Mattia, dalla passione per le due ruote a Varese a una nuova vita in Olanda
Nel momento in cui si è presentata l’opportunità di trasferirsi in Olanda per lavorare nell'headquarter europeo di Kawasaki, ha deciso di fare il grande passo e diventare un varesino all'estero
![Generico 10 Feb 2025](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2025/02/generico-10-feb-2025-1817754.610x431.jpg)
Mattia Liccardi, originario di Varese, ha sempre avuto una passione sfrenata per i motori, che lo ha accompagnato fin da giovane, quando suo padre lavorava in Aermacchi. Dopo aver studiato all’Insubria e alla LIUC, Mattia ha deciso di inseguire il suo sogno di lavorare nel settore automotive, con l’obiettivo di un giorno entrare nelle sue aziende del cuore, Cagiva e Aprilia.
Dopo aver lavorato per SWM Motorcycles e MV Agusta, dove ha avuto la possibilità di collaborare con grandi nomi come Lewis Hamilton, ha realizzato il suo sogno di lavorare per Aprilia, coordinando il marketing digitale e i social media a livello internazionale. Tuttavia, nonostante la carriera in ascesa, Mattia ha dovuto affrontare le difficoltà tipiche del settore automotive in Italia, dove la mancanza di crescita professionale e di valorizzazione dei dipendenti lo ha portato a cercare nuove opportunità all’estero.
Nel momento in cui si è presentata l’opportunità di trasferirsi in Olanda per lavorare nell’headquarter europeo di Kawasaki, Mattia ha deciso di fare il grande passo. Oggi, dopo quattro mesi in Olanda, racconta di come la vita lavorativa e personale sia cambiata radicalmente.
L’attenzione al dipendente, i benefici aziendali e un ambiente internazionale lo hanno aiutato a crescere sia professionalmente che umanamente, facendogli apprezzare la cultura lavorativa olandese. Nonostante il richiamo dell’Italia, Mattia sente che le condizioni in Olanda sono difficili da eguagliare, e ancora non sa se e per quanto tempo resterà, ma sa che questa esperienza lo ha cambiato profondamente.
Ecco il suo racconto:
Ciao Varesenews,
sono un varesino nato ad Angera (dove ora non è più possibile), ma ho sempre vissuto a Bosto nel pieno cuore di Varese e sono un fervido sostenitore della bellezza di questa città che, ahimè, sta un po’ svanendo nel corso degli anni… ma per fortuna nessuno ci può togliere i laghi e il Sacro Monte!
Parlando di me, sono appassionato fin da piccolo di motori in qualsiasi forma (mio padre ha lavorato in Aermacchi per 40 anni) e ho sviluppato dai 14 anni una passione irrefrenabile per le due ruote. Da allora, il mio obiettivo è stato, attraverso studio (Insubria e LIUC – non si lascia la provincia!) e sacrifici, quello di lavorare nel settore automotive, con l’idea precisa di lavorare per le mie aziende del cuore: Cagiva (non c’è neanche bisogno di specificare il perché) e Aprilia.
Così, dopo la laurea, ho rifiutato diverse opportunità pur di guadagnarmi spazio in questo settore e ho iniziato a lavorare per SWM Motorcycles (rinata all’epoca da poco, negli ex stabilimenti Husqvarna di Biandronno) attraverso un’agenzia di PR & Comunicazione di Milano. Con loro ci siamo occupati di PR, organizzare eventi di portata internazionale e di avviare i canali social.
Da lì, il salto nel dipartimento Marketing di MV Agusta (holding che controlla il marchio dormiente Cagiva) ed ecco il mio primo sogno realizzato. Purtroppo i tempi erano difficili, tra concordato, mancanza di budget e incertezze sul futuro aziendale. Nonostante ciò, lato comunicazione ci siamo sempre distinti per innovazione e qualità (infiniti gli aneddoti tra le attività sportive e le collaborazioni con star nazionali e internazionali, come la partnership con Lewis Hamilton). Dopo quasi due anni e con l’arrivo della famiglia Sardarov al comando, è stato però tempo di saluti.
