potentissimo tiro che l’estremo difensore canadese para ed appoggia per un terzino; questi gira di prima intenzione a Paul Henderson liberissimo a centro pista che si invola verso la porta. Dopo un primo tentativo, a 34 secondi dalla fine segna il gol più famoso della storia del Canada.
La panchina canadese esplode, la televisione nazionale impazzisce, un’intera nazione scende per strada a festeggiare quell’incredibile impresa. Il giorno dopo, anche la politica si interessa a questa vittoria, i giocatori vengono celebrati come eroi nazionali e nelle settimane successive le scuole di avviamento all’hockey su ghiaccio registrano il tutto esaurito.
E così, mentre il K129 giace sul fondo dell’oceano, la vittoria del Team Canada alla Summit Series del ’72 sale in cima alla storia dello sport mondiale.
ALLA BALAUSTRA: PUNTATE PRECEDENTI
16. Pinguini rossi
15. Galante e cattivo
14. Figli di una lega minore
13. La squadra senza avversari
12. Non è mai troppo tardi
11. Zamboni, il genio del ghiaccio
10. Senza maschera e senza paura
9. La Kraut Line va alla guerra
Prima stagione – Tutti gli articoli
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Rubato a Cavaria nella notte il pickup antincendio della protezione civile: lo trova all'alba una signora nel giardino di casa
Takaya su "In questo momento il numero esatto di letti del futuro ospedale unico non è importante"
lenny54 su A Gaza stanno massacrando i bambini
Felice su Sassi contro gli autobus di Autolinee Varesine, identificati e denunciati gli autori
Felice su Rischiano diecimila euro di multa per aver abbandonato rifiuti nei boschi ad Arcisate
UnoAcaso su Posti letto 'raddoppiati' all'ospedale unico Gallarate-Busto: "Una giustificazione insostenibile"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.