Mastini: Bino conferma Glavic e spiega: “Una sconfitta non guasta il nostro progetto”
Dopo il tracollo in Coppa Italia prende la parola il presidente giallonero: "Momento di down, ma ripartiremo. Il coach non si tocca, vogliamo confermarlo. Tanti messaggi di sostegno dopo il KO"
![carlo bino presidente hcmv hockey mastini varese](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2025/02/carlo-bino-presidente-hcmv-hockey-mastini-varese-1816581.610x431.jpg)
La settimana successiva alla Final Four di Coppa Italia non è stata indubbiamente come ce la si aspettava, a Varese, dove è andato in scena il torneo vinto dal Feltre ma segnato dalla clamorosa uscita di scena dei Mastini, travolti 1-7 dal Caldaro in semifinale. Una “botta” che ha lasciato strascichi polemici tra chi attacca l’allenatore Gaber Glavic, chi se la prende con la dirigenza e chi non ha preso di buon grado la partita disputata dai giocatori in giallonero.
Per questo il presidente giallonero Carlo Bino ha voluto fare il punto della situazione, prendendo una posizione decisa sull’allenatore sloveno – confermatissimo – ma anche ribadendo l’importanza di un cammino nato tre anni fa che ha riservato grandi soddisfazioni. Senza, come è giusto che sia, negare la delusione per l’ultimo periodo o “vietare” le critiche legittime dei tifosi.
SI VINCE E SI PERDE – «In questi giorni sento parlare di “stagione disastrosa” per la sconfitta di coppa e per le ultime partite andate male – spiega Bino – Ma non è così. Siamo tra le prime quattro in classifica, abbiamo partecipato alle Final Four e giocheremo i playoff. Tra l’altro ritengo che il Varese non sia inferiore alle altre tre squadre che hanno giocato la Coppa, pur pensando che il Caldaro abbia qualcosa in più di tutte. Ma a loro non è bastato per vincere la finale perché siamo in ambito sportivo, e nello sport si può vincere e si può perdere. Alla fine vince una sola: la sconfitta va messa in conto».
LA CONFERMA DI GLAVIC – Bino tiene a sottolineare come l’allenatore sloveno non sia assolutamente in discussione. «La posizione di Glavic non è in dubbio e non lo sarà: è un’ottima persona e un ottimo coach, ha un curriculum hockeyistico che parla da solo e anche se gli ultimi risultati non sono stati buoni, vale la riconferma. Poi è ovvio che le cose dovranno incastrarsi a tempo debito ma lui ha capito che la realtà di Varese è diversa da quella da cui proviene, Jesenice, e si è calato nella situazione». Il presidente guarda anche a due realtà geograficamente vicine per difendere la sua posizione: «A Como sono ultimi da inizio campionato ma nessuno mette in discussione un bravo allenatore come Da Rin. E il Lugano ha silurato il povero Geninazzi ma con il nuovo tecnico, dopo una buona partenza, la squadra è tornata a perdere».
UN PERCORSO IMPORTANTE – Bino invita, giustamente, anche a guardare all’intero progetto HCMV senza dover liquidare tutto per l’ultimo periodo. «In questi tre anni abbiamo riportato in alto l’hockey a Varese, vinto coppa e campionato, fatto una finale, organizzato per tre volte consecutive la Coppa Italia che per noi è un investimento importante ma anche un regalo alla città, basti pensare a quante persone da fuori sono arrivate nei giorni scorsi. Un lavoro fantastico che non deve essere messo in discussione».
I MESSAGGI DI SUPPORTO – Il presidente tiene a sottolineare anche l’aspetto positivo del momento di crisi: quello di aver ricevuto forte sostegno da molte persone comuni ma anche dei partner che partecipano al progetto HCMV. «Ho ricevuto tantissimi messaggi di vicinanza dai tifosi e dagli sponsor che non mettono in discussione il progetto per qualche sconfitta. La stragrande maggioranza è così, tifosi veri anche quando si perde. Tutti sono bravi a salire sul carro quando le cose vanno bene; di certo noi, qualunque siano i risultati, continueremo a far il nostro dovere dentro e fuori dal ghiaccio. Siamo delusi, e non ero certo contento dopo la semifinale, ma si va avanti».
SCONFITTA VOLUTA? STUPIDAGGINE – Se da un lato Bino conferma e difende l’allenatore, dall’altro ribadisce la fiducia anche nella squadra. E, anzi, prende le parti dei giocatori che qualche tifoso ha accusato di aver “giocato a perdere” contro il Caldaro. «Non voglio sentir dire che i giocatori abbiano perso apposta la partita: sono ragazzi che si alzano presto, lavorano di giorno magari a Milano, si fanno ore di macchina per tornare in tempo ad allenarsi e lo fanno per qualche centinaio di euro al mese. Figuriamoci se davanti al proprio pubblico in una occasione del genere hanno pensato a “non giocare”. Non scherziamo. Piuttosto è un momento di down da cui dobbiamo uscire, e credo che ci sia ancora margine per arrivare terzi alla fine della seconda fase».
INVESTIMENTO SUI GIOVANI – Infine uno sguardo ai costi: il Varese ha veterani “locali” ma numerosi giovani di buon livello provenienti da fuori per l’assenza di giocatori formati in casa negli ultimi anni. «Il nostro budget è il più alto della IHL, tolto l’Aosta, ma a differenza delle altre squadre abbiamo dovuto investire sui giovani presi da fuori. Ognuno di loro ha bisogno una casa oltre a un rimborso spese e questo non avviene a Caldaro (e non solo) dove tutti i giovani vivono lì e sono cresciuti nel vivaio. Questo è bene ricordarlo: abbiamo fatto scelte che permetteranno al Varese di avere un transizione quando i veterani smetteranno».
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