Le opportunità per un giovane in questo settore, anche grazie al riconosciuto merito per il lavoro svolto, fortunatamente all’epoca non sono mancate: tra Ducati e Gruppo Piaggio, decido per quest’ultimo pur di realizzare il mio secondo sogno: poter lavorare per Aprilia (brand facente parte del gruppo insieme a Vespa, Piaggio e Moto Guzzi). Per quasi 6 anni ho coordinato le attività a livello internazionale di Digital Marketing e, successivamente, del mondo Social Media di tutti i brand sopracitati. Anni veramente fantastici, formativi e ricchi di esperienze totalmente diverse l’una dall’altra: tra star internazionali e piloti di tutti i tipi, inclusi quelli della MotoGP, raduni con centinaia di appassionati e attività con la Marina Militare Italiana che personalmente mi hanno colpito veramente molto.
Sembrerebbe tutto fantastico, ma purtroppo così non è stato. Le aziende del settore automotive in generale (nel tempo, ho avuto modo di conoscere altri appartenenti al settore e approfondirne la situazione lavorativa) soffrono di difetti tipici del lavoro in Italia, specialmente essendo un settore storico con retaggi molto radicati sul metodo di lavoro. Mancano attenzioni al dipendente (garantiti solo dal CCNL), riconoscimento dei meriti, crescita professionale, benefit (smart working, flessibilità ecc.), e la remunerazione/stipendio è spesso inadeguata. Qualche mosca bianca c’ è ma purtroppo non è sufficiente a far cambiare mentalità alla restante parte.
Così, quando mi è stata proposta l’opportunità di trasferirmi in Olanda per lavorare nell’headquarter Europeo di Kawasaki (una delle “Big 4” Giapponesi) a occuparmi di PR ed eventi, dopo qualche chiamata ad amici (italiani e olandesi) per sincerarmi delle effettive condizioni di lavoro e vita in questo Paese al di là di quanto si sente dire, ho accettato senza pensarci troppo. Sono passati quattro mesi da allora e posso già dire che la vita lavorativa e non, è tutta un’altra cosa rispetto all’Italia.
A lavoro l’attenzione al dipendente è massima, con l’accesso a tutti i benefit delle aziende più moderne (nel mio caso ho ricevuto anche benefit sui costi di trasferimento, sull’alloggio e sui mezzi di trasporto), i team di lavoro sono spesso internazionali (dato che la politica olandese è quella di attrarre talenti) e tutto questo si traduce in crescita professionale/umana senza eguali compreso uno stimolo a lavorare al meglio e con piacere.
Al di fuori del lavoro le condizioni di vita sono veramente buone: il costo della vita non è molto più alto, specialmente se paragonato a Varese (sempre più in alto nelle classifiche) o Milano. È difficilissimo trovare casa in affitto e i prezzi sono alle stelle, ma anche considerando questo lo stipendio è assolutamente sufficiente per concedersi qualche sfizio quotidiano. Inoltre, per i professionisti, c’è anche una deduzione sulle tasse. Le condizioni meteo? Beh, per noi che siamo di Varese ambientarsi è facile…
Non so ancora per quanto resterò, il mio obiettivo minimo sono 3 anni e poi, a scadenza degli attuali benefit fiscali, valuterò la situazione italiana e le offerte disponibili. Il richiamo dell’Italia sarà sempre forte, ma c’è da dire che sentendo i racconti di colleghi e conoscenti, sono in pochi quelli che hanno trovato le condizioni giuste o paragonabili all’olanda per tornare in madrepatria.
Un saluto ai lettori Varesenews!
In un recente articolo abbiamo scritto di come siano oltre 70mila i varesini che si sono trasferiti all’estero. Proprio come con Sofia ci piacerebbe raccontare, per quanto possibile, chi siano, di cosa si occupano e dove si trovano là fuori nel mondo. Se vivete all’estero e vi piacerebbe mettervi in contatto con noi potete compilare questo modulo, vi contatteremo al più presto. Abbiamo anche aperto un gruppo Facebook per tenerci in contatto, lo trovate qui.
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