“Montagne immaginarie” tra crisi climatica e sviluppo insostenibile

Michele Sasso racconta il futuro incerto di questi territori tra turismo, spopolamento e sostenibilità. Il libro sarà presentato giovedì 13 febbraio (ore 18) in Biblioteca civica (Sala Morselli)

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Definire la montagna «un non luogo», cioè un luogo non indentitario e storicizzato, potrebbe sembrare un paradosso. Se c’è un luogo della terra che ha costruito la sua narrazione sull’identità, è proprio la montagna. Secondo il giornalista della “StampaMichele Sasso, autore di “Montagne immaginarie” (Edizioni Ambiente), negli ultimi anni c’è stato un cambiamento profondo. Quella narrazione ovattata, accompagnata da immagini da cartolina, che viene venduta ai turisti, non corrisponde più alla realtà. Il paesaggio montano si è trasformato a causa del riscaldamento climatico.
In Italia ci sono 225 comuni montani con comprensori sciistici, in 141 le temperature medie si sono alzate di 2 gradi. In Europa quella soglia è stata superata da 40mila su 100mila comunità. Nevica sempre meno e sotto certe quote, ormai, non si scia più. E quando c’è, la neve viene “sparata” da appositi cannoni con un effetto straniante: una striscia bianca in mezzo al verde. Come se una mano invisibile avesse srotolato un rotolo gigante di carta igienica. Lo spreco d’acqua e di energia per innevare le piste da sci e la costruzione di nuovi impianti di risalita per soddisfare la domanda di divertimento, non sono certo un esempio di sostenibilità.
Qual è dunque il modello di sviluppo da adottare in un contesto che cambia?
 La snow economy che guarda ai grandi eventi come opportunità di crescita, è ancora il modello dominante. Le infrastrutture che vengono costruite in nome del divertimento sportivo, pensiamo alle Olimpiadi invernali, una volta spenti i riflettori sull’evento, rischiano di diventare vere e proprie cattedrali nel deserto.

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Michele Sasso

La mano dell’uomo continua a urbanizzare le montagne, seguendo obiettivi dissonanti rispetto all’economia di quei luoghi e alle loro comunità di appartenenza. Sasso parla infatti di “metromontagna”, termine mutuato dal sociologo torinese Filippo Barbera che teorizza un equilibrio di potere tra città e aree interne, cioè i territori montani fragili. C’è una diversità territoriale alimentata non solo dall’altimetria ma anche dalla distanza dei servizi di cittadinanza come scuole, trasporti e ospedali.

”Montagne immaginarie” è un viaggio da Nord a Sud, passando per le Alpi, le Dolomiti e gli Appennini.  Sasso cerca anche le soluzioni, incontrando esperti, amministratori e coloro che hanno deciso di restare per evitare lo spopolamento delle aree interne. Il concetto di “restanza” è fondamentale per capire come il potere tra città e aree interne viene generato e riequilibrato.

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Il libro “Montagne immaginarie”  (Edizioni Ambiente) sarà presentato giovedì 13 febbraio (inizio ore 18)  nella Sala Morselli della Biblioteca Civica di Varese. Michele Mancino, vicedirettore di Varesenews, dialogherà con l’autore

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Febbraio 2025
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