Per il Giorno del Ricordo, a Travedona Monate si proietta “Il sorriso della patria”

In occasione della commemorazione delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano, al cinema S. Amanzio si potrà assistere al documentario realizzato da Giulia Musso con filmati e foto d'epoca

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In occasione del Giorno del Ricordo, il Comune di Travedona Monate insieme al cinema S. Amanzio ha organizzato la proiezione gratuita del documentario Il sorriso della patria domenica 9 febbraio alle 21:00.

Il documentario di Giulia Musso è costituito da spezzoni di cinegiornali e film dell’Istuto Luce – prodotti fra il maggio del 1946 e l’aprile del 1956 – inframmezzati da foto d’epoca e testimonianze. Il film, più che la storia dell’esperienza tragica delle violenze subite e dell’esodo, rappresenta gli sforzi di reintegrazione delle popolazioni giuliano-dalmate nel tessuto sociale italiano e le diverse iniziative avviate dai governi per favorire questo processo.

«Ricordare – afferma l’assessore alla Cultura e vicesindaco Stefano Baranzinile tante vittime italiane (le statistiche variano tra le 3 mila e le 5 mila) uccise dal regime di Tito, al solo fine di eliminare possibili oppositori politici o, più semplicemente, per vendicarsi dell’occupazione fascista che aveva ottenuto quelle terre, è doveroso».

Non tutte le vittime però vennero gettate nelle foibe, molte di loro perirono nei campi di sterminio jugoslavi, mentre altri si salvarono solo grazie a un esodo forzato a seguito del Trattato di Parigi, firmato il 10 febbraio 1947, che ridisegnava i confini orientali dell’Italia (assegnando alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facen parte dell’Italia).

«Bisogna fare chiarezza e lasciarsi educare dalla Storia – è il pensiero del sindaco Angelo Fiombo -. La memoria è, e dev’essere, bipartisan. Sempre. Così come per la Shoah o il 25 aprile. Sul Giorno del Ricordo c’è stata un’appropriazione da parte della destra, con i soli toni nazionalisti, a cui hanno risposto frange dell’estrema sinistra che sostengono ancora oggi la vecchia versione dei fatti del regime jugoslavo: le foibe e l’esodo come resa dei con contro i criminali fascisti. Ci vuole equilibrio di giudizio: il “Giorno del ricordo” non è una festa della destra, ma di tu gli italiani».

Il ricordo dell’esodo istriano

Furono 300mila gli italiani che lasciarono il territorio passato alla Jugoslavia, minacciati dall’eliminazione fisica di persone in parte ritenute colpevoli di complicità con la politica antislava e la repressione violenta del precedente regime fascista, in parte considerate ostili in quanto italiane, in parte solo “irriducibili” al nuovo regime comunista che si andava imponendo (una ricostruzione complessiva valida si trova nel documento della Commissione Italo-Slovena, frutto di un lavoro quasi decennale degli storici).

Per quanto le modalità di eliminazione siano state diverse, simbolicamente le violenze sono rappresentate dalle foibe, le cavità naturali usate per far sparire i corpi.

Il “Giorno del Ricordo” cade il 10 febbraio, anniversario dei trattati di pace di Parigi, imposti all’Italia a fine della Seconda Guerra Mondiale, che comportarono la perdita delle colonie, di tre province tra Venezia Giulia e Dalmazia (a favore della Jugoslavia), di tre Comuni sulle Alpi Marittime (a favore della Francia.

Il Giorno del ricordo è stato istituito dalla Repubblica nel 2004, “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Febbraio 2025
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