Il petto escavato interessa un ragazzo ogni 300: all’ospedale Niguarda di Milano un centro specializzato
Diagnosi precoce e cure mirate permettono di risolvere la rientranza dello sterno che, oltre al disagio psicologico, può creare problemi respiratori. La storia di Marco e del suo sogno di diventare un nuotatore agonista

Marco, oggi, ha 20 anni ed è un nuotatore di livello agonistico.
Quando aveva 8 anni, però, si è trovato a dover superare un ostacolo che sembrava insormontabile: il petto escavato. Aveva un’anomalia che porta lo sterno a ‘piegarsi’ verso l’interno in modo importante, causando difficoltà respiratorie durante l’allenamento e, soprattutto, disagio psicologico.
La campana sottovuoto
Abbandona il nuoto. I suoi genitori cercano una cura che gli restituisca entusiasmo e voglia di fare. Si rivolge all’ospedale Niguarda di Milano e al Centro di Chirurgia toracica dirada dal dottor Massimo Torre che propone una soluzione, non invasiva e molto efficace, una speciale ‘campana sottovuoto’ (vacuum bell) che, applicata periodicamente allo sterno, è in grado di riportarlo alla giusta posizione, risolvendo sia il disagio fisico sia quello psicologico.
Un ragazzo ogni 300 presenta questa anomalia che si aggrava con la crescita
Il petto escavato interessa circa 1 ragazzo su 300, prevalentemente maschi, e si manifesta tra i 6 e i 10 anni, aggravandosi durante la crescita. Nei casi più lievi non provoca problemi funzionali, ma può avere un forte impatto psicologico. Nei casi più gravi, invece, può compromettere la postura e persino la funzionalità cardiaca e respiratoria.
Fondamentale la diagnosi precoce
Il Centro di Chirurgia Toracica dell’Ospedale Niguarda di Milano è un punto di riferimento in Italia per il trattamento di questa patologia. La diagnosi precoce è fondamentale: nei bambini fino ai 12 anni, la vacuum bell può correggere il difetto sfruttando l’elasticità della cartilagine. Dopo i 12-13 anni, quando la terapia non è più efficace, si può intervenire chirurgicamente con la tecnica di Nuss, che prevede l’inserimento temporaneo di un’arco metallico per riallineare lo sterno, o con l’intervento di Ravitch per gli adulti.
Il disagio psicologico
«I ragazzi vivono questa condizione come una malformazione congenita, si sentono osservati come se fossero portatori di una deformità grave – racconta lo specialista Torre – Sono ragazzi che ad esempio non tolgono mai la maglietta, neppure quando vanno in spiaggia, oppure che si auto-limitano preferendo andare in montagna, ed evitando tutte le situazioni che li esporrebbero agli sguardi degli altri».
Secondo Torre, i medici che non sono specializzati sulle malformazioni toraciche «tendono erroneamente a considerarlo un difetto che migliora con la crescita, e suggeriscono di fare palestra per renderlo meno visibile. In realtà più si aumenta la massa muscolare, più l’introflessione diventa profonda. Quello che serve veramente è la competenza di un chirurgo toracico o un chirurgo pediatra che valuti l’entità del problema, e di un Ospedale che abbia in atto i giusti percorsi per intervenire precocemente».
In 10 anni effettuati 160 trattamenti
«Ogni anno si rivolgono al percorso di Niguarda circa 60 ragazzi, e la maggior parte ottiene i risultati ideali con la vacuum bell. Solo il 30% ha bisogno dell’intervento chirurgico. La nostra è una casistica tra le migliori d’Italia: negli ultimi 10 anni abbiamo effettuato circa 160 trattamenti, con una media di 15-16 l’anno».
Come tutte le operazioni chirurgiche, prima di intervenire bisogna valutare attentamente i rischi e i benefici: «L’indicazione chirurgica deve essere fortemente motivata, e non ci si può basare solo sull’aspetto estetico. Noi interveniamo laddove c’è un disagio importante o un disturbo funzionale. Per questo motivo, gli interventi devono essere eseguiti in strutture dotate di tutte le attenzioni e le cautele necessarie per trattare le patologie del torace. All’Ospedale Niguarda abbiamo uno staff altamente preparato e siamo in grado di prevenire eventuali complicanze, che in chirurgia vanno sempre e comunque tenute in considerazione».
Grazie a percorsi multidisciplinari che includono specialisti e psicologi, il Niguarda offre trattamenti mirati a migliorare sia la salute fisica che il benessere psicologico dei pazienti.
Marco ha iniziato la terapia a 9 anni e in due anni ha ridotto la rientranza
Marco ha iniziato la sua terapia con la vacuum bell a 9 anni. La terapia è durata per due anni e il suo problema è andato affievolendosi nel tempo, fino a ridursi quasi completamente; ha superato i problemi fisici ma anche il disagio psicologico. Ed è tornato a nuotare, realizzando uno dei suoi più grandi sogni: diventare un nuotatore agonista.
